Scarpette Bianche di Prima Comunione | Venturino Lazzaro



Venturino Lazzaro
Cambio Quotidiano Social



Cari amici buona domenica. Oggi sole pieno e vento forte, buono per ripulire, per cambiare aria. Benchè irretìto dal fascino della memoria, e dal piacere della (sana) rievocazione, non nascondo un anèlito sincero al cambiamento, soprattutto se la pagina da voltare non è poi così fulgida e preziosa. Rievocare un periodo, un'atmosfera non è solo un gioco, ma invita ad un'autoanalisi, a un esame, e spesso può essere istruttivo. Cambiare è necessario per smuovere acque ferme, per uscire da una empasse, per sopravvivere.


Può dare lo slancio giusto e la motivazione per quello che poi è l'obiettivo vero, l'unico traguardo ragionevole: la crescita (non solo individuale), che sempre segue un cambiamento. Ricordo, da bambino, che all'indomani della mia prima comunione, mia madre portò le mia scarpette bianche (di cui ero orgogliosissimo, benchè fossero strettine) dal calzolaio che le tinse, su due piedi, di marrone chiaro (per un uso più normale).

Dapprima lo sgomento, poi la rabbia, e infine una struggente tristezza furono i sentimenti che abitarono il mio petto per giorni e giorni, prima di capire che le mie scarpette bianche (che del colore originale non avrei avuto più occasione di calzare), adesso potevano essere usate tutti i giorni, anche a scuola, a casa, per uscire, con mia soddisfazione crescente, e con un utile risparmio per mia madre.

Un momento di crescita (anche se ancòra oggi non ho deciso se tifàre per le scarpette bianche o le marroni). C'è chi dice che le "restatine" siano un ripiego, una rinuncia, un accomodamento. Ma quelle che ho davanti stamattina, sono un concentrato di storia, di gusto e di atmosfera, dal quale nessuna novità, nessun cambiamento mi distoglierà.