Cari amici, buona domenica delle palme. Finalmente il sole. Sui giornali, invece, ancòra venti di guerra, attentati, morti senza nome. Di vincitori non c'è traccia. Ci resta solo, su fatti incerti, qualche incàuto, fazioso parere a caldo dei più visibili tra i disorientati. Che dovessimo estinguerci era chiaro. Lo sapevo con certezza. L'uomo delle foreste ha distrutto la foresta. L'uomo di mare ha distrutto il mare, e il suo equilibrio. Il cittadino ha distrutto la città. Non era difficile immaginare che l'uomo globale, universale, onnisciente e onnipotente, avrebbe distrutto tutto, e alla fine anche sè stesso. Solo che pensavo sarebbe successo in modo diverso, in modo intelligente (sembra un ossimoro). Pensavo che la velocità del nostro apprendere avrebbe (fatalmente) superato la velocità del cosmo, e della terra. E che la natura non avrebbe tenuto il passo, cedendo. Non immaginavo che saremmo, invece, morti per ottusità, per pochezza, superficialità, approssimazione. Ricordo che a scuola accanto all'antologia c'era anche il libro di critica (già allora meno frequentato). Esiste ancora? Il sapere facile, l'accettazione senza analisi, l'assorbimento passivo su cui galleggiare ("navigare" è concetto più complesso) è l'arma fumante di un suicidio perfetto e inconsapevole, di un naufragio annunciato. E anche l'interpretazione di una bomba (che è l'equivalente di un barrìto, di un'unghiata, un calcio) è ormai un problema se non c’è un Solone in onda pronto a un chiarimento. Ho letto (on line) una ricetta per la pasta aglio e oglio: "pasta, aglio, olio, 11 minuti". Mi sono accorto subito che non citava l'acqua, il fuoco, e tralasciava il cuore, la saliva, l'attesa, il peperoncino, la compagnìa, una certa tovaglia, il vino, il sale, la panùra (a parte almeno venti, tra altri accorgimenti e trucchi). E non diceva che se usi olio di macchina e aglio sfiorìto, non è la stessa cosa. È questa la strada per l'estinzione. E se il mondo deve finire, che finisca. Ma dopo pranzo.