Lettera Aperta al Ministro Minniti su Ordine Pubblico e Rischio Razzismo a Crotone

Che senso avrebbe altrimenti che Lei Signor Ministro Minniti si sia lodevolmente recato in Sinagoga a Milano per ribadire il suo apprezzato impegno antirazzista, per la tutela del mondo ebraico, se poi sulle pagine di una Questura italiana si permette, senza alcun controllo nè vigilanza, di pubblicare frasi oltraggiose e incitanti all'odio razziale, da parte di utenti che hanno avuto 'liberamente' modo di commentare e usare come bacheca aperta e moltiplicatica dei messaggi, l'arresto di due giovani africani, “entrambi guinensi, classe 1999, per il reato di rapina aggravata in concorso”? Che cosa scriverebbe in proposito un ben noto giornalista, autore di un famoso libro sulle discriminazioni razziali subite dall'emigrazione italiana in America e altrove, se si trovasse di fronte a un implausibile caso di linciaggio mediatico a mezzo di pagina social intestata alla Questura di Crotone?


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

Certi della sensibilità in proposito si fa appello al Ministro degli Interni On.Marco Minniti perchè si dia impulso e si determini al fine sia svolta un'immediata indagine conoscitiva sui fatti mediatici avvenuti in Crotone, a seguito della pubblicazione su una pagina social, in qualche modo risalente al Ministero degli Interni, della notizia d'arresto da parte della Squadra Volante della locale Polizia di Stato di Crotone, per appurare se vi siano state negligenze e disattenzioni nell'esercizio delle opportune vigilanze in merito alla divulgazione e propalazione a mezzo web, seppure momentanea, di frasi di chiara marca razzista e discriminatoria, inneggianti al linciaggio e all'omicidio, alle camere a gas e a sciogliere gli 'extracomunitari' nell'acido, inopinatamente divulgate su quel profilo;

e se ancora risulta vero che, soltanto dopo la sollecitazione, a seguito di un indignato commento di un cittadino e di altri lettori, i gestori pubblici del sito abbiano prima cancellato i post più violenti, che tra l'altro suscitavano approvazione e incitamento, e poi cautelativamente pubblicato una 'comunicazione agli utenti della pagina' con cui si avvertiva testualmente che “come già riportato nelle regole di net-iquette reperibili nella sezione informazioni, si ribadisce che nei social network ognuno è responsabile dei contenuti che pubblica e delle opinioni che esprime. Non saranno comunque tollerati insulti, volgarità, offese, minacce e, in generale, atteggiamenti violenti.Ciò stante, si comunica che tutti i commenti i cui contenuti violino le norme sopra indicate saranno cancellati dalla pagina.Nei casi più gravi saranno intraprese le necessarie misure financo di natura penale.”

Tutto ciò premesso poichè occorre fare attenzione non solo a quella malattia sociale che si chiama razzismo ma anche al diffondersi rapido e a vampate di certi virus istituzionali, in forma di gesti, dichiarazioni, comportamenti, talvolta vere e proprie scelte politiche gestionali della pubblica amministrazione, in generale e particolare. Magari atti solo apparentemente banali, ovvii, neutrali, ma molto spesso camuffati sotto l'emergenza del crimine e dell'insorgere delle devianze. Sono questi i più pericolosi pregiudizi che rischiano di fomentare insicurezza e allarme, annidati in parti della macchina statale, che rimandano a un'ideologia più ampia e sotterranea che contagia e si diffonde ovunque nella società e nel mondo globale, nelle istituzioni stesse e persino in segmenti degli apparati dello stato come purtroppo la storia e il passato ci insegnano.

Signor Ministro, On. Minniti, apparirà anche a Lei evidente che per la pubblica opinione democratica, in Italia, in Calabria e a Crotone, simile avvertenza pubblicata postuma non può bastare a diradare lo sconcerto, l'incertezza e la ripulsa che quelli frasi violente hanno suscitato nella popolazione, turbandone la quiete e la coscienza.

Soprattutto a ragione del fatto che le Forze dell'Ordine sono chiamate diuturnamente ad agire in un quadro ambientale e sociale particolarmente gravato da effetti e ricadute di ingenti e grandi flussi migratori che gravitano su questo territorio.

Come pure va rilevato che tutto ciò sarebbe avvenuto in un contesto quale è quello crotonese fortemente scosso dalle eclatanti inchieste svolte dalla magistratura distrettuale antimafia, circa i nefasti intrecci tra sistema dell'accoglienza dei migranti e criminalità della 'ndrangheta, nel mentre si è in attesa che venga dislocato un mega hot spot per migranti, talchè occorrerebbe una più alta e forte rassicurazione affinchè simili 'disguidi' non abbiano più a verificarsi, agendo in termini di massima prevenzione e repressione nei confronti di subculture razziste perniciose socialmente, anti coesivamente più che mai pericolose e allarmanti.