A Roma, a Roma...marcia compatta l'armata sanfedista del vecchio regime partitocratico pronta a tagliare i ponti e sbarrare ogni strada all'Italia del cambiamento. Una favola, l'avvio di un capitolo di un futuro libro di storia? Può essere ma sta di fatto che sul crepuscolo di questa XVII Legislatura, si avvia di tutta fretta la sbrigativo iter di conclusione per una legge elettorale sempre implorata ma mai concessa da un Parlamento che era già fondato sotto i peggiori auspici di un'altra legge che la suprema Corte Costituzionale aveva bollato con marca Cicerone come di per stessa incostituzionale. Se non fosse poi che la proposta in discussione è stata soprannominata Rosatellum Bis, insomma già un rosato, di per sé un vino un pò annacquato...
Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social
Come tutte le leggi elettorali della storia politica italiana anche questa non cade né dal cielo né sorge dal nulla. Certo non è il prodotto o il frutto della mente di Minerva ma semplicemente la bustina dei soliti politicante di regime, forse oggi nemmeno provvisti dell'ausilio vetusto di qualche senatore a vita in semplicemente in servizio tattico permanente.
Da Cavour a Crispi, da Zanardelli a Giolitti, da Gentiloni a Mussolini, da De Gasperi a Scelba, da Nenni a Togliatti, ecc.ecc. la legge elettorale è sempre stata espressione di una maggioranza di governo in carica, e ancor di più oggi sarà il frutto di accordi e ammucchiate che dir si voglia che si vanno delineando per non passare in mano altrui il proprio potere, per non scollarsi dalle comode poltrone delle auguste aule di Palazzo Madama e Montecitorio.
Accordi e ammucchiate intese a bloccare ogni rinnovamento delle istituzioni democratiche, a fermare l'alternanza di sistema,a mantenere gli ormai logori equilibri di un ciclo della storia del sistema politico nazionale ormai definitivamente concluso.
Per quel che in genere potrà servire anche il Rosatellum Bis si staglia nel cono d'ombro dell'illegittimità costituzionale, cioè di essere legge particolare in contrasto con l'organicità e la gerarchia della Grundnorm, la legge costituzionale e primaria e pertanto nient'altro che uno stratagemma di quanti hanno contribuito ad affossare il Paese consegnandolo a un inesorabile declino, lasciandolo nelle spire della crisi economica, persino nell'isolamento internazionale.
Durante il 2017 popoli antichissimi hanno dato segni di risveglio della propria identità riscoprendo la via dell'autodeterminazione, come gli scozzesi prima e i catalani dopo, entrami impegnati in importanti quanto difficili e avversati referendum. Il ritorno della dimensione nazionale avviene in un quadro internazionale profondamente mutato negli assetti dalla globalizzazione non solo economica ma anche militare per cui colpisce soprattutto non tanto il colore del revival etnico culturale quanto invece la nervosa e violenta reazione degli stati nazione colpiti dai processi di autonomia territoriale e dalla diversità d'approccio al nuovo sistema di relazioni internazionali.
In Spagna il governo centrista e popolare, come pure quello conservatore in Inghilterra con modalità ovviamente molto diverse, ha fatto tornare alla ribalta persino il fantasma della repressione centralista e le ombre della restaurazione.
Fatti ed episodi che legati in un insieme più vasto certificano un fermento, un movimento più profondo e radicato all'interno della vecchia Europa, che risponde alle strategie dei nuovi assi di potere finanziario e politico militare del capitalismo mondiale, ponendo in evidenza la peculiarità della dimensione locale e regionale, cercamdo di trovare anche la giusta e nuova rappresentanza alle esigenze di equilibrio e di eguaglianza poste dall'approfondirsi delle sperequazione economiche e sociali, dalla concentrazione assurda e immorale di tutta la ricchezza monetaria e finanziaria solo in poche mani e in pochi stati.
Guai se l'attuale maggioranza in Parlamento, guidata da quel che resta da una sinistra ormai depotenziata dei suoi stessi valori storici, scegliesse la scorciatoia di una legge elettorale iniqua e sbagliata.
Il Pd, la destra e la sinistra parlamentare insieme ai centristi di varie specie popolari, rischierebbero di andare non solo contro il Movimento Cinque Stelle ma contro tutti gli italiani che reclamano una giusta e democratica alternanza di sistema.
Meglio sarebbe che il Parlamento lasci le cose come stanno invece di tramare e pasticciare un'altra brutta legge elettorale.
Sarebbe come manomettere e avvelenare l'intera campagna elettorale del 2018. Più che altro servono parole nuove, una buona politica onesta che sappia realmente costruire un pezzo del nostro futuro. Tutto il resto è oscuro e pericoloso per la democrazia, se non il tentativo anche disperato di difendere privilegi di casta e di partito.