Abbiamo già avuto occasione di intrattenerci sullo scrittore Mario Decima, il quale riesce a calarsi nelle epoche dei personaggi scelti, tanto da offrirci ammirevoli descrizioni.
“Il fascino dei miti” è la sua ultima opera. Narra le storie di alcuni eroi del loro tempo: Alexios, un giovane atleta, poco conosciuto, che ha difeso i principi di libertà della madrepatria; Milone, un pluricampione olimpionico a tutti noto; Dionigi, pur da misero schiavo, è riuscito a raggiungere il successo; Giovanni Leonardo Di Bona, da umile ragazzo ad imbattibile giocatore di scacchi; Emanuele, personaggio che ha fatto riemergere fasti antichi della sua città.
Ed ecco una rapida sintesi di soltanto due dei personaggi, al fine di lasciare al lettore la possibilità di poter gustare le pennellate descrittive del Decima:
“IL GIOCATORE DI SCACCHI”
Giovanni Leonardo Di Bona amava il gioco degli scacchi. Apprese dal suo maestro che, ogni tanto, bisogna saper perdere, perché si rischia, altrimenti, di non potere affrontare alcuno, ritenendolo invincibile. Nella seconda metà del sedicesimo secolo vi era la febbre per il gioco degli scacchi in tutta Europa. Giovanni al compimento del 18° anno ebbe in regalo l’oggetto del suo desiderio: una scacchiera.
Ed eccolo, finalmente, gareggiare al centro del suo paese (l’attuale: Cutro), con molte altre persone, provenienti da tutta la zona. Arrivò al quinto posto, purtroppo. Una cocente delusione! Alcuni mesi dopo, il maestro di Giovanni lo convocò per svelare i segreti sulla scacchiera, nel corso di numerose serate. Non tanto spiegazioni di mosse particolari, quanto lezioni di tatticismo in attacco e strategie difensive nelle retrovie.
Giovanni si recò a Roma per ragioni di studio, ma non certo dimenticando gli scacchi. Riuscì a conoscere lo spagnolo Ruy Lopez, un campione imbattibile. Alla fine di una partita che Giovanni perse, ebbe però i complimenti di Lopez: “Bravo, è raro trovare una persona della tua età già così abile”.
Nuovi incontri a Genova, ospite di una nobile famiglia. Ma perse le prime tre partite, perché distratto dagli sguardi intensi della figlia dell’ospitante, la quale abbandonò la sala consapevole di essere stata la responsabile delle sconfitte di Giovanni. Pertanto, dopo vinse tre partite tanto che la bella Eleonora pregò il padre di proporla come allieva. Continuarono le partite vincendo parecchio denaro, ma il suo sogno era di potere sfidare e vincere il campione Lopez. Dopo aver perso la prima partita per una distrazione, ne vinse, dopo, ben tre, raggiungendo così la felicità.
“IN UN ANGOLO DEL MEDITERRANEO”
Dionigi, quasi figlio del mare, era sempre in mezzo al mare a raccogliere di tutto – dai mitili ai pesci – non tanto per guadagnare del denaro, quanto per portare tutto dal barone, occasioni per poter vedere l’unica figlia del benestante Lucrezia. Un giorno, mentre Lei faceva il bagno, due predoni la rapirono al fine di richiedere un riscatto.
Dionigi tentò di salvarla, ma fu tramortito, finendo sul fondo dell’imbarcazione. Nel mentre la ragazza venne restituita al padre dopo la consegna di molte monete d’oro, il ragazzo rimase sulla nave come schiavo. Volle, però, apprendere i segreti della nave e del mare.
Fu, dopo, venduto ed il nuovo armatore apprezzò subito le sue qualità. Costretto ad abbracciare la religione mussulmana, decise di sposare la figlia dell’armatore, usufruendo dell’eredità. Ma tutto ciò non lo privò di ritornare nella sua terra natia – Le Castella – al fine di incontrare la vecchia madre e di poter riavere la tanto amata Lucrezia.
Rodolfo Bava