Nel momento del silenzio e dell'addio, l'attimo del dolore più acuto, lo sguardo della pubblica opinione europea torna ancora sullo sgomento raccapricciante della scena del crimine. Barcellona e Nizza distano 663km di cui 648 in autostrada, più o meno sei ore e mezza di auto a velocità consentita, un percorso tra i più belli del turismo mondiale, incastonato tra la Costa Brava e la Costa Azzurra. Ancora una volta, non inaspettatamente, si è scatenata la furia stragista di un terrorismo coast to coast a marca marocchina. Sulle immagini dei corpi abbronzati, sui volti rilassati e felici di vivere nella luce di agosto si sovrappongono i corpi lacerati, le membra straziate delle vittime ignare e innocenti improvvisamente cadute nel baratro, nel buio più profondo di un terrorismo assurdo, espressione malvagia del malessere del mondo. Terrorismo in guerra contro il Turismo? Turismo, loisir, flaneur, vacanza, location esotiche, libertà di movimento e sicurezza personale, scatti e fotogrammi che improvvisamente si tramutano in una micidiale sequenza horror.
Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social
I territori del turismo diventano rischiosamente i territori del nuovo terrorismo. Il suo fronte di battaglia strategico e privilegiato. Terrorismo low cost, tutto a costi e investimenti bassissimi, un kit criminogeno estremamente semplificato dal punto di vista operativo. Il terrorismo è la vacanza che porta nell'altro mondo i turisti. Un viaggio senza ritorno verso la morte e l'irrazionalità.
Non si tratta di mera follia ma di uno scenario sostenibile, nella misura in cui il turismo è un settore produttivo ad alto rischio, estremamente vulnerabile, già più volte e tragicamente colpito, destrutturato non da uno ma da più attacchi del terrore.
La macchina statale della sicurezza e della protezione ha clamorosamente fallito proprio sulla striscia del terrore che congiunge Nizza e Barcellona. Tutto in un anno, la replica non di una scossa ma di una vendetta, da un'estate all'altra, da un lungomare all'altro. Polizia e forze dell'ordine spagnole hanno evidentemente sbagliato le loro strategie di intelligence e di prevenzione.
Ci sono cose anomale, apparentemente incomprensibili. Perchè far fuori subito i criminali e non invece metterli sotto il torchio della giustizia per scoprire trame e verità? Perchè quest'oscuro attacco alla capitali del turismo europeo, mirato e reiterato come un bombardamento tipico dell'antica tattica bellica convenzionale?
E' accaduto a Parigi, a Londra, a Berlino, l'attacco delle squadre terroristiche contro l'immagine turistica europea potrebbe avere ben specifiche regie. L'economia turistica è il grande volano dell'economia del futuro. L'Unione Europea, con le sue antichissime a attrezzate città, continua ad essere la meta principale e unica di un mercato dei viaggi e delle vacanze di dimensioni gigantesche che nessuna altra parte del pianeta potrà mai eguagliare.
A meno che il rigoglioso giardino del mondo, le straordinarie e uniche bellezze europee non divenga un deserto di angoscia e di paura, il palcoscenico di un horror messi in onda in diretta dai telefonini, dai social, dai selfie impressionanti che girano in un istante nelle emozioni più immediate e profonde sfigurando l'immagine e il sogno turistico.
L'atto di guerra con i mezzi del terrorismo più disumano e atroce che colpisce cittadini inermi, potrebbe essere più semplice di quanto i politici al potere nei vari stati del mondo vorrebbero far credere alla pubblica opinione a e alle loro sempre più disorientate e atterrite popolazioni nazionali.
Potrebbe anche essere che esso sia niente altro che un allucinante e banale stratagemma per rispondere alle scelte politiche con cui i governi degli stati occidentali, specialmente quelli europei, che intendono fronteggiare i giganteschi flussi di migranti che vengono quasi interamente dai paesi islamici, impedendone l'arrivo in Europa.
Ma che si continua a dire esclusivamente che i terroristi dell'Isis siano infiltra nelle colonne infami dei migranti di ogni genere, che si ripeta che abbiano in mano il mercato degli spostamenti e dei trasbordi dall'Asia e dall'Africa verso l'Europa è solo una parziale constatazione che non chiarisce, la funzione integrale di questo gioco.
Solo apparentemente slegate ci sono tre parole più che mai connesse nelle analisi sui fatti della Rambla a Barcellona: terrorismo, turismo, migrazioni globali. Tre contesti, tre ambiti i cui gradi di separazione sono stati praticamente annullati dal ciclo della storia attuale.
Il Turismo europeo non può sopportare il carico dell'immigrazione, pena una modificazione molto forte della sua piena identità culturale e antropologica, la trasformazione radicale del proprio marchio turistico, il brand della potenza occidentale che contraddistingue questo settore fin dall'epoca del Gran Tour, degli esploratori leggendari, scopritori di mondi altri, traversatori di geografie incredibili, mari, monti, fiumi, città, deserti tra colonialismo schiavistico e imperialismo spietato e militare.
Il Terrorismo più che trovare un senso nei versetti satanici dell'odio e della vendetta collocando il progetto distruttivo nell'attacco iconoclasta alla bellezza delle città europee, ai luoghi simbolo delle vacanze vip, ai santuari del piacere occidentale, alla devastazione dei posti al sole più frequentati dal turismo di massa.
Immigrazione e terrorismo contro le città d'Europa sono le due facce di una stessa medaglia? Per molti dettagli si può rispondere affermativamente, perchè oggettivamente esiste una stretta correlazione.
Le migrazioni pilotate e orientate verso l'Europa sono l'altra faccia del turismo organizzato, del mercato delle vacanze planetario che punta verso il vecchio continente. Anzi gli immigrati sono la negazione vivente dell'immagine del turista. Non sono più né l'esotico né il buon selvaggio ma il nemico, il malvagio, l'intruso, il sopruso, il capro espiatorio di politiche storicamente determinate e soprattutto sbagliate.