Aeroporto di Crotone: tra promesse e incertezze la tragicomica avventura di uno scalo “Fantozziano”

8 novembre 2017, 16:13 Sr l'impertinente

“Se Dio tenesse nella mano destra tutta la verità e nella sinistra il modo di scoprirla, io sceglierei la sinistra”. Ad affermarlo Gothold Ephraim Lessing: a Crotone i cittadini questa mano sinistra la vorrebbero aprire quanto meno per conoscere la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, sull'aeroporto pitagorico.


di Sr* l'impertinente

In effetti, sullo scalo Sant'Anna e su quella che dovrebbe essere l'ormai sua imminente riapertura, finora le verità emerse sono ben più di una - a seconda di chi le ha - di volta in volta dichiarate.

La cosa che inquieta ancor di più è poi il fatto che le cose non si sono chiarite neanche dopo l’incontro tra la società che lo dovrebbe gestire, la Sacal, e le parti interessate, nell'ultimo caso, i rappresentanti crotonesi di Cgil, Cisl e Uil.

Dopo l'importante summit, tra l'altro liquidato da Sacal in circa un'ora nonostante le molte domande che dal territorio si ponevano, il quadro che ne sarebbe emerso appare - se possibile? - più confusionario di prima.

Per Buddhaci sono due errori che si possono fare lungo la strada per la verità: non andare fino in fondo e non partire”. E, proprio in attesa di partire, qui di errori ne sono stati fatti davvero tanti, quasi quanto le promesse.

Anche dagli stessi resoconti giornalistici della riunione sono emerse due versioni dell'esito: una più rassicurante, con tanto di dichiarazioni del presidente De Felice; un'altra molto più preoccupante e piena di perplessità.

Dalle informazioni attinte da chi scrive, la versione che più si avvicinerebbe alla verità citata nell'incipit dell'articolo, è la seconda: la riunione in questione, infatti, non è andata affatto bene tanto che per i sindacati i dubbi sono aumentati piuttosto che sciogliersi.

Soprattutto, da quanto la triplice ha appreso direttamente dal presidente Sacal, non tutto ciò che, nei giorni scorsi, rappresentanti istituzionali avevano detto a proposito dello scalo, risulta vero. Anzi!

Come sosteneva Christian Bobin “la verità viene da così lontano per raggiungerci che, quando arriva vicino a noi, è sfinita e non ha quasi più nulla da dirci. Questo quasi nulla è un tesoro”.

In realtà, come accennato, di cose sullo scalo S. Anna se ne sono dette tante, forse troppe. Esemplare, in merito, il comportamento della sottosegretaria al Mibact, Dorina Bianchi, che su questo tema si è spesa molto.

Lo ha fatto rassicurando, innanzitutto, i 34 ex lavoratori del S. Anna, dando per certo, disse lei dopo aver parlato con Sacal, che sarebbero stati tutti riassorbiti dalla società lametina per gestire lo scalo.

Alla faccia delle rassicurazioni, però. Se c'è una cosa certa è proprio il fatto, ribadito ieri da De Felice, che non è possibile assumere tutti gli ex lavoratori, figurarsi a tempo indeterminato o full time!

Così come ha scritto William Blake “vorrei precisare che noi non dobbiamo dire la verità per convincere quelli che non la conoscono, ma per difendere quelli che la conoscono”.

Tornando alla sottosegretaria aveva assicurato che si sarebbe stracciata le vesti per far sì che anche a Crotone lo Stato si facesse carico dei costi del servizio della torre di controllo: peccato che, sempre nell’incontro di ieri, è stato detto proprio che l'Atc non serve più.

Ed a questo punto sorge un'altra domanda: come si fa a far atterrare un aereo - velivoli di una certa portata - senza questi supporti tecnici viste le condizioni di forte vento che si registrano solitamente sul territorio?

Una situazione che, com'è già ampiamente accaduto in passato, fa facilmente ipotizzare che appena la brezza si sollevi un po' più del normale o le condizioni meteo non siano del tutto propizie, i voli vengano automaticamente smistati su Lamezia Terme: con ovvi e intuibili disagi.

Per Rebecca West “l’uomo è affetto da un duplice malanno: non riesce a imparare le verità troppo complicate e dimentica quelle troppo semplici”, figurarsi cosa può fare se le verità sono molteplici.

Un'altra cosa emersa durante la riunione di ieri, è che il piano industriale dello scalo c'è ma deve essere rifatto da una società esterna, così da renderlo funzionale alla gestione del S. Anna e non solo.

Così, altre domande sgorgano copiose. Primo: come si fa a vincere una gara d'appalto per la gestione di tre scali con un piano industriale che, secondo i suoi stessi estensori, dopo poco tempo deve essere non modificato, ma letteralmente rifatto?

Secondo: le già traballanti finanze della Sacal riusciranno a gestire anche altri due aeroporto che, stante l'esperienza del passato, saranno sicuramente in perdita, accollandosi ulteriori costi e rischiando di affossare ancora di più?

L'unico auspicio, per i cittadini e per il bene del territorio, è che abbia ragione Arthur Schopenauer quando diceva che “ogni verità passa attraverso tre fasi: prima viene ridicolizzata; poi è violentemente contestata; infine viene accettata come ovvia”.

In realtà, la riapertura dello scalo il 1° dicembre, in base a quello che è stato annunciato da tutti (all'appello mancano solo Papa Francesco e pochi altri leader mondiali) è, in verità assai difficile.

Mancano, infatti, solo tre settimane alla scadenza ed ancora non c'è la certezza neanche della compagnia che volerà da e per Crotone, né tanto meno la possibilità di prenotare i voli, anche se qualcuno ha già diffuso destinazioni e orari.

Per tacere, poi, del fatto che il contratto con la compagnia aerea - di cui ancora non si sa molto - che era stato annunciato di due anni, in realtà sarebbe solo annuale: una differenza, questa, che non è di poco conto.

Haruki Murakami sostiene che “la maggior parte delle persone non crede nella verità, ma in ciò che desidera sia la verità. Per quanto questa gente possa tenere gli occhi bene aperti, in realtà non vede niente”.

La speranza è che i crotonesi - alla fine della fiera e per non venir meno alla parola ormai strombazzata - non si trovino a dover viaggiare su aerei del tipo di quello visto in Pappa e ciccia volo charter”, con Lino Banfi e Paolo Villaggio: un Savoia Marchetti del 1913.

Oppure, se aerei decenti arriveranno, l’augurio è che ogni passeggero non si trovi costretto ad accendere un mutuo per potersi permettere quell’agognato biglietto che, dato il periodo festivo alle porte, gli permetta magari o di ritornare dai suoi o partire per le meritate vacanze natalizie.

Intanto si va al risparmio e dopo il venir meno - quasi sicuramente - del volo per Londra, si spera almeno che fino al giorno della riapertura vengano confermate quantomeno le rotte italiane per Roma, Milano e Bologna. A meno che non si decida che per volare, a Crotone, si debbano portare le ali da casa.

*Simbolo dello Stronzio