Non riteniamo di risultare razzisti soltanto perché osiamo intrattenerci sul “Piano nazionale per l’integrazione dei rifugiati”, varato dal Viminale nei confronti di ben 74.853 migranti.
Un intervento che dovrebbe garantire un alloggio, un lavoro, l’assistenza sanitaria e l’obbligo scolastico, con il dovere, da parte degli stranieri, di rispettare le leggi e la cultura della nostra nazione.
Certamente un ottimo “Piano” – almeno nelle intenzioni – al fine di potere riuscire ad integrarli e farli divenire un domani dei cittadini italiani.
Però vi sono circa altri 200 mila migranti i quali, “su base volontaria”, potrebbero partecipare gratuitamente “alle attività di utilità sociale a favore delle collettività locali”. Ma sono pochissimi i Comuni che provvedono ad una simile “integrazione”.
Quindi, provvedere per circa 75 mila è ben poca cosa rispetto agli altri 200 mila. Viene spontaneo chiedersi: “Ma quante altre migliaia di migranti sono presenti in Italia senza essere stati registrati”?
In particolare, ci domandiamo: “Come mai non è stato predisposto un analogo provvedimento per gli italiani senza una casa e senza un lavoro”?
Possibile che gli italiani debbano essere discriminati dal nostro Governo? Possibile che vi debbano essere ancora persone, nate in questo Paese, costrette a dormire in auto, mentre i migranti dormono tranquillamente negli alberghi? Possibile che, a tutt’oggi, vi siano famiglie che non riescano a provvedere al necessario giornaliero?
Ecco: plaudiamo al “Piano” varato dal Viminale per parte dei migranti però lo critichiamo aspramente per non avere tenuto conto delle precarie condizioni economiche di non pochi connazionali.
E non siamo gli unici, dato che molti sindaci sostengono: “Prima vanno aiutati gli italiani”!
Rodolfo Bava