Non essendo più, ormai da molti mesi, un iscritto al PD non ho titoli per chiedere le dimissioni di nessun dirigente di quel partito. Con tutta franchezza neanche mi interessa perché è un esercizio del tutto inutile. So bene come quei gruppi dirigenti stiano invece già pensando a come assicurarsi in una guerra interna le candidature al Parlamento, nelle posizioni migliori e più sicure, sapendo tra l'altro che i posti disponibili si riducono sempre di più per il continuo calo di consensi elettorali.
Carlo Scalfaro | Scrittore
Altro che dimissioni! Dunque non mi interessa, e neppure mi incuriosisce. Rimane, questa si, l'amarezza per la fine ingloriosa di un partito che era nato nel 2007 con una stupenda Carta dei Valori e con l'ambizioso progetto di governare l'Italia del 2000 con i principi di democrazia, di uguaglianza e di giustizia sociale che sono i cardini di ogni autentica politica di centro sinistra.
Con l'avvento di Renzi, del suo clan e dei tanti neofiti interessati unicamente al potere tutto, a partire dalla Carta, è stato stracciato con una scelta di campo a favore dei potenti, della finanza internazionale, dei banchieri e incrementando le disuguaglianze, il precariato, la mortificazione dei diritti dei lavoratori.
Oggi, con il mio impegno insieme a tanti amici e compagni per costruire un nuovo centro sinistra alternativo al PD di Renzi e alle sue politiche, permane solo il pensiero rivolto alle tantissime persone perbene e democratiche che ancora militano nel PD di Renzi per un ormai stravolto senso di appartenenza ovvero nel ricordo di amichevoli esperienze vissute in un passato ormai finito.
L'impegno politico ha senso solo se rapportato alla analisi generale delle scelte politiche e al continuo succedersi di esse. Dunque oggi, anche per quei tantissimi amici perbene e democratici, è il momento del coraggio e delle scelte.