Vito Barresi | Trasferta Libera
E’ qui la festa? Siiiii… E’ qui la Juve? Siiii…C’è da spostare una squadra, c’è da spostare una macchina… E’ un diesel, una Jeep… L’extra sensazione di essere in un posto sbagliato, un giocattolo rotto e un respiro profondo, la fine della meravigliosa avventura della Serie A per Crotone. Non ancora, aspettiamo l’ultimo giro di giostra. Per ora meglio comprendere cosa si prova a uscire insieme senza allegria dal fastoso scenario del J-Stadium per Davide Nicola e i suoi pitagorici. Avrebbero voluto sognare un altro gran finale i crotonesi in trasferta nella gabbia delle zebre. Non questo d’ospiti staffilati dalla padrona di casa. Immaginiamo il blob con i titoli di coda che si sovrappongono su quelli di testa. La sceneggiatura di un film di Woody Allen mescolata con quella di David Linch. Tutto il mondo attorno gira a palla in versione optical, bianco nero, come i palloni Fifa di tanti anni fa, quasi fossimo a un vernissage pop d’annata stile anni ’60. Felicità e delusione, entusiasmo e depressione, speranza e nostalgia, ballano in pista mentre la terra trema nello stadio di Torino. Stracolmo in ogni ordine di posto, tempio del calcio moderno post Fiat, tanto ben congegnato come la cassa armonica di un teatro per amplificare le vittoriose vibrazioni bianconere.
Si chiude su un palcoscenico di gran gala il campionato della Juventus che ha battuto il Crotone, conquistando il suo sesto titolo consecutivo di campione d’Italia. Poco da analizzare e argomentare sulla dismisura dei valori in campo, sulla doppia caratura delle motivazioni in movimento.
Per l’una suonavano i momenti di gloria, per l’altra il requiem della retrocessione senza salvezza. Una ballata in cui le parti erano ampiamente segnate dalla lunga cronaca dei gironi di andata e ritorno. Trionfali per la Juventus, scoscesi e avventurosi per il Crotone.
Quale allegria, sapere che domani, ciao una pacca sulle spalle e via si torna a spingere sul pedale della ruota della fortuna, la divinazione dei risultati possibili, se perdi anche tu, bisogna saper perdere, aspettare un Palermo shooting, se fosse un film di Wim Wenders, Empoli che si squaglia come un gelato Sammontana, una palla di positive fatalità che metterà tutti fuori gioco tranne il leggendario Crotone.
Osare l’impossibile, fedeli ai colori, l’avvenire è radioso, la Lazio è una tigre di carta. A quale fraseggio dovrà mettere capo Davide Nicola per trovare la giusta nota della ripartenza è difficile immaginare. Tuttavia tutti sanno che il count down per il Crotone è proprio scoccato sull’ora esatta del trionfo juventino.
Battere la Lazio sta nelle cose. Ma il vero punto dirimente è altrove, lo lascia l’Empoli o lo prende il Palermo. Aspettando gli ultimi 90 minuti adesso non c’è spazio nè momento per l’angolo delle recriminazioni.