Minchia Cogliandro, Bologna sconfitto dal Crotone prende in casa tre sberle Rossoblù

4 novembre 2017, 20:00 Trasferta Libera

Donadoni nervosissimo a fine partita ha visto dal Dall'Ara i suoi Viali del tramonto. Una serata indimenticabile di sport e fair play che trova il Crotone in palla pronto a servire un piatto travolgente per il Bologna. Ammollandogli in casa con un doppio brodo Budimir e un secondo alla Trotta, una cocente, e per molti felsinei, persino 'disonorevole' sconfitta. Tre goal, di cui uno su rigore siglato da Marcello Trotta con gagliarda e maestra esecuzione, dopo che l'arbitro Pasqua segnalava a gesta il pronto soccorso tecnologico del Var, per poi fischiare con nitore il calcio dal dischetto. Tutto incorniciato nell'impostazione e nell'imposizione di un'andatura di gioco briosa e attenta, che nel primo blocco di manovra ha di fatto impedito al Bologna di sviluppare azioni valide. Quindi gara interpretata autorevolmente, con il tono e il taglio agonistico distinto e di livello, messa in scena da un Crotone ben temperato da Davide Nicola. Tecnico, infine,(chissà poi perchè soltanto lui?), applaudito da tutto il pubblico emiliano, fosse un poco quasi a 'scuorno' del proprio deficitario allenatore che traballa sempre più in panchina.


Vito Barresi | Trasferta Libera

Un Crotone di fatto preso sotto gamba, magari in settimana immaginato semplicisticamente come un superficiale ingombro cafonal, da superare con un tocco di champagne e una regalia in bottiglia premio-partita di lambrusco, non solo stancava e innervosiva, ma quel che più conviene rimarcare, dava prova di un calcio vero, autentico ed essenziale, l'utilitaria che schiantava sulla pista la Lamborghini in Piazza Maggiore.

Si sa, Nuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale, ma...al Bologna, e ai suoi campioni in punta, i pitagorici hanno lasciato, praticamente, un'unica opzione fin dal primo minuto.

Soltanto lo stretto spiraglio di qualche occasionale finestra da aprire al limite dell'area, per via degli attacchi alquanto simili a quelle esercitazioni pratiche di guerra che si fanno ancora in una vecchia caserma dell'esercito russo.

E cioè gli scontri uno a uno, i contatti personali tra difensori e attaccanti, quelli di un calcio da fanteria, da cui sono scaturiti alcuni scontri più ruvidi, in breve, la successione di due palle ferme sotto porta che raccontano più che la sinfonia di Verdi, che ha suonato trionfalmente le sue trombe sul violino di Scordaz, la rapsodica illusione di un nuovo calcio bolognese praticamente naufragato proprio davanti ad un ammutolita Curva San Luca.

Per non dire di quel che accadeva tra i Vip, con un Sapori in evidente crisi ipoglicemica, sbiancato come latte Granarolo alla terza rete del Crotone, mentre tra sorbole e altre imprecazioni alla Cogliandro, minchia tre..., lo squadrone del Bolo faceva la figura cogliona di una squadra castigata, battuta e umiliata.

Gli uccelli nell'aria perdono l'ali quando passa Nuvolari, prima in vantaggio, poi riacciuffata, poi di nuovo in vantaggio e ancora una volta riagguantata e infine brillantemente superata, vinta e sconfitta.

Polvere spazzata via e tunnel tra i muscoli dei Nettuno in pantaloncini che fanno a mucchio, tra atleti che si stendono sul prato, effervescentemente tramortiti davanti al proprio pubblico da un Crotone che corre, corre, anche se questa volta non piovono polpette.

Fiasco solenne fiasco, come se al Metropolitan o alla Scala per il Pavarotti, ah se avesse sonoramente steccato. Per il Crotone c'è un numero in più nel suo destino. Per il tifoso emiliano una vera e propria tragedia collettiva.

Così mentre il Bologna alla Chef Parade assaporava i suoi due ravioloni al ragù serviti in tavola, per altro senza lavorare in cucina, lasciando qualche resto ai servitori del sud, dalla retrovia della difesa pitagorica cresceva poderosa la tramatura autorevole di un Crotone di pregiato livello tecnico e tattico che dava una vera e propria lezione di stile calcistico ad un Bologna arrogante e incapace di ammettere la propria attuale inferiorità su vari piani del confronto agonistico in questione.

Pavlovic e Nalini superbi, da 9. In particolare Pavlovic, esternalizzato da Nicola con grande intuizione, ha svolto il ruolo di un regista 'segreto', l'uomo chiave, la centrale operativa di tutta la strategia sia offensiva che difensiva del Crotone.

Donandoni non se ne avveduto neanche nel secondo tempo. Ed è stato anche questo un risultato netto dell'intelligence messa in campo dal trainer crotonese.

Trotta esce ma merita il 10 per la tenuta complessiva.

Stojan in forma fisica per quanto completamente avulso dal senso del gioco di questa partita, merita un 5.

Rohden, bravo, preciso, di carattere, prende per la parte svolta un 7.

Cordaz pessimo, prende un 3 e mezzo. Non fosse altro perchè ha sbagliato a impostare la barriera e trovare la sua giusta localizzazione. Come una quaglia in porta si è fatto freddare per ben due volte non da un cacciatore ma da un Verde...