Negli ultimi cinquecento milioni di anni sono avvenute sulla Terra almeno cinque grandi estinzioni di massa. In questo momento ci troviamo nella fase iniziale della sesta. Sì, proprio così, avete capito bene: fino a qualche documentario di Piero Angela fa potevamo ancora farcela. Ora no. Allacciate le cinture di sicurezza e preparatevi allo schianto. Le varie specie che popolano questo bizzarro pallino in mezzo al cosmo si stanno estinguendo così velocemente che per molte di queste non ci sarà il tempo per catalogarle. Le cause sono sicuramente quattro: la perdita dell’habitat, l’introduzione di specie estranee, il riscaldamento globale e l’acidificazione del mare.
Patrizia Muzzi | Cambio Quotidiano Social
Riposto Il libro del mare di Morten A. Strøksnes (Iperborea, 330 pagine, 17,50 euro) pensavo di correre in strada e urlare ‘Ma cosa cavolo state facendo? Dobbiamo salvare la pellaccia e vi preoccupate di andare in palestra?!’.
Noi abbiamo in testa l’idea che la gente del Nord (Europa) sia buona e brava e che non commetta scempi ambientali come facciamo noi gente del Sud. Purtroppo grazie a Strøksnes scopriamo che quello delle Lofoten non è più un paradiso incontaminato abitato da vecchi saggi.
L’industria miliardaria delle alghe sta distruggendo le foreste di laminarie e tutto l’ecosistema ad esse correlato.
Le barriere coralline di profondità, tra le più grandi esistenti al mondo, sono quotidianamente disintegrate per colpa della pesca a strascico.
Quando poi si analizzano gli uccelli marini norvegesi, nove su dieci hanno plastiche nello stomaco. ‘Ogni anno muoiono verosimilmente più di un milione di uccelli e oltre centomila mammiferi a causa dei rifiuti di plastica.’
La sismica a riflessione usata dalle società petrolifere spara onde d’urto fortissime nell’acqua che provocano gravi danni all’udito dei cetacei.
L’inquinamento delle acque è tale che i granchi sono pieni di cadmio, i pesci lupo sono sempre più rari e pieni di formazioni tumorali.
Per Strøksnes la ricerca dello squalo della Groenlandia diventa un pretesto per parlare del Mare, della Natura e delle Lofoten, sperduto arcipelago della Norvegia, tanto amato dai romantici avventurieri quanto odiato da generazioni di marinai incappati nelle sue misteriose correnti di cui si sono occupati anche Poe e Verne.
Avevo richiesto questo libro in biblioteca pensando di rivivere la caccia di un capodoglio o un marlin, ma ho trovato una dichiarazione d’amore, un manuale, uno studio scientifico, un monito, una poesia.
‘Dei quattro punti cardinali il nord è sempre stato quello più avvolto nel mito.’
Bellezza, purezza e quiete.
Sono queste le parole che secondo l’autore descriverebbero meglio cosa significhi per noi, gente del Sud, il mondo del Nord.
‘Le parole si connettono in modo profondo all’esperienza.’ – scriveva Tullio De Mauro – ‘Chi vive sempre in città vede e nomina, se gli capita, la neve, ma già il provetto arrampicatore su ghiaccio o lo sciatore nomina perché vede e sa riconoscere nevi diverse.’
‘Sul lato esterno delle Vesterålen hanno una parola tutta loro per indicare il suono del mare che arriva dalla finestra della camera da letto in una mite notte d’estate, lambendo dolcemente la battigia: sjybårdurn.’
Per i nativi americani l’acqua non è solo qualcosa che si beve o si usa per lavare. L’acqua ha uno spirito proprio: è viva. L’acqua ha memoria e sa come la trattiamo, l’acqua ci conosce. E anche noi dovremmo conoscerla. Il libro del mare è un libro che consiglio di leggere a tutti perché ci insegna a conoscere il mare e tutti i numerosi misteri che in esso si celano.