Ormai chiuso nella sua torre eburnea come un novello Conte Ugolino, ben protetto, a destra da Enzo Sculco, posizionato sulla Torre Comandante come un grande ammiraglio, e a sinistra da Flora Sculco, appostata sulla Torre Aiutante come una bella Principessa, evidentemente la stessa da dove non vede né sente l’ingigantirsi del degrado urbano, la trasformazione del centro cittadino in una discarica di migranti, il porto abbandonato al desolante appalto dell’Autorità di Gioia Tauro, il lungomare disordinato nella dissolvenza dell’immagine turistica di Crotone, il sindaco di Crotone ancora una volta resta muto di fronte alla chiusura del più importante Castello aragonese della Calabria. Il più bel maniero d’epoca esistente in tutto il Golfo di Taranto, nella meravigliosa posizione di finestra teatrale, balcone spettacolare, terrazza unica affacciata sull’orizzonte steso e curvo del Mar Jonio, nel centro del Mediterraneo. Vengono per vedere proprio questo i turisti di ogni parte d’Europa e d’Italia. Ma quasi puntualmente trovano il portone chiuso, constatando l’impossibilità di potere fruire di un bene culturale, di ancora incompresa rilevanza e potenzialità turistiche.
Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social
Nessuno nutre dubbio che Ugo Pugliese sia un professionista fuori dal comune. Per lo zelo e l’impegno che ci mette, probabilmente, a fare una cosa che non sa fare bene. Cioè il Sindaco di una piccola città del sud che ha tante risorse, molte povertà, tanti problemi, molte contraddizioni, tante sacche d'ignoranza, poche ma buone soluzioni sostenibili. A patto che si ritrovasse all’opera per sollevare con intelligenza le sorti derelitte di queste contrade.
Sul sito di rilevanza storico culturale, turistico e architettonico, del Castello di Carlo V, il Sindaco di Crotone Ugo Pugliese ha fatto già passare un anno del proprio mandato, in modo inutile e infruttuoso. Contribuendo con tale ritardo ad aumentare il disorientamento e il disordine in materia di recupero e valorizzazione di questo inestimabile bene collettivo, nel più smaccato abbandono delle mura, nell'ostacolare e ritardare la fruibilità di nuovi finanziamenti e progettualità, per una ripresa del volano culturale, edilizio, ricettivo e dell’economia turistica locale nel suo complesso.
Invece si intrattiene sullo stadio del prossimo Crotone. Magari solo perchè vi sono interessi fondiari, aree di espansione edilizia, ecc. ecc.
Tuttavia, a far scandalo, a far alzare le grida sarebbe la mancanza di personale aggiuntivo per far fronte alle necessarie turnazioni. E non invece il fatto ormai consolidato che questo Sindaco sembra non svolgere a pieno le proprie funzioni.
Egli, infatti, dovrebbe con sollecitudine confrontarsi con la propria Giunta, il Consiglio Comunale, la cittadinanza e le associazioni civiche, sul percorso triennale e quinquennale da intraprendere per riaprire immediatamente il cantiere chiuso dei beni culturali cittadini, l'enorme fabbrica del Castello, dei bastioni, del centro storico, ecc.
La fortezza di Carlo V dovrebbe essere il cuore di questa nuova progettazione di rilancio urbanistico dell'immagine di Crotone.
Si tratta di un baluardo di rilevanza militare europea e mediterranea che appartiene al Demanio dello Stato, ramo storico ed artistico, dato in parziale consegna, a titolo gratuito, al comune di Crotone, in base a un verbale del 16 gennaio 1987, sottoscritto da Comune, con la Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria, la Soprintendenza per i beni architettonici, artistici e storici della Calabria e l’Intendenza di finanza di Catanzaro.
Per questo il comune ha in custodia gli edifici delle caserme utilizzate dalla Guardia di finanza, sull'area dell'antica acropoli ricadente nel perimetro delle mura del castello e denominate, rispettivamente, caserma Campana (integralmente consegnata al Comune) e caserma Sottocampana (in consegna parziale al Comune). Questi edifici ospitano la Biblioteca comunale e il cosiddetto Museo civico. L'accordo del 1987 è stato rinnovato nel 2003 mediante la stipula di una convenzione fra il comune di Crotone e l'Agenzia del demanio di Catanzaro.
Chi dice che mancano i fondi europei racconta bugie! Nel 2007, l’Unione Europea ha finanziato un progetto denominato "Restauro dei bastioni e di alcuni locali del castello", con un investimento di circa 1.300.000 euro.
Il Comune affidò il progetto, con delibera 1.12.2008, al raggruppamento temporaneo di professionisti con capogruppo il prof. Arch. Marco Dezzi Bardeschi. L'elaborato prevedeva una sistemazione a verde del fossato del castello con l'inserimento di vasche, poi realizzate con il primo finanziamento, e la costruzione di una nuova torre faro panoramica collocata sulla sommità della collina al posto dell'antica Torre Marchesana, abbattuta nel 1873, rimasta solo a livello progettuale.
Sempre nel 2012 veniva finanziato con risorse POIN "Attrattori culturali, turistici e naturali" (fondi FESR 2007-2013) un nuovo progetto, "Recupero funzionale degli spazi interni ai bastioni per la nuova localizzazione del Museo archeologico nazionale di Crotone" per € 10.000.000 suddivisi in 4 anni, con completamento dei lavori previsto per il 2015.
La redazione di tale ultimo progetto è stata affidata, dal comune di Crotone, direttamente all'arch. Dezzi Bardeschi, perché è stata considerata una progettazione in prosecuzione del lavoro del 2007, così come riportato anche nel suddetto protocollo d'intesa all'art. 1.
In data 3 marzo 2014, il Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo approvava l'elenco degli interventi finanziabili con le risorse POIN e PAC: nell'allegato A, alla voce "ulteriori interventi ammissibili fuori programmazione II fase", sono riportati il Castello di Carlo V e i Bastioni del castello di Carlo V, per importi rispettivamente di € 10.500.000 e di € 3.000.000, a condizione di avviare le procedure di evidenza pubblica entro il 30 aprile 2014.
Nel 2012, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, la Soprintendenza beni archeologici della Calabria, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Cosenza, Crotone e Catanzaro, il comune e la provincia di Crotone, stipulavano un protocollo d'intesa finalizzato alla valorizzazione del castello. Il protocollo sanciva la volontà di trasformare il castello in "un polo culturale fortemente interconnesso con gli spazi urbani, insediandovi istituti culturali e organizzandovi attività ed eventi attrattivi di alto profilo culturale".
Chiedo al Sindaco se per lui ha ancora validità quel Protocollo d’intesa. Inoltre, vorrei garbatamente suggerirgli di attivarsi e far sapere a noi amministrati, e non solo, se quel progetto è stato concluso o ancora si trova in itinere, quali siano stati i risultati conseguiti e che cosa si potrebbe fare di più e meglio.
Sarebbe, inoltre utile sapere se il Sindaco Pugliese abbia assegnato a qualcuno degli assessori, e/o a qualche dirigente senza palesi conflitti d’interessi, l’incarico di riprendere e riaggiornare le azioni previste e stipulate in quel documento di partenariato.
Se questa amministrazione intende riprendere e confermare il progetto preliminare di Dezzi Bardeschi, ritenendolo ancora coerente con gli obiettivi prefissati anche se interessa solo una parte del castello; se andrebbero ridefinite le aree di utilizzo di ogni singolo sottoscrittore del protocollo per consentire la realizzazione, all'interno dell'area del castello, dei locali per allocarvi il Museo nazionale archeologico di Crotone e, al contempo, mantenervi le strutture comunali al momento presenti.
Non è anche per questo che forse le porte del Castello di Carlo V restano purtroppo chiuse?