Il punto sul Crotone. L’Ursino-pensiero: gruppo, pochi errori e piedi a terra. E guai a parlare di serie B

28 settembre 2017, 20:05 Trasferta Libera

Allenamenti intensi, partecipazione collettiva col solo obiettivo di mostrare a tutti il senso di appartenenza al campionato in cui si milita: la serie A. La vittoria sul Benevento ha segnato l’inizio di uno stretto dialogo col pubblico e quanti hanno sempre creduto nel progetto dell’Fc Crotone.


di Giuseppe Romano | Trasferta Libera

Una vittoria spinge a proseguire senza mai mollare la posizione che si è conquistata in classifica e che tiene il “gruppo” a distanza dalle tre squadre di fondo: Benevento, Verona, Genova, che al calciomercato hanno speso molto di più della società calabrese.

Nessun disagio, per questo. Le operazioni di mercato, portate a termine dal direttore sportivo Beppe Ursino, sono il risultato di un progetto consapevolmente tracciato dal presidente, Gianni Vrenna, e dal figlio Raffaele, direttore generale a soli trent’anni, in un campionato complesso, carico di insidie e con club che non hanno badato a spese.

Il Crotone è ripartito sull’entusiasmo di una squadra fatta di giovani che dovranno sudarsi la salvezza, con un tecnico, Davide Nicola, che li fa sentire importanti, quanto quelli che, sul mercato, si sono visti rimbalzare addosso decine di milioni di euro.

Anche Marco Tumminello (18 anni) aveva detto “sì” al Crotone per realizzare un sogno. Aveva incominciato bene segnando una rete alla squadra di Gasperini. Poi l’infortunio all’inizio di partita col Benevento, allo Scida dove aveva promesso un gol a quelli della Curva Sud.

Quanta sfortuna per lui, sfortuna per il Crotone e quanta per la serie A. Tumminello è stata l’ultima trattativa chiusa con la Roma, negli ultimi giorni di calciomercato, a fine agosto, quando la squadra calabrese aveva terminato il “ritiro”, e a campionato iniziato.

È legittimo porsi una domanda: “È giusto iniziare il calciomercato a luglio per chiudere a fine agosto, quando le squadre hanno terminato il ‘ritiro’ e iniziato il campionato?”. Ne abbiamo parlato col Ds Beppe Ursino, amareggiato di quanto è successo a Tumminello, ultimo dei calciatori aggregati al gruppo.

“Certamente, questa formula crea dei problemi. È un mercato troppo lungo e sicuramente bisogna trovare una soluzione per accorciare questi tempi. Sembra che tutti siano d’accordo, però, ancora, solo i club inglesi ci sono riusciti, a livello federale. Secondo me prima o poi si riuscirà a limitare i tempi. È inconcepibile giocare a mercato aperto. Ricordo: un anno un giocatore ha cambiato tre società in pochissimo tempo. Il nostro è stato un mercato lineare. Abbiamo centrato tutti gli obiettivi. Siamo contenti, a parte quanto è successo al giovane calciatore”.

La società ha concluso le trattative sulla base di un progetto tracciato durante l’anno, mentre era in corso il campionato 2016-2017, indipendentemente se avesse dovuto giocare in A o in B per il 2017-2018.

“Non nomino mai la parola serie B. Siamo stati sempre fiduciosi e lo saremo anche quest’anno. Lavoriamo senza sosta per tutto l’anno. Approfondiamo sempre le nostre conoscenze con le competenze che ci hanno sempre distinti (un riferimento anche al figlio, Graziano, responsabile dell’area scouting, anche lui giovane esploratore, ndr). Siamo preparati. Stiamo facendo un ottimo lavoro, non improvvisiamo nulla, sempre informati sui calciatori e i rispettivi ruoli che ricoprono. Tracciamo le soluzioni e cerchiamo sempre di definirle”.

Rispetto al mercato condotto lo scorso campionato, prima esperienza in serie A, cosa avete dato di più e cosa è cambiato?

“È cambiato tutto. Nella scorsa stagione si è subito pensato che il Crotone sarebbe retrocesso appena iniziato il campionato. Le squadre neopromosse hanno questa etichetta, specie il Crotone. Ricordo tante occasioni di giocatori che non hanno accettato di venire da noi, per non parlare del mercato di gennaio. Infine, abbiamo deciso col mister di non prendere nessuno perché non ci convinceva nessuno: e abbiamo avuto ragione”.

La politica verso i giovani, farli sognare e fare risultato, ha un costo?

“Quando un giocatore è bravo non si deve guardare l’età, deve giocare. Se si guardano i campionati esteri i più forti sono giovani, quindi l’essenziale è che siano bravi. Noi crediamo in questo”.

Rispetto allo zoccolo dello scorso anno che ha maturato tanta esperienza in serie A, conquistando la salvezza, quali sono gli elementi che faranno la differenza quest’anno?

“Deve essere il gruppo a fare la differenza, come è sempre stato. Giocatori, allenatore, il sottoscritto e il pubblico, senza escludere la dirigenza che è quella che traccia le dinamiche di questo progetto; devono convergere le forze perché tutto vada a buon fine. Ho sempre sostenuto che dove si fanno buoni risultati c’è sempre una grande dirigenza. A Crotone è stato sempre così”.

Quante rinunce! Probabilmente per la classifica nessuno credeva in quello che avreste potuto fare. Quest’anno, invece, è stato più lineare. Le conclusioni sono state più immediate?

Sicuramente sì. È stato un mercato più logico, nessun giocatore ha rifiutato e gli obiettivi centrati sono stati quelli indicati nel programma”.

Il lavoro maggiore e le difficoltà a concludere una trattativa sono dovute ai procuratori, alle società di appartenenza o al calciatore stesso?

“È un discorso complesso. Noi dobbiamo il dovere di pensare a sbagliare il meno possibile. La nostra è una piccola società e non bisogna sperperare il patrimonio che abbiamo acquisito in questi anni”.

Qual è stato il momento più difficile o la trattativa più complessa?

“L’ingaggio di Budimir, l’ho detto altre volte. Una trattativa lunga più di un mese perché quando tratti con procuratori stranieri, specie in determinate zone, affiorano sempre delle difficoltà. Con Budimir abbiamo avuto ostacoli quando è arrivato la prima volta. È stata quella la trattativa più lunga”.

A livello tecnico, quale dei nuovi si eleva più di tutti nella campagna acquisti portata a termine per questo campionato?

“Sono dei giocatori bravi nel proprio ruolo ed abbiamo il vantaggio di avere un grande allenatore; è così, lo è stato negli anni: abbiamo avuto sempre dei grandissimi tecnici. Sarà un campionato difficile, equilibrato. Dobbiamo stare attenti sempre. Noi non possiamo distrarci o fare voli pindarici. Occorre essere umili, avere tutti il senso di appartenenza ed essere in sintonia con la stampa e principalmente col pubblico”.

Quale sarà il ruolo del Crotone in questo sera A.

“Lo stesso ruolo delle sette squadre che devono lottare per non retrocedere. È questo il nostro obiettivo e cercare di centrarlo al più presto possibile”.

Il ds rossoblù appare molto soddisfatto del lavoro svolto e di quanto il “gruppo” sta sviluppando in campo.

“Il Crotone sarà guardato e rispettato per quello che ha fatto negli ultimi nove anni, forte di una società che non si arrende mai. Saranno tante le squadre avversarie che avranno paura di giocare col Crotone”.