In fondo qual'è la cosa più semplice e importante, ciò che fa vero un sentimento comune e ritrovato, accarezza la memoria giovanile a ritornello, custodisce la nostalgia del cielo blu sempre più blu in una sola nota, il sound e l'identità di un luogo del sud, la poesia dietro l'angolo di una vecchia piscina in rovina, una casa avita diventata pizzeria, una cantoniera di marina trasformata in fast food, una piazza a mala pena dedicata a mano a mano al cantautore crotonese, se non questa sola e unica, piccola, grande statua dedicata a Rino Gaetano, messa a lato, discreta, appartata, che sfugge pure alla vista dei passanti?
Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social
Rino sta la nella sua solitudine di sempre. Allegro menestrello di strada che sta a guardare quel che gli altri fanno ogni mese dell'anno, quando la gente si dirada dalla spiaggia e parte per andare in città, al lavoro che qui non c'è, ai ritmi della vita metropolitana che si sogna finchè non provi nel tuo cuore tutto il senso del paradiso perduto, quando i turisti e i villeggianti, quei pochi che ci sono, se ne vanno via per tornare un giorno, chi lo sa, con il proprio selfie sul telefonino, mentre i gatti messicani pochi di giorno, all'alba e alla controra accorrono in coro a miagolare, aspettando che qualcuno porti da mangiare scatolette succulente per le loro vibrisse.
La cosa che è accaduta questa stagione è l'opera buffa degli amministratori che avevano da spendere qualche lira. Dalla baldanzosa amministrazione comunale sempre pronta a dar segnale di prorompente prossima progettualità, ci si aspettava un gran da fare per dare una più connotata identità al luogo di Rino, rimodulando la viabilità, la piazza, l'ingresso nel lungomare, ridando un tocco di classe architettonica a un guazzabuglio maccheronico di marmi che sembrano uno scivolo, dovuti in omaggio alle tesine giovanile svolte con piacere dall'austero professor Pico Ciamarra.
Con Senatore in quel luogo abbiamo visto di tutto assemblarsi alla rinfusa: Lega Navale, attracco dei soliti yachtman, pizzerie e trattorie occasionali, concerti rock alla rinfusa, ecc. Un posto indescrivibile che alla fine si è completamente desertizzato, abbandonato dai giovani per la scomodità e la asocialità che determina dopo neanche qualche istante.
Poi con Vallone si è passato alla indescrivibile e sconsa piazza dei Marinai, uno di quei posti che non si da da dove si entra e sopratutto come uscirne, con l'abbattimento di un impianto storico come il club dei dirigenti Montecatini e il bellissimo campo da tennis in terra rossa all'inglese, un vero e proprio delitto storico paesistico...
Ora ci sono i Pugliese, che amano il mare, vanno in barca, seguono tutti i dettami eudermici degli assessori abbronzati, shampati e phonati. Siamo sicuri del loro alto grado di preparazione in fatto di nautica e di piscine per cui non ci saremmo aspettati che avrebbero fatto davvero di tutto per squalificare lo spazio intasandolo di vere e proprie cianfrusaglie in cemento armato.
Per esempio la fontana. Bisognava rimuovere il blocco più che confermarlo. Non era più semplice toglierla del tutto e spostare al suo posto la statua di Rino? Invece no, ne hanno rafforzato l'ingombro, l'inutilità frapponendo davanti al monumento un altro pseudo monumento. Davvero un curioso modo di spendere le risorse municipali invece di valorizzare la memoria del cantautore, come per esempio è stato fatto a Bologna per Lucio Dalla, dove a una determinata ora del pomeriggio dalla sua casa si ode il suono di una sua famosa canzone.
Oppure, un pezzo della vecchia piscina, ormai inutile da ristrutturare, viste le tante che sono in funzione da quando quella è dismessa, i vecchi ingressi della Rari Nantes non potrebbero essere trasformati in un piccolo museo dedicato a Rino come accade ovunque, a Liverpool, per i Beatles, con le foto, la storia dell'artista, le immagini contestuali della sua carriera, il gadget, le magliette, ecc.
Inutile parlarne.
Inoltre, al posto di fare le gigantografie geografiche della Magna Grecia, che meritano altri luoghi di esposizione più consoni, non sarebbe stato bello dedicare gli stessi riquadri proprio a Rino e alla sua musica?
Che strana città è questa Crotone. Sembra il paese del contrario. Di andare avanti neanche a parlarne, meglio per tutti se si va indietro.
La memoria è una leva importante specialmente quando resta viva. Non è il caso dei nostri esperti e preparati amministratori. Sono stati bravissimi a sfregiare un luogo che dovrà essere ancora una volta recuperato e ridedicato a Rino Gaetano.
Già… e pensare che neanche il teatro hanno dedicato al povero Rino... “ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po' e mi accorgo che son solo in fondo è bello però, il mio Paese e io ci sto. Mi dicono alla radio statti calmo e statti buono, non esser scalmanato stai tranquillo e fatti uomo. Ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti, e costi quel che costi la vincerò non ci son santi...”