Sfregiata la Facciata di Palazzo Berlingieri. Cancellata l’insegna Casa di Ricovero

Ennesimo scempio nel centro storico di Crotone dove ignoti hanno distrutto a colpi di mazzetta la storica insegna della ex Casa di Ricovero. Si tratta di un affronto ai beni monumentali della città e al patrimonio culturale della comunità locale, ancora una volta vulnerati dall'insensata logica di un privatismo che infrange i vincoli posti su un una struttura edificata nel cuore dell’antica struttura urbanistica di Cotrone.


Narrano gli storici della città nei loro testi, tra cui si annoverano quelli di Andrea Pesavento e di Anna Corrado, la fondazione di questa storica istituzione della carità e dell’accoglienza degli anziani, risale alla seconda metà del 1800, quando Chiara Berlingeri perde suo figlio di pochi anni, e da allora decide di dedicare il palazzo all’accoglienza dei poveri e dei bambini abbandonati. Fino alla fine degli anni ’90 dello scorso secolo, Palazzo Berlingieri ha svolto una funzione sociale costante accogliendo bambini, facendoli studiare, ricevendo anziani di cui le famiglie non potevano occuparsi e curandoli fino al momento del trapasso. Sul finire degli anni ’90 le suore dell’ordine di S.Anna, che fino a quel tempo si erano occupate degli anziani, decidono di lasciare la struttura, soprattutto perché ormai anziane non riuscivano più a portare avanti il gravoso compito. Non è stato più possibile continuare a sostenere la casa di riposo, sia per le competenze non più disponibili, sia per una questione di sicurezza che non permetteva ai vigili del fuoco interventi repentini. Rimase solo un ospite fino al 2009 quando ormai novantenne morì investito da un automobilista.

Come scrisse a suo tempo il fondatore del giornale ‘Il Crotonese’ (23 novembre 2001), Michele Napolitano, “con la partenza di suor Carmela Trezza la Casa di Ricovero di largo S. Veneranda chiude veramente i battenti. Suor Carmela da poche ore ha lasciato la città di Crotone dopo avervi trascorso 52 lunghi anni, tutti dedicati all’assistenza degli anziani ospiti della Casa di Ricovero; in silenzio, ma con tanta commozione, ha lasciato quell’edificio che è stata la sua casa per una vita intera. Avrebbe potuto raccontare la storia minuziosa e dettagliata di quel piccolo mondo che è stato per lei il centro storico, “a ferriata”, largo S. Veneranda, ma non ha voluto uscire dall’anonimato nel quale ha vissuto per gran parte degli abitanti di questa città, certamente non per coloro che hanno fruito delle sue cure, delle sue attenzioni, che non sono stati solo e sempre anziani, perché in quella casa sono passate anche tante giovani donne che hanno imparato a cucire ed a ricamare.

Come il comandante di una nave, che sbarca per ultimo in caso di affondamento, suor Carmela ha aspettato che la casa fosse completamente vuota prima di lasciarla. Il “suo equipaggio” è andato via da giorni, non sempre in salvo, e questo è il vero rammarico di questa “figlia di S. Anna” che ha vissuto per i suoi fratelli e le sue sorelle bisognose di cure e di affetto. Ora anche per lei è arrivato il meritato riposo in una casa dell’ordine religioso che si prende cura delle suore anziane, anche se lei ne avrebbe fatto volentieri a meno ed era disposta a continuare ad assistere gli altri.

È passato un mese da quando su queste colonne abbiamo dato la notizia della imminente chiusura della Casa di Ricovero, il centenario istituto di assistenza agli anziani, proprio perché le suore sono state richiamate dal loro ordine e non ne sono trovate altre per sostituirle; il presidente della fondazione che gestisce la Casa di Ricovero, Adolfo Berlingeri, è ancora alla ricerca di altre religiose, di un altro ordine, forse straniero, che possa riprendere l’attività delle figlie di S. Anna, ma finora senza successo; e questo nonostante il fattivo interessamento dell’arcivescovo Mugione. Una cosa è certa: se non riaprirà la casa per anziani quell’immobile, nello spirito della fondazione voluta da Chiara Berlingeri che donò il palazzo, sarà comunque dedicato ad un’opera sociale, ad un’attività assistenziale verso nuove categorie di sofferenti.

In queste settimane si è sentito e letto di tutto e di più sulla chiusura della Casa di Ricovero, soprattutto ignorando che è una fondazione e che non ha nulla a che vedere con le attività sociali che devono svolgere gli enti pubblici; ignorando anche che in quella Casa non potevano essere ospitati più di venti anziani, non autosufficienti, perché non erano garantite, e non possono esserlo, le misure di sicurezza, specie in caso di incendio, per la stessa ubicazione della Casa che non ha vie d’accesso agibili ad automezzi di certe dimensioni.

Resta il fatto che la città è priva di un servizio sociale che era e rimane indispensabile, e come tale andrebbe rimpiazzato; l’idea più prossima potrebbe essere quella di adeguare statuto e regolamento della Casa di Riposo “Caloiro” che ha aperto i battenti da un paio d’anni, ma con scarso successo, dal momento che per regolamento può ospitare solo anziani autosufficienti, mentre il problema più serio e più grave è per quelli che autosufficienti non lo sono. Per far questo occorrerà ingaggiare una battaglia con la burocrazia, soprattutto quella regionale, e non è detto che la si vinca, ma è d’obbligo provarci, almeno per non lasciare inesplorata l’unica via possibile che rimpiazzi, in qualche modo, la Casa di Ricovero.”