Accuse a Rocco Gaetani sulla mancata raccolta differenziata. Si apre il ‘caso Akrea’?

1 maggio 2017, 17:05 Il Fatto

Quel che i cittadini di Crotone attendono dal Sindaco Ugo Pugliese e dal Presidente dell’Akrea, l’ex deputato della Repubblica Rocco Gaetani, è una risposta precisa, chiara e ben articolata nelle sue giustificazioni, alle pesanti accuse scagliate dal leader del movimento anti bonifica Syndial, ingegnere Vincenzo Voce, a proposito del mancato servizio di Raccolta Differenziata. Un Servizio puntualmente pagato dal Comune di Crotone all’Akrea ma che quest’ultima azienda non avrebbe svolto, nelle modalità e nei tempi previsti da un apposito contratto, regolarmente stipulato tra le due parti.


Il territorio di Crotone è ultimo in Calabria per percentuale di Raccolta differenziata secondo i dati dell'Arpacal. L’ing. Voce lancia accuse molto gravi e dettagliate, delineando i contorni di quello che potrebbe essere raccontato come un vero e proprio ‘sporco affare’ di Cassonetti&Politica, invitando i cittadini a un atto di ribellione e di denuncia dell’illegalità con gli slogan #nonsipagaperunserviziononsvolto e #frodeinpubblicheforniture”.

Per quel che si vede in giro per le strade si può ragionevolmente affermare, effettivamente, che la raccolta differenziata nella città di Crotone non è mai partita, mai attuata e realizzata. Nonostante un Piano Industriale molto ampio e prolisso allegato agli atti pubblici i cassonetti ridondano di spazzatura di vario genere.

È quasi pleonastico rimarcare la condizione di degrado in cui si trova complessivamente il comparto. Sempre sulla propria pagina social l’ingegnere Voce nell’augurare un sarcastico Buon Compleanno, Cassonetti ha ricordato che il 21 aprile del 2016 il Tribunale di Crotone dichiarava il fallimento di Akros Spa, la società a partecipazione mista che si occupava del servizio di raccolta differenziata in città.

“È passato un anno esatto - scrive Voce - dall'avvio della procedura fallimentare, ma i cassonetti della società sono ancora in giro per la città, stracolmi di spazzatura, che inconsapevoli cittadini continuano a buttare. Akrea ovviamente non li tocca, la curatela fallimentare non capisco che aspetta a rimuoverli, il servizio di Igiene dell'Azienda Sanitaria ignora, il sindaco ignora, il Giudice Delegato al fallimento ignora. Tutti fanno finta di niente. Come se fosse una cosa normale. Il colmo è che i cittadini dovrebbero conferire la spazzatura dopo le 17, nel cassonetto al fianco, per evitare odori sgradevoli durante il giorno. Comunque, in attesa che qualcuno provveda a rimuoverli o a svuotarli, speriamo che non passi un altro anno. Intanto, buon compleanno cassonetti”.

Comunque sia quello che sembra indiscutibile è che dopo il fallimento di Akros, dopo il fallimento della Società Aeroportuale, dopo SoaKro, l’Amministrazione comunale e il sindaco non abbiano voluto comprendere la gravità di questo stato di dissesto e di illegalità diffusa. In Consiglio Comunale non sono stati esposti i fatti né dato corso ad un approfondimento per attivare le opportune vigilanze e i controlli dovuti per legge.

Non può far dunque specie che un cittadino, per altro impegnato politicamente come Voce, abbia avuto il coraggio di scrivere e denunciare, quasi delineando i contorni di un ‘caso Akrea’. Come lui, a proprio modo, lo hanno già fatto più di un Consigliere comunale.

A tal proposito giova ricordare la posizione assunta dai consiglieri del Movimento Cinque Stelle, Sorgiovanni e Correggia che il 29 luglio del 2016 chiedevano al Sindaco Pugliese “come avrebbe proceduto la sua amministrazione per la nomina delle rappresentanze del Comune di Crotone nelle società partecipate. Contrariamente a quanto risposto, a fine agosto, con proprio decreto fu nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione di Akrea s.p.a. nelle persone di Rocco Gaetani presidente, Pantaleone Telemaco Pedace ed Erminia Longo consiglieri e che quel provvedimento faceva seguito all’avviso pubblico al quale sembra risposero circa novanta candidati.”

Sorgiovanni e Correggia proseguivano affermando che “tanti cittadini si aspettavano un cambio di rotta rispetto al passato, come annunciato in campagna elettorale dall’attuale Sindaco. La riconferma di Rocco Gaetani ha lasciato tutti stupiti. Abbiamo immediatamente presentato una richiesta di accesso agli atti per conoscere i ‘curricula’ dei circa 90 candidati alla presidenza dell’Akrea ma, ad oggi, questa documentazione non ci è stata ancora fornita”.

Ma ancor di più dovrebbero indurre a riflettere (e per certi versi a ‘sospettare’) le frettolose, quanto pressantemente annunciate dimissioni dal Consiglio di amministrazione dell’Akrea del consigliere Leo Pedace, il quale lasciando repentinamente quell’incarico dichiarava testualmente che “tuttavia, sarebbe stato inappropriato e, contrario alla mia personale concezione di impegno amministrativo, permanere in una postazione, peraltro retribuita, quasi a guardia del bidone ed avendo constatato l’impotenza ad invertire la tendenza che si era consolidata, a suo tempo, con la precedente Giunta”.

“È ovvio - sottolineava Pedace - che il mio duplice ruolo, di consigliere di amministrazione ma, soprattutto, di dirigente politico dei DemoKRatici e della stessa coalizione, mi ha indotto ad assumere questa posizione proprio perché ispirato da responsabilità, senso di gratitudine e riconoscimento verso tutti quei cittadini elettori che hanno reso possibile un cambio diverso ed una boccata di aria fresca nel Palazzo Comunale”.

“Lo spirito che mi ha accompagnato, assieme alla valutazione di altri amici, nel porre in essere le dimissioni dal C.d.A di Akrea – concludeva il consigliere - servivano e servono ad avviare un approfondimento sui problemi e temi rilevanti fin’ora disattesi, ed a provare a dare stimoli e dinamicità ad una azione amministrativa che, per l’enorme mole di problemi vissuti, richiede sempre un forte stimolo ed impulso per corrispondere sempre di più alle aspettative dei cittadini.”

In altri termini si tratterebbe di comprendere meglio l'insofferenza di Leo Pedace, personaggio politico di spicco nella struttura di partito localista che fa capo ad Enzo Sculco, decifrare il perché di quell'insopportabile prurito urticante che lo ha spinto ad abbandonare la perla delle partecipate municipali, l'house of the sun dove si complementano il consenso elettorale e le buone prassi gestionali e occupazionali, la palestra sita in locali e fabbricati idonei alla bisogna, dove poter mettere in mostra al meglio le qualità di buon amministratore nell'impresa mista pubblico privata.

Da qui l’urgenza che la legalità venga rispettata, ovviamente per quel che riguarda, la dovuta erogazione del servizio di raccolta differenziata. Chi di dovere, dovrebbe agire, altri dovrebbero rispondere del proprio operato, eventualmente dimettersi, dando spazio a soluzioni rapide perché la raccolta differenziata sia messa subito in opera e in attività.

Altrimenti a cosa servono tutti questi uffici dello Stato presenti nel capoluogo di una provincia che non c’è più? E' forse questa una terra di nessuno, una sorta di colonia dove vi sono i presidi, giusto per gli sbarchi dei clandestini? Cosa fa la Prefettura, cosa fa la Procura della Repubblica, cosa fa la Questura in casi come questi? Sono forse servitori dello Stato soltanto di passaggio e in rapida carriera? Perché tacciono e non si sostituiscono agli inadempienti utilizzando l’istituto e lo strumento del commissario ad acta?