L’F.C. Crotone, dopo tanti anni di professionismo in B, ha raggiunto la massima serie e le problematiche sono salite di livello: una rapida evoluzione che ha indotto la presidenza del sodalizio calabrese a conformarsi e ingaggiare una figura dotata di un flusso logico orientato a 360 gradi, capace di inserirsi nell'asse operativo Presidenza-direttore sportivo-staff tecnico e medico.
di Giuseppe Romano | Trasferta Libera
Si chiama Eugenio Caligiuri, cosentino di origine, il team manager dell’F.C. Crotone targato Serie A, delegato a mediare in questo “insieme” di problematiche. La Società ha ufficializzato il suo arrivo il 27 novembre 2016, con debutto nella partita interna Crotone-Sampdoria. Si è presentato a Crotone con esperienze maturate in Belgio, Cosenza, Padova, Salernitana.
“Sono orgoglioso di esserci. Ho trovato una Società e una città ospitale, che conoscevo già da avversario. Non vi sono stati problemi. Ho accetto questa opportunità, iniziando a novembre, con la determinazione di recuperare un po’ del tempo trascorso dal giorno del ritiro della squadra a quello della mia nomina”.
Le situazioni variabili che girano intorno ad una squadra, settimana dopo settimana, con un campionato in fase avanzata, stadio non pronto e risultati negativi, quali difficoltà le hanno creato?
“Il team manager ha un ruolo importante nella fase iniziale di una stagione di calcio. Ho maturato buone esperienze con tecnici importanti come Zaccheroni, Mutti, Rea e De Biase, che mister Nicola ha avuto come allenatore quando giocava col Torino. Ho ritrovato Davide Nicola alla guida del Crotone stabilendo una lettura sul regolamento e il comportamento degli atleti”.
Lei ha trovato una Società con la prima esperienza in serie A, un allenatore giovane, uno staff tecnico e dei giocatori catapultati in una realtà completamente nuova e di valori diversamente alti. Cosa ha focalizzato nella sua programmazione?
“Potrebbe sembrare difficile pianificare una programmazione, in questo stato. Ma, va ricordato che il Crotone è una blasonata della serie B. Di campionati professionistici ne ha fatti e anche ad alti livelli. È chiaro che la serie A dà una maggiore visibilità a livello nazionale, ti mette a confronto con squadre con un passato storico di dimensioni tecniche e organizzative di qualità. Ho iniziato condividendo le idee dei fratelli Vrenna, Raffaele e Gianni senza avvertire scossoni nel passaggio di presidenza. Ci si è concentrati nelle problematiche che devono trovare le giuste soluzione in questo finale di campionato, secondo gli obiettivi prefissati”.
Ha lavorato tra le idee di Raffaele e Gianni, il primo, un grande sognatore e tifoso, il secondo, scrupolosamente ponderato, attento nell'impiego delle risorse economiche disponibili.
“È una risposta facilissima. Queste due “forze” le notavo quando venivo da avversario: Raffaele più passionale in panchina e Gianni, l’attuale presidente, che appariva più duro agli occhi di chi lo incontrava per la prima volta. In quella espressione, io coglievo la sicurezza. Questi sono gli uomini che appaiono poco, osservano dall'alto senza farsi vedere tutti i giorni al campo e spesso con la squadra. In tutto questo c’è di bello la crescita dei giovani a livello di squadra e anche della famiglia. Vedo il giovane laureato Raffaele Vrenna, neo direttore generale dell’F.C. Crotone, nominato dal padre-presidente che si assume la responsabilità della sua crescita all'interno del gruppo di lavoro. Per quello che posso, anche io metterò a sua disposizione la mia esperienza in un confronto capace di potenziare le sue capacità di direttore generale nella consapevolezza delle politiche, della filosofia e dello stile societario. Tutti, all'interno del “gruppo” dobbiamo collaborare per superare la parte confidenziale e dargli la giusta identità come figura dirigenziale. Sono certo che si prenderà carico delle giuste responsabilità, anche nei momenti non facili, dove si cresce meglio”.
Di questi momenti non facili, ve ne sono stati alcuni veramente difficili e ve ne saranno. Tra questi anche quelli riscontrati per la prima volta nel calcio mercato, tali da non far raggiungere un alto profilo nel confronto con gli avversari, sommati a problemi logistici e di pianificazione…cosa le ha dettato?
“Crotone è sempre stato apprezzato all'esterno. Anche in serie B ha raccolto complimenti per la bravura del direttore sportivo Beppe Ursino, che ha curato buoni rapporti con i grossi club, e per la Società ha mostrato elevate capacità gestionali, operando con correttezza verso tutti, a parte l’elevato senso di ospitalità mostrato.”
A parte l’aspetto intrinseco della società, guardiamo all'esterno: come inquadra la città e i tifosi?
“Il pubblico è consapevole che la Società ha fatto quello che giustamente doveva fare per garantire il futuro del calcio. Pensare di competere a livello economico con altre società, senza raggiungere certi obiettivi, avrebbe potuto portare squilibri enormi. Invece, si è operato con saggezza. Guardiamo Cosenza: l’entusiasmo giovanile di qualche dirigente, ha portato a pensare di raggiungere la serie A, andando oltre il budget disponibile, e ha pagato col fallimento, come è avvenuto in altre Società importanti. Qui, chiunque verrà, troverà professionalità, tranquillità e solidità economica. Il tifoso crotonese lo ha capito: vorrebbe il giocatore che costa una cifra, lo dice, ma poi torna alla realtà delle cose. Il Crotone non può spendere 20 milioni di euro sul mercato. Il presidente ha la cultura che, nel fare, il Crotone calcio deve sempre esistere.
Qual è il futuro di questa società di questa “rosa”, oggi di A o di B, se non si raggiungerà la salvezza?
“Nonostante le difficoltà oggettive, resta una Società stimata e credibile per la sua condotta irreprensibile a livello nazionale. Le ultime affermazioni sul campo hanno ridato serenità a tutti. Va dato merito alla Presidenza che non si è fatta travolgere dalle critiche e dalle pressioni per un cambio di rotta e dell’allenatore. Davide Nicola ha ricambiato confermando le sue qualità d’uomo, oltre che di tecnico”.
In una visione globale, per il futuro, cosa bisogna salvaguardare e migliorare
Continuare ad apprezzare quanto di buono si è fatto nei 25 anni, in particolare in serie B, una attenta riflessione sulle esperienze maturate in serie A. Al termine del campionato mancano cinque giornate, difficili, e la nostra convinzione è di pensare in positivo. Abbiamo giocato un campionato con dignità. Pescara e Palermo hanno mostrato maggiore fragilità di noi, che abbiamo perso punti per problemi logistici e altri non proprio per nostre colpe. L’imprenditore, Gianni Vrenna, nell'ereditare la presidenza cedutagli dal fratello, Raffaele, parla di nuovo stadio: una certezza per il futuro. Solo dopo Roma troviamo nuove realtà sull'impiantistica sportiva. Ci sarebbe da fare una analisi sulla mancata disponibilità dell’aeroporto crotonese, chiuso nel momento meno opportuno, mentre poteva dare al territorio uno sviluppo ad una credibilità a livello nazionale anche attraverso il calcio. Non è polemica. Ma è inutile parlare di economia se la città resta irraggiungibile. Nessuna imprenditoria decolla dove mancano le infrastrutture per il trasporto”.