Si sono fatti selfie divertenti e hanno scattato le fotografie più belle tra azzurre marine mediterranee e succulenti piatti ai frutti di mare. Ma la sensazione più forte, quella che altrimenti si chiama 'experience', è stata sicuramente quella di vedersi posare sulla propria testa la corona di Hera Lacinia, il fac simile di quella portata dalla gelosissima consorte di Zeus. Un effetto davvero sorprendente, persino superiore a quello provato da una vera regina o una modella che sfila sui palcoscenici più glamour del sistema moda mondiale. A parte questo simpatico siparietto, i tre olandesi, una giornalista che ricorda molto l'icona pop della bellissima Marianne Faithfull, un fotografo bolognese che richiama un certo fascino dejà vu e attoriale alla Antonioni di Professione: Reporter (The passenger), Nina Schuttert, giornalista freelance, e il suo compagno di vita tra le torri bolognesi e i canali di Amsterdam, Andrea Margelli, studi in economia ma passione per la fotografia, insieme con la loro bambina, come Whodehouse sono ancora in giro a realizzare il loro Grand Tour. Un viaggio non in barca ma su un camper d'epoca, rosso lucido e fulgente, fino in Calabria. Ed è qui che i novelli viaggiatori, mai turisti per caso, forti di una delicata educazione per l'armonia dei luoghi e delle persone, hanno scoperto la decadente e silenziosa bellezza di una Crotone senza tempo né futuro, arenata nel suo presente, fosse simile alle carrette del mare che stazzano nella poltiglia fognaria del suo porto industriale.
Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social
Sul loro blog, per descrivere l'impressione d'agosto, un misto di lieve incanto degli ultimi paesaggi, un acquerello di vedute urbane del passato ancora non deturpato, un racconto a bolla di sapone, remake della limpida e candida olandesina con i tipici zoccoli di Lena, che lava come l'Ava il catrame nero e inquinato del pulcino Calimero, ecco l'impressum, la stampa di un involucro di solitudine e lontananza, le tre città antica, medievale e moderna che si svelano in una sola lettura, un'unica memoria, un insieme integrato di ricordi vivi e indimenticabili. Già, sarà stato che usano parole a me care, tipo il mio 'Il villaggio Dimenticato' (Brueghel edizioni) mi colpisce leggere sul loro blog (www. Opzoeknaaritalie.nl) un resoconto insieme asciutto, acuto e realista, surrealista e trasognato come questo:
“Crotone una città dimenticata piena di bellezza (e auto). Una cosa che ci è piaciuta molto è il centro storico con le sue chiese e i palazzi antichi anche se vi sono tantissime macchine parcheggiate dappertutto. Ma se si immagina queste stradine senza veicoli è veramente bella. Ma ciò che è più bello è che è molto vitale. I turisti non sono usuali ma tutti salutano in modo amichevole. Al Museo Nazionale ci hanno spiegato l'enorme vuoto di visitatori, sebbene sia un museo con un sacco di cose interessanti come ad esempio il diadema di Hera. Ci siamo fatti il selfie con in testa la copia della corona di Hera che sembrava vera...”
C'è Bologna al centro dei propri cuori, che si staglia come una grande casa madre nella loro geografia esistenziale. E' lì che nasce un'idea puramente romantica, quando Andrea decise di portare Nina sulla sua Vespa rossa nei luoghi più belli d'Italia, alla scoperta di un ristorante nascosto, un piccolo villaggio di montagna, attraversando a strati e giacimenti urbani la cultura materiale di un' Italia autentica, dove i grandi torpedoni turistici scansano per paura di sbagliare strada.
La mappa cognitiva del loro Grand Tour, cominciato scorazzando in Vespa con garbo e attenzione tra i colli bolognesi al sound di Cremonini, Logico no?, un pizzico di Pooh all'italiana e panna inglese alla King Crimson, prosegue su un vecchio camper Volkswagen, un Joker Westfalia del 1985, che va a GPL, tanto di guadagnato per l'ambiente e per il portafoglio, un terzo meno di CO2 rispetto alla benzina, a metà prezzo del normale carburante. Lo comprarono che era nero ma decisero subito di dipingerlo rosso, con i rulli! Ne venne fuori un ottimo lavoro. Primo primer. Poi un altro strato di primer. E poi lo strato rosso sopra di esso.
Il camper è la loro piccola casa viaggiante, letterariamente abbastanza simile al mezzo usato in Viaggio con Charley (Travels with Charley: In Search of America) da John Steinbeck, per il suo famosissimo reportage.
Il trasporter è per questo un formidabile status symbol, il filo conduttore, la sala museo in cui è allestita l'esposizione dei ricordi che spiccano nell'album delle vacanze italiane dei tre olandesi.
Fa da filo conduttore per l'autista e i passeggeri che on the road ripassano a memoria gli attimi en joy vissuti all'aperto, le fotografie bellissime scattate una sera in riva la mare aspettando di cenare.
Il contrasto tra il rosso della carrozzeria e le lampadine gialle della festicciuola sulla spiaggia, che si staglia sul blu del mare mette in scena un'atmosfera molto speciale, un sentimento d'estate e di vacanza che non si avvertiva da anni in Italia e nel Sud, dove tutta l'accoglienza è stata mercificata dalle ferree leggi dell'economia turistica.
Invece qui c'è il senso dell'avventura e della vita, il contatto sensuale ed epidermico dei corpi e della bellezza, il calore del sole e la freschezza dell'acqua marina serale, l'alba e il tramonto che annullano sugli orologi sia da polso che mentali, le loro schiavistiche lancette.
Il diario di una sera scritto sulla spiaggia di Scifo, al Camping Alfieri, vale più di cento interrogazioni parlamentari dei difensori locali di un ambiente in riserva: “siamo stati a Capo Colonna, un posto speciale, particolare. C'era un vento fortissimo e guardando a sinistra abbiamo visto delle enormi nuvole nere che venivano verso di noi. Sembrava come se Zeus fosse arrabbiato con noi che stavamo profanando il tempio di sua moglie. Abbiamo cominciato a correre perchè le nuvole arrivavano verso di noi molto velocemente. E come se avessimo capito l'ira di Zeus siamo scappati di nuovo al camping Alfieri. Capocolonna è davvero un posto assolutamente magico.”
Nina, la bionda hippie venuta verso sud da un tempo che credevamo non tornasse mai più, intona per noi un'intramontabile melodia dei Beatles. E pare di sentirlo ancora, sirenico il canto a dolce lamento di Girl, la strofa che incanta e vola... “Is there anybody going to listen to my story All about the girl who came to stay? She’s the kind of girl you want so much It makes you sorry Still, you don’t regret a single day Ah girl, Girl...”