Crotone, il Grande Blek e il grande bleff della “redenzione”

30 luglio 2017, 18:13 Sr l'impertinente

Il Grande Blek è tornato. No, non si tratta di una riedizione delle strisce dei fumetti dedicate a Blek Macigno realizzata negli anni ‘50 dal gruppo EsseGesse e pubblicato dall'Editoriale Dardo. Si tratta, invece, di Vincenzo Sculco, meglio noto come “Enzo”, che è uno dei protagonisti - con alti e bassi - della politica crotonese a tutti i livelli e che ora ha mandato in avanscoperta la prole, nello specifico la figlia Flora.


di Sr* l’impertinente

In realtà di andare non se n’era mai andato, anche se ha dovuto agire - in questi anni - nelle retrovie a causa di disavventure giudiziarie con un’accusa e una condanna per concussione - ai tempi in cui era vicepresidente della Provincia di Crotone - a quattro anni, di cui tre scontati ed il resto ai servizi sociali; e proprio dopo questi ultimi la Corte di Appello di Catanzaro ha cancellato le pene accessorie inflittegli. Ora può anche ricandidarsi direttamente.

“Il mondo grida e affonda gli artigli nei nostri cuori. Questo è ciò che chiamiamo memoria” diceva Tim O’Brien. Peccato che a Crotone di memoria se ne abbia ben poca, visto quanto ci s’affanni più a magnificare la revoca delle pene accessorie e non già le condanne definitive inflitte.

Tornando al grande Blek, molte sono le affinità tra il personaggio politico e quello dei fumetti. Entrambi, infatti, hanno avuto nemici comuni: hanno dovuto cioè combattere contro le “giubbe rosse”.

Per il Blek dei fumetti si trattava di quelle inglesi di re Giorgio III, malcapitati soldati inglesi chiamati scherzosamente gamberi rossi”, per via del colore della loro uniforme.

Per Sculco, invece, si è trattato degli “odiaticomunisti (nel senso catulliano del termine), quasi sempre osteggiati quand’era Democristiano, un po’ meno da rappresentante della Margherita; ed avversati ora, almeno a parole, da Demokratico.

Per Josè Saramago “noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere”.

Ma nella cabina elettorale, a Crotone, si tende a perderla la memoria. Non si spiegherebbe altrimenti come gli elettori si siano dimenticati della condanna a quattro anni che ha comportato per Sculco perfino la sospensione per diciotto mesi dalla carica di consigliere regionale e la restituzione del vitalizio.

E la smemoraggine persiste anche lontano dalle urne se i galoppini di turno, dopo la decisione della Corte d’Appello, hanno plaudito alla vittoria del “caro leader” al grido “giustizia è fatta”.

Tornando alle diverse similitudini tra “Blek macigno” ed Enzo Sculco, ve ne sono anche per i personaggi che li contornano e li accompagnano nelle loro avventure quotidiane.

Quello dei fumetti seguito dal coraggioso trapper adolescente Roddy Lassiter e dallo scienziato pasticcione professor Cornelius Occultis.

Ma anche a Sculco non mancano un “ideologo” dei Demokratici, il professore di turno, e un delfino; per quest’ultimo, però, il politico non ha ancora trovato la giusta persona, sebbene dopo varie designazioni, e alla fine ha optato per la figlia Flora.

“Ho fatto questo dice la mia memoria. Non posso aver fatto questo dice il mio orgoglio e resta irremovibile. Alla fine, è la memoria a cedere”. Così scriveva Friedrich Nietzsche e ben si adatta al caso di specie.

Proseguendo con le similitudini, il biondo e muscoloso Blek Macigno è capo indiscusso dei trappers e risolve le situazioni a suon di pugni e di pesanti schiaffoni ai nemici. Anche Enzo è un capo assoluto delle sue truppe o, meglio, della “macchina da voti”, e non ha esitato a farsi strada - politicamente s’intende - a suon di schiaffoni che, a dire il vero, in qualche occasione ha pure ricevuto.

Blek uomo rude delle montagne del Maine combatte per la stessa causa dell'avvocato Connolly, un bostoniano istruito e colto che tiene le fila dei ribelli residenti nelle città. Il buon Blek politico ha intorno a se sempre avvocati: sia per difendersi dai guai giudiziari ma non solo, come dimostra ad esempio la recente indicazione di Rori De Luca ad assessore.

A dare un tocco di umorismo al fumetto, anche le esclamazioni tipiche dei suoi personaggi, come ad esempio: “Perbacco, bacconissimo!”, “Perdincibacco!”, “Perbaccolina!”, “Corpo di Bacco!” ed ancora “Corna d’alce!”.

Anche talune di Sculco sono passate alla storia, due su tutte: intervistato dal Quotidiano disse che in Calabria e a Crotone la mafiaè solo letteratura”; al Fatto Quotidiano, invece, se ne uscì con un “Me ne fotto”, in un’altra occasione.

Per Michel de Montaignela memoria ci presenta non ciò che scegliamo, ma ciò che le piace. Anzi, non c’è nulla che ci imprima così vivamente qualcosa nella memoria come il desiderio di dimenticarla”.

E ognuno, compreso Crotone, ha il “Grande Blek” che si merita.