Mai dire migranti a Ufo Pugliese. Crotone e il destino di città discarica dell’immigrazione

Tutti i Crotonesi, e più in generale i calabresi, dovrebbero ascoltare con molta attenzione questa ennesima ‘performances’ del Sindaco della città pitagorica Ugo Pugliese. Di fronte alla tragedia dei naufragi, degli sbarchi e della strage che avviene nel Mar Jonio e nel Mediterraneo, il primo cittadino di una città che è l’avamposto europeo, insieme a Lampedusa, di un fenomeno complesso e strutturale, quale è quello dell’immigrazione, ha balbettato un pateracchio di parole senza senso nè consecutio logica, sparando abbastanza stupidaggini in proposito, sbagliando qualche vocabolo importante, sgrammaticando candidamente, presentandosi alla pubblica opinione nell’ormai consolidata insufficienza della sua preparazione politica, amministrativa e gestionale.


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

Il testo, in qualche modo, umanamente lo salverebbe pure, ma non si può essere indulgenti davanti a una carica prepagata come la fascia che riveste, perché in democrazia simile atteggiamento sarebbe in spregio al popolo che vota sia a favore che contro.Per evitare torbidi tormentoni si riscrive fedelmente lo speach rilasciato ai microfoni di un’agenzia televisiva e postato in rete:

“Beh… intanto una cosa che tocca parecchio, perché sono 32 anzi 33 cadaveri… gran parte di questi bambini, per cui lasc… no oggi è un po’ particolare…non è il solito sbarco, la solita distribuzione…ahimè quasi come se fossero oggetti… diii… uomini che fanno veramente, sottopongono la propria, a rischio la propria vita per per giungere nei paesi civili, e poi incorrono purtroppo in questi, in questi … in questa morte così strana, così… E oggi è difficile, è difficile perché sono circa 650, di cui 150 quasi minori non accompagnati, e voi sapete cosa significa minori non accompagnati, che devono essere accolti nelle strutture sotto la responsabilità del sindaco, e 32 cadaveri da piazzare nei cimiteri…purtroppo non li possiamo accogliere, non tutti, nella città di Crotone, ma devo dire intanto grazie, sempre ai miei colleghi sindaci della provincia, che hanno dimostrato la solita sensibilità,sensibilità dimostrata nella disponibilità di posti sia per l’accoglienza dei minori sia per l’accoglienza dei cadaveri e dei bimbi morti”.

Pugliese avrebbe fatto meglio a tacere. Evitando di presentare la città in questo modo a una platea nazionale ed europea che già diffida a pelle e a vista dopo l’immensa enciclopedia del Malaffare scritta e trasmessa in mondo visione dai giudici Antimafia di Catanzaro sull’andazzo del Cara, degli uffici periferici dello Stato, del Ministero degli interni, tra cui Prefettura, Stazione Unica Appaltante e Questura.

Pugliese avrebbe fatto più bella figura nel primo genetliaco della sua fallimentare sindacatura e dire ciò che fino ad adesso non ha fatto per affrontare anche minimamente lo sbando in cui Crotone si trova, assediata com'è da torme incontrollate di migranti asiatici e africani, di fatto ridotta a un susseguirsi di bivacchi all’aperto, anche con fuochi e pagliericci, una sosta di passaggio, costellata da micro bidonville, che sorgono in varie parti della cintura urbana.

Sindaco, un consiglio, si prepari meglio per il prossimo sbarco e non solo. Almeno Vallone riusciva a rispondere con precisione anche davanti alla Commissione Parlamentare d’inchiesta. Che di prossima non c’è solo la sua deficitaria e sempre più inconcludente amministrazione comunale ma anche i cittadini sempre più scontenti e disorientati delle sue fin troppo evidenti lacune in quasi tutte le materie.

Da parte mia sento di proporre ai crotonesi e ai calabresi di ribellarsi a questo destino di città discarica dell’immigrazione e di accogliere la sfida di Barcellona, facendo a Crotone la consapevole scelta politica e civica di città aperta e solidale, un modello nuovo e mediterraneo di accoglienza ed economia, schierandosi dalla parte dei diritti e non della paura. Per la faccia e la dignità di questa città che tutti dicono di merda, sarebbe l'ora di cominciare a impegnarsi pubblicamente, nè a chiacchiere e nè a gettoni.