Appunti & Disappunti della domenica | 21 maggio 2017

21 maggio 2017, 05:30 Calabria Domani | di Rodolfo Bava

UN NETTO “NO” AL TAGLIO DEGLI ALBERI

La notizia secondo la quale il Comune di Crotone si appresterebbe a fare tagliare un consistente numero di alberi in via G. Di Vittorio, una strada molto trafficata, è stata fortemente contestata, sulle pagine di Facebook, da moltissimi concittadini.

Ecco le espressioni tratte da alcuni commenti:

  • “Noooo! Perché?”;
  • “Il verde è in costante distruzione”;
  • “Occorre una manifestazione”;
  • “Sarebbe veramente una vergogna”,
  • “Vorrei scrivere “vergogna”, in cento lingue”;
  • “Mi rende triste leggere ogni giorno cose tristi da Crotone; un altro scempio”;
  • “Mentre si procede alla distruzione dei platani, si trascura la potatura di altri alberi che necessitano l’intervento degli addetti. Alcuni alberi, nei pressi di casa mia, sono pieni di una sostanza biancastra e vischiosa che produce ragni e sta rovinando anche le piante del mio balcone. Non è l’amore per il verde pubblico a muovere alcune decisioni”.

Che grande ed appropriata asserzione, quest’ultima: “Non è l’amore per il verde pubblico a muovere alcune decisioni”! Non è necessario ricordare quale sia la funzione del verde pubblico in una città inquinata dai continui miasmi emessi dalle auto in transito, per potere sostenere che è veramente un assurdo decidere di tagliare 26 bellissimi platani.

Certo, sono soltanto tre o quattro gli alberi super cresciuti che potrebbero rappresentare un “pericolo”; però, basterebbe sfrondare di molto questi tre o quattro al fine di “alleggerirli”.

Ma tutti gli altri non rappresentano alcun pericolo, perché in giro per Crotone, di similari, ve ne sono a centinaia. Ed alcuni di gran lunga più maestosi rispetto ai tre o quattro esistenti in via G. Di Vittorio.

Intervengano, nella questione, le varie Associazioni Ambientalistiche. Ma, soprattutto, si premuri con urgenza il Sindaco Ugo Pugliese a porre l’alt alla non oculata decisione del funzionario dott. Gianfranco De Martino.

Rodolfo Bava