Crotone si ribella al potere arrogante dei “Grandi Paralizzatori”

La colpa più grave del vecchio ceto dominante, tutti gli uomini e le donne che in questi ultimi cinquant’anni, ai vari livelli comunale, provinciale, regionale e parlamentare, hanno devastato Crotone e il suo territorio, è quella di aver gettato la città tra le macerie del passato, lasciandola tradita e sospesa in un drammatico isolamento geografico, umano, culturale, relazionale.


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

L’aeroporto, aperto negli anni ’60, è stato svenduto a gruppi affaristici e clientelari della Regione Calabria, al solo fine di scambiare favori e far decollare lo scalo di Lamezia.

La Ferrovia dello Stato è stata ceduta pezzo a pezzo, traversina per traversina, binario dopo binario, nonostante tanti sacrifici economici e martiri innocenti, vittime del tradimento politico e dell’abbandono della linea jonica. Per colpa di una deplorevole politica della sinistra, del centro e della destra è stato perpetrato un crimine contro un infrastruttura classica che rimonta agli albori dell’Unità d’Italia. Una sistematica opera di distruzione, fatta al solo fine di favorire la stazione di Sibari, Cosenza e Catanzaro Lido. Siamo persino arrivati allo sradicamento dei binari, alla chiusura della ferrovia per lavori che non si sa esattamente quando finiranno, una linea rimasta ecologicamente non elettrificata, lasciata alla mercè dei vandalismi e del ghetto africano.

La strada statale 106 è stata data in appalto ad insospettabili tangentisti su cui ora torna ad indagare la Procura antimafia di Catanzaro. La 106 in questi decenni è spesso andata fuori controllo a causa di un Anas senza trasparenza, talvolta, come raccontano le cronache, controllata da bande di corrotti. Essa si è portata dietro una sterminata selva di morti, un cimitero chilometrico di croci e cippi a memoria, piantati ai bordi della strada.

Il porto di Crotone è stato ceduto senza alcuna contropartita all’Autorità portuale di Gioia Tauro, non si sa per quali fini e ricadute specifiche. Gioia Tauro è uno tra i peggiori approdi del Mediterraneo, crocevia di traffici loschi intercontinentali. Quel comune del Tirreno è stato recentemente sciolto per infiltrazioni mafiose. Il Porto di Crotone, che un tempo si voleva proiettare nella scala di un grande Porto del Mediterraneo, è attualmente gestito da appaltatori sconosciuti, che lo hanno trasformato in una fogna chiusa dove scaricano le condotte del torrente Pignataro e del fiume Esaro.

Crotone è nel pieno di una vera e propria paralisi politico amministrativa. La più importante città jonica della Calabria è in un ormai evidente stato di marginalità, senza alcun peso contrattuale, psicologicamente disperata, degradata dall’espandersi dell’economia criminale e dal predominio della ‘ndrangheta nei giochi, nel sistema dell’accoglienza profughi, della droga ecc. Siamo di fronte a un vero e proprio scandalo che non ci può lasciare insensibili, né immobili. Tutto può accadere, anche che si torni a votare prima della naturale scadenza del mandato.

Questo declino e tale degrado non è determinato dal destino ma è il prodotto di una logica politica sbagliata, frutto delle strategie di potere e di accentramento di un vero e proprio partito dei ‘grandi paralizzatori’, le figure di piccoli autocrati che hanno devastato e distrutto il tessuto democratico e rappresentativo della città, bloccato ogni confronto e dialettica civile, economica, sociale, culturale e politica, di fatto cancellato e sospesi i partiti tradizionali dall’agone municipale.

Specie in quest’ultimo 2017 Crotone si è fermata e non è più in grado di marciare in avanti.

Il partito dei ‘grandi paralizzatori’ ha frantumato e assorbito sia la destra che fu dei Senatore, dei Rijllo, dei Barbuto, dei Prato, ecc., ha risucchiato in vari decenni l’intero centro democristiano, quello dei Bevilacqua, dei Gualtieri, dei Gallo, degli Intrieri, dei Capozza, dei Bernardo, dei Caputo, ecc. destrutturando completamente l’area moderata e cattolica; e infine annientato e asservito l’intera sinistra post comunista, prima assecondando il linciaggio antisocialista di Frontera, poi liquidandola e subordinandola con un patto delle imprese e degli interessi, con il trionfale ingresso di alcuni dirigenti di spicco del PD crotonese nella direzione cittadina del ‘Partito dei Paralizzatori’ , tra cui l’ex onorevole Rocco Gaetani, Presidente dell’Akrea, e il più volte assessore ed ex funzionario della Lega Coop, Claudio Liotti, a cui non si sa per quali titoli pubblici, è stata concessa la Presidenza di Congesi e il controllo del sistema idrico comunale.

Tuttavia oggi sul campo della politica locale non esiste solo il partito dei ‘Grandi Paralizzatori’.

Ci sono cose nuove, vere, propositive, valoriali, eticamente valide e non politicamente amorali. Queste forze emergenti vanno incoraggiate, sostenute, accolte. Mi riferisco alle esperienze del Comitato per l’Aeroporto, a quella del Comitato della Ferrovia, al movimento antibonifica ‘La Collina dei Veleni’, ai vari blogger, alle opposizioni presenti in Consiglio Comunale, che manifestano il proprio dissenso, a nuove testate di giornalismo locale, a tanti cittadini che intendono impegnarsi per combattere il declino e costruire insieme una diversa e sostenibile città del futuro.

Tali espressioni di democrazia diretta vanno rispettate e stimate. Esse devono trovare spazio in una nuova dimensione civica che sappia porre problemi, unificare bisogni e domande collettive, allestire un Forum Civico Permanente, capace di strutturare un programma condiviso per conquistare una nuova e qualificata rappresentanza politica crotonese in Parlamento.

Ciò che è necessario e urgente per uscire dalla palude in cui siamo è eliminare al più presto il vecchio ceto politico parlamentare. Al posto dei vecchi politicanti, bisogna andare a Roma con uomini e donne di valore concreto, che sappiano portare avanti le richieste e le necessità di Crotone e del territorio.

Spezzare il malefico connubio tra ‘ndrangheta, rappresentanza politica, affarismo, voto di scambio, clientelismo e svendita dei diritti di Crotone deve essere la nostra unica parola d’ordine. Chi ha isolato Crotone dal resto del mondo, chi ha messo i crotonesi fuori da ogni rete e sistema civile, ora può e deve essere definitivamente messo fuori dall’avvenire.