Ci possiamo chiedere perchè molta gente al tempo d'oggi è disposta a mobilitarsi in massa contro la realizzazione di una discarica, magari autorizzata, controllata e sicura, comunque lontana ed isolata dalle più vicine case urbane, ma non farebbe lo stesso se un governo, tipo quello attuale Gentiloni, un ministro degli interni, l'Europa a Parigi, decidono, senza consultare nessuno, di aprire improvvisamente un luogo recluso di raccolta profughi, denominato con termine straniero e anche 'razzisticamente' molto ambiguo 'hotspot' (punto caldo, vale a dire il luogo dove si raccolgono i migranti economici e profughi), nel pieno centro di una città, per ospitarvi non si sa quanto temporaneamente, non 10-20 africani, ma oltre mille persone senza più diritti, tanto diverse per razza, etnia, religioni, culture, usi e abitudini dalle nostre popolazioni locali?
Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social
Calabria svenduta alla Libia, in qualche modo come racconta l'importante agenzia di stampa internazionale AP secondo cui l'Italia avrebbe stretto un accordo con oscure milizie libiche per impedire o limitare sbarchi e traffico migratorio.
La domanda sui 3 hot spot in costruzione non è mal posta, anzi inquieta. Non uno ma ben tre centri andranno ad addensarsi lungo l'intera linea jonica calabrese, una catena di campi di raccolta profughi che dovrebbe fare rete e massificarsi sempre di più, fino a costituire in un non lontano futuro una presenza antropica tanto più di rilievo, perchè insediata in una regione demograficamente svuotata sia dall'emigrazione delle nuove generazioni, sia dallo spopolamento dei piccoli paesi interni, sia dall'invecchiamento della popolazione.
Sono culturalmente e politicamente contrario a questo scempio della Calabria. Non ho alcun dubbio nell'affermare la mia contrarietà a questa dislocazione perchè è sbagliata, perchè un errore di questo governo, perchè una scelta penalizzanti e antimeridionalista, tanto più grave perchè perorata da un calabro ministro, l'esponente del Pd Marco Minniti, più volte eletto nella circoscrizione di Reggio Calabria e non in quella di Sondrio.
Una decisione che di fatto condanna la Calabria ad essere la regione dei Dannati della Terra, il deposito europeo dove concentrare gran parte dell'ondata migratoria africana e asiatica, un vero e proprio inferno di miseria, sottosviluppo, malaffare e criminalità organizzata e spontanea.
A questo progetto di trasformare una delle coste più belle del Sud e del Mediterraneo in un asse attrezzato per clandestini senza documenti, persone in fuga non solo dai propri stati di provenienza ma anche dalla stessa Europa che non li vuole riconoscere, i calabresi non possono e non devono rassegnarsi, nè tanto meno accettare supinamente questa decisione come un ordine militare.
Altro che F16 della Nato e mega villaggio turistico Europaradiso!
Qui siamo di fronte a un grande gioco internazionale in cui s'intrecciano interessi, affari, carriere statali e politiche, che si svolge tutto e interamente sulle spalle e ai danni di una popolazione calabrese ignara di quanto sta succedendo e che potrebbe accadere con l'apertura di tali Hotspot proprio nella parte più sottosviluppata, più povera, isolata e marginale del Paese, come è la Calabria.
Tutto ciò avviene dopo l'inchiesta sul Cara di Isola Capo Rizzuto nel silenzio osceno, squallido e inquietante di deputati, senatori, parlamentari sia di destra che di sinistra, di maggioranza e di opposizione.
Tutto quanto si verifica in un clima complessivo di omertà dei consiglieri regionali, del Presidente della Regione Calabria e di altri organismi amministrativi dello Stato e delle istituzioni che forse aspettano soltanto di tornare a sedersi, al più presto, attorno al tavole della concertazione delle trattative, dove monitorare gli appalti, le consulenze e gli incarichi ai soliti protetti di partito e di governo.
La Calabria, dopo gli accordi di Parigi, diventa materialmente il prolungamento della Libia, non una regione d'Europa ma un pezzo avanzato del Nord Africa.
Aveva ragione Gheddafi a vantarsene, a compiacersene quando sotto la sua tenda accoglieva Massimo D'Alema e Marco Minniti, allora ai vertici della Presidenza del consiglio, a cui forse disse, si può immaginare, che la Calabria Saudita era e sarebbe stata nient'altro che una pertinenza sia storica che geografica del suo Stato totalitarista, la sua quarta provincia mediterranea dopo quelle africane di Cirenaica, Fezzan e Tripolitania?