Lavoro, trasporti, turismo ... L’estate “in alto mare” e l’autunno caldo di una città desertica

18 agosto 2017, 19:10 Sr l'impertinente

Diceva Seneca che “è veramente felice e padrone di sé chi aspetta il domani senza preoccupazione: se uno dice: ‘Ho vissuto’, ogni giorno alzarsi al mattino gli appare come un guadagno”. Purtroppo, però, non sempre è così e i cittadini di Crotone, per esempio, non sono, spesso, padroni del loro destino, che, invece, è nelle mani di una classe politica e dirigente che sta imperversando e facendo solo danni.


di Sr* l’impertinente

In questi primi tredici mesi del nuovo governo cittadino, che doveva essere “quello della svolta”, i problemi sono, addirittura peggiorati e ciò che aspetta la città - e l’intero territorio provinciale - sarà un autunno caldissimo, più di questa torrida estate.

In primis le vertenze del lavoro, tutte sospese, senza eccezione alcuna, a causa del solleone agostano, ma che già a settembre, se non prima, si ripresenteranno in tutta la loro drammaticità, in termini di numeri e di storie umane.

“In realtà temiamo il domani solo perché non sappiamo costruire il presente e quando non sappiamo costruire il presente ci illudiamo che saremo capaci di farlo domani, e rimaniamo fregati perché domani finisce sempre per diventare oggi”. Così sosteneva Muriel Barbery e così si ripresenterà l’emergenza dell’isolamento del territorio, con un diritto alla mobilità clamorosamente negato ai crotonesi che si vedono rinchiusi come indiani in una riserva.

Con un’estate trascorsa con l’aeroporto S. Anna chiuso, e nonostante le promesse del sindaco Ugo Pugliese e del presidente della Regione Mario Oliverio, ancora senza prospettive concrete di riapertura.

L’unica risposta del territorio è stata quella di litigare durante la manifestazione in piazza della Resistenza ed il proliferare dei comitati in difesa dello scalo, dimenticando, invece, come è notorio che è l’unione a far la forza.

In realtà, per Karl Popper “il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da noi tutti. Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani. E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dai nostri timori. Dipende da come vediamo il mondo e da come valutiamo le possibilità del futuro che sono aperte”.

L’unica priorità che sembra indirizzata nel verso giusto, anche se parzialmente, è quella della bonifica ma il merito maggiore, nonostante i proclami delle istituzioni locali, va all’accelerazione data dal commissario governativo Elisabetta Belli.

Quanto al porto invece, è proprio il caso di dire che è “in alto mare”, con una serie di proclami ai quali, poi, non è seguito nessun fatto concreto: e meno male che c’era la condivisione sui progetti tra Comune e operatori portuali.

Anche sull’emergenza migranti nessuna proposta concreta e solo un dibattito, neanche autonomo ma indotto, sulla presenza e le implicazioni di un nuovo hot spot nel porto commerciale della città.

Come sosteneva Muriel Barbery “in realtà temiamo il domani solo perché non sappiamo costruire il presente e quando non sappiamo costruire il presente ci illudiamo che saremo capaci di farlo domani, e rimaniamo fregati perché domani finisce sempre per diventare oggi”.

Ad alzarsi le maniche devono essere anche i cittadini, i cui comportamenti non sono sempre all’insegna dell’irreprensibilità, come dimostra la sporcizia in città ed i parcheggi nelle forme più fantasiose e improbabili.

Per tacere, ancora, della capacità di accoglienza che la città dimostra ai turisti che vi capitano e che non sempre trovano un ambiente ideale che li invogli a ritornare in questo martoriato territorio.

“Dopotutto, domani è un altro giorno”: così Rossella O’Hara nella battuta del film Via col vento; purtroppo, però, anche in autunno, a Crotone, si prospetta sempre il solito copione con un finale che, anche a voler essere fiduciosi, non prevede certo un lieto fine.

*simbolo dello stronzio