È solo un luogo comune dire che a Crotone non cambi mai nulla, che è sempre la stessa solfa: a testimoniarlo, infatti, sono diverse le novità che gli emigrati, di ritorno in città per le ferie, hanno trovato quest'estate. Ad esempio, rispetto all’anno scorso hanno trovato l'aeroporto “S. Anna” chiuso, ed a volare sono rimaste solo le promesse non mantenute e la gran quantità di milioni, di soldi pubblici, stanziati e irrimediabilmente persi. Se ne sono accorti sulla loro pelle, considerato che prima l'aereo li portava quasi fin dentro casa, e per giunta a prezzi modici, e adesso che si vuol raggiungere la Calabria per via aerea, come minimo bisogna sorbirsi almeno un altro paio d'ore d’auto da Lamezia.
di Sr* l'impertinente
“Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire un ponte anche dove non c’è un fiume” sosteneva Nikita Sergeevič Chruščёv. Peccato che, qui a Crotone, in termini di viabilità, non ci siano più neanche i ponti da attraversare.
Ci sono solo delle strade che definirle tali è un puro esercizio di immaginazione: un sogno da cui puntualmente ci si risveglia finendo nelle buche, o meglio, nelle voragini di cui sono costellate, con il conseguente ripasso di tutto il calendario, in termini di santi citati.
Un’arteria principale, la Statale 106, che viene etichettata come “strada della morte” a causa dei numerosi incidenti che la contraddistinguono anche a causa di una manutenzione pressoché inesistente e per la sua pericolosità in molti tratti.
Strade provinciali e comunali che mantenute in condizioni precarie anche per una questione sociale perché rappresentano, e per molti, una sorta di reddito integrativo considerati i danni che i Consigli dei due enti sono chiamati a pagare ad ogni loro seduta.
Per Jean-Paul Malfatti “la politica costa troppo e puzza più della spazzatura, quindi inquina l'ambiente e fa male alla salute e alle tasche dei contribuenti!”. E come dargli torto considerato il costo non solo dei governanti ma i fondi che si disperdono per la loro incapacità (a non voler pensar male).
Tornando alla questione viabilità: se per aria non va bene, sui binari va anche peggio, dato che, proprio in piena estate, politici “illuminati” hanno deciso di effettuare lavori di manutenzione sulla linea ferroviaria, aumentando di fatto l'isolamento.
Sono stati stanziati 500 milioni di euro per i cantieri della nuova linea Jonica ma, alla fine, a queste latitudini, i cittadini saranno destinati a fare viaggi in mezzi di locomozione assai simili alle vecchie littorine, con un’alta velocità che raggiungeranno solo le imprecazioni.
Per tacere, poi, del fatto che nella stazione di Crotone, tra un po’ non resteranno che i binari, qualcuno dei quali è già stato tolto. Eppure è assai frequentata la stazione: non certo da passeggeri ma da migranti che non trovano altra sistemazione.
“Non sarete giudicati per quello che avete fatto, ma per quello che avreste dovuto fare e non avete fatto per il vostro Paese” soleva dire Rinaldo Sidoli. Se così è, la classe dirigente crotonese sarà sicuramente condannata all'inferno, quello che, d’altronde, stanno facendo scontare ai cittadini in terra.
Nella città che fu di Pitagora - ma anche a livello provinciale - di classe politica adeguata, purtroppo, non è che ce ne sia mai stata, considerato come le Amministrazioni dei vari enti cambino restando sempre risultati analoghi, cioè pressoché il nulla.
Prova ne sia il fatto che il territorio è stato, di anno in anno, sempre più spogliato dei servizi, in tutti i settori, senza che ci sia stato neanche un benché minimo tentativo di opporsi da parte delle deputazioni, ad ogni livello.
In questo senso, non si può essere che d'accordo con Nietzsche, per il quale “anche per i più grandi uomini di Stato fare politica vuol dire improvvisare e sperare nella fortuna". E, purtroppo, qui a Crotone, di fortuna i cittadini ne hanno avuta ben poca. Anzi, nessuna.
Cosa ricorderà, infatti, un cittadino di Crotone e della provincia dell’azione politica, ad esempio, di Dorina Bianchi; dei vari assessori e consiglieri regionali, provinciali e comunali, dei deputati come Nicodemo Oliverio; solo per citarne alcuni.
La risposta è fin troppo facile e combacia con il pensiero di John Kenneth Galbraith, secondo cui “la politica non è l'arte del possibile. Consiste nello scegliere tra il disastroso e lo sgradevole”; o con quello di Paul Valéry per il quale “la politica è l'arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda”.
*Simbolo dello Stronzio