Cari amici, buona domenica. L'estate sembra cominciare, e a fine settimana la città si svuota. Mi ricordo, da ragazzo, quella voglia irrefrenabile di iniziare un'altra stagione al mare. Cominciavo a pregustare anzitempo quelle mattinate bianche di sole, quei pomeriggi lunghi, e le serate calde (più o meno sempre uguali) sempre sospeso tra l'intraprendenza e la vagabonderìa, tra la noia e la felicità.
Venturino Lazzaro | Cambio Quotidiano social
E mi ricordo che non avrei saputo dire se era più forte il gusto (e l'eccitazione) di provare cose nuove, modi nuovi, nuovi approcci, o quello di ritrovarmi a fare (ancòra) sempre le stesse cose (e con gusto), quelle di sempre, cose già fatte, dello scorso anno, e di prima ancòra. Un pò come sarebbe successo di lì a poco, al lavoro, trovandomi ad affrontare situazioni nuove, forti, insolite e inattese, con la forza e la determinazione di chi "vuole", e l'incoscienza di chi non è ancòra capace. E mi ricordo, di nuovo, l'incapacità di cogliere se fosse più forte il gusto di scoprirmi (fiero) nei panni di chi mi aveva preceduto, seguendo quelle orme ormai tracciate, o quello di procedere in un modo diverso, in modo nuovo, a modo mio. E lo stesso (mi ricordo) capitava quando, trovandomi (di colpo, all'improvviso) a mettere su casa, e fare l'amministratore delegato di un nucleo familiare in espansione, prendevo decisioni del tutto improvvisate, nuove, e a volte incomprensibili, se non alla luce di una inesperienza chiara, cristallina, innocente e genuina. E anche lì, non ero certo su quale fosse il gusto più forte e più deciso, e più eccitante, tra quello di inventarmi un modo, un marchio, uno stile tutto mio, o quello di riprodurre esperienze già fatte e già vissute, qualcosa che avevo visto fare, e adesso mi piaceva fare uguale. Sono ancòra indeciso. Anche il pranzo di oggi mi pone dei problemi, tentato come sono tra una pasta nuova nuova, pronta da infornare, e delle restatine provocanti, ereditate da un fine settimana lungo e impegnativo. Sono indeciso. Buon pranzo.