Nel Giardino dei Finzi Contini dove i fiori autunnali sono lucidi e splendenti, il Crotone di Nicola e Simy mette in fioriera un pareggio bagnato di pioggia. Non lo stesso era accaduto nel primo tempo quando Alberto Paloschi, che entrava a freddo in sostituzione di Marco Borriello infortunato, infilava sotto il braccio di Cordaz, a sei minuti dalla conclusione di un vivace primo tempo, una palla che sembrava imprendibile. Il dato di fatto e di cronaca notevole e rotondo è la fibra psichica dimostrata da un Crotone che ormai viaggia tra gli stadi della Serie A senza alcuna sudditanza nè soggezione calcistica, sentendosi libero di affrontare a pie pari ogni avversario anche di grande caratura. Se ci pare questa la novità che segnerà il clima emotivo del campionato di andata dei rossoblù va anche evidenziato che il cambio di programma è avvenuto grazie alla curiosa e stuzzicante complicità di inattesi e imprevisti incidenti di percorso che paradossalmente hanno cambiato nel profondo la mappa, il profilo e la fisionomia di una squadra studiata a tavolino durante il mercato. A fronte di una compagine rimaneggiata Nicola rilancia e riscopre la cognizione della sofferenza e la trasforma in una forte e motivata consapevolezza di vivere tutti i novanta minuti come una volta. Il motto è Semplice più dell'allenatore della Spal: uniti si vince comunque, solo quando prevale lo spirito del collettivo, solo quando l'unione che fa la forza sconfigge limiti e debolezze premiando coloro che si preparano e combattono.
Vito Barresi | Trasferta Libera
Partita di buon livello per il lato B della Serie A. Soccer picture di alta valenza artistica per il debutto sul palcoscenico estense di squadre minori comparse e protagoniste del grande football nazionale.
Non scorci di periferia ma quadri d'autore quotati all'asta che rendono diverso e speciale il calcio italiano in tutto il mondo. Sport popolare che fa sempre spettacolo in mezzo a opere e genialità che rendono maestoso il verde tappeto bugnato e bagnato della Spal a Ferrara. Crotone che viene dal sud inquadrato in cornice da beni culturali.
Ancora non in ordine dopo ben 49 anni lontano dai vertici agonistici su cui ci marcia una squadra gagliarda che viene dalla retrovia del football emiliano. Club di polpacci, salumi e cosce atletiche, scolpite come fossero prosciutti asciutti e stagionati. Stadio in cui debuttano i rossoblù che pure calciano di punta e di ricamo, su un prato d'eccellenza raccontato con penna d'oca nei romanzi di Giorgio Bassani.
Tuttavia i tacchetti del team di Nicola restano impigliati, tra praticabilità e affondi, sul manto erboso messo sotto osservazione persino dalla Federazione dopo le accuse avanzate dall'iperbolico Sarri. Partenza lanciata all'avvio del secondo tempo con un Crotone propulsivo e prepotente che comprime nella propria parte tutti gli undici spallini, fino a raggiungere la meta con un affondo di Symi al 14° dopo aver ben superato Salomon.
Con un impianto paradossalmente ridimensionato da vari fattori Nicola coglie l'opportunità straordinaria di affrontare qualsiasi avversario a carte coperte, impostando scelte tattiche inedite che raccontano un ritorno a moduli antichi e classici, ritoccati dal tecnico piemontese senza nulla cedere alla convenzionalità. A Ferrara è tornato in scena lo schema limpido del catenaccio e del contropiede, una scelta che ha tenuto sulla corda la Spal, costretta a giocare sotto un pressing psicologico logorante e limitante.
Ansia che ha nevrotizzato le manovre spalline, confondendo i ruoli dei vari calciatori, fino a generare un guazzabuglio finale che lascia insoddisfatto soprattutto il Semplice, allenatore dei bianco azzurri, alle prese con l'eredita storica della leggendaria Società Polisportiva Ars e Labor. Pareggio giusto che niente toglie a nessuno delle due compagini. Se non dare ad entrambe un punto che serve in classifica.