Il Pd di Crotone incarna perfettamente il “tafazzismo”, ovvero quello stile di vita che fa del masochismo il fulcro del suo esistere; nato da Tafazzi, personaggio ideato da Carlo Turati e interpretato da Giacomo Poretti, componente del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Lo stesso trio definisce Tafazzi come “privo di comicità e pieno di insulsaggine” che, però, ha originato un modo di comportarsi e di pensare del personaggio in calzamaglia nera e sospensorio bianco, che saltella colpendosi l'inguine con una bottiglia di plastica vuota.
di Sr* l'impertinente
Ed il Partito Democratico pitagorico, visti i comportamenti dei suoi vertici e gli atteggiamenti negli ultimi tempi, è andato ben oltre, togliendosi il sospensorio e riempiendo la bottiglia, per farsi male, e non solo metaforicamente.
“Nessuno può farti più male di quello che fai tu a te stesso” diceva Mahatma Gandhi, anche se, lo stesso partito di via Panella, non è certo per la sua propensione al pacifismo, considerate le perenni liti al suo interno, per cui viene ricordato.
Liti che, praticamente, sono sempre di casa nella federazione crotonese, ma che aumentano a dismisura quando si tratta di assegnare qualche postazione, come con l'ipotesi di rimpasto in giunta regionale, poi sfumata, o appuntamenti politici, come i congressi del dopo estate.
I ben informati riferiscono che, se nel Pd nazionale c'era il cosiddetto “Giglio magico”, qui a Crotone c'è la “margherita magica”, formata dal segretario provinciale, Gino Murgi, ormai in scadenza, il deputato Nicodemo Oliverio, redivivo dopo essersi eclissato per tanto tempo.
Questo circolo ristretto, però, non è visto bene, specialmente da chi ne è rimasto fuori: a da ciò originano le continue imboscate, le rappresaglie e gli agguati tra una fazione e l'altra, con un partito che non trova mai pace.
A vedere la parabola del Pd crotonese, aveva ragione François de La Rochefoucauld quando sosteneva che “la violenza esercitata su di noi da altri è spesso meno dolorosa di quella che ci infliggiamo da soli”.
Recentemente lo stesso Murgi aveva convocato i consiglieri comunali del partito per parlare della situazione dell'amministrazione comunale. Alla fine, in via Panella si è presentato solo Michele Ambrosio, mentre erano assenti Mario Galea, Saverio Flotta e Rosanna Barbieri. Uno su quattro: non male!
Invece, alla riunione si è presentato Mario Megna che, in realtà, i suoi stessi colleghi non hanno voluto nel gruppo del Pd, mancando la necessaria unanimità; d'altro canto, quest'ultimo termine è ben poco compatibile con lo stesso Pd.
“Non cʼè trappola più mortale di quella che prepariamo con le nostre stesse mani” scriveva Raymond Chandler. E di trappole, il Pd crotonese, è un vero specialista. Prova ne sia la designazione nell'ambito dell'Ato, che sarà guidato da Pugliese.
Cariche che erano state promesse ad alcuni sindaci ma, come spesso accade, prima con il Pci e adesso con il Pd, spesso chi entra Papa esce cardinale e le promesse non mantenute hanno alimentato ancor di più liti e divisioni.
Intanto, i vertici del Partito democratico locali, hanno scoperto di essere commissariati, nella figura di Giovanni Puccio, ed hanno pensato bene di affiancargli due rappresentanti del territorio, ricevendo, però, una lettera di reprimenda della segreteria regionale.
In difesa dei vertici locali, poi, è intervenuto perfino il deputato Nicodemo Oliverio che, però, com'è ormai universalmente noto, non ha moltissima considerazione, né interna né esterna, come dimostra la storia recente del partito stesso.
“L'uomo è l'unico essere senziente che sta distruggendo se stesso allo stato brado” scriveva Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre. E c'è forse una descrizione più efficace delle attuali condizioni del Pd di Crotone, e non solo?
*Simbolo dello stronzio