Cena delle Beffe o Pantagruelico Pranzo dell’Abbondanza e della Cuccagna? Quella sera doveva avverarsi il miracolo della famosa poesia napoletana di Salvatore Di Giacomo ‘A Mappata’, anche se non era Pasqua ma Natale, oppure c’era in testa la reminiscenza di Miseria e Nobiltà ("Torno alla miseria, però non mi lamento: mi basta sapere che il pubblico è contento...") dell’indimenticabile Totò? Fatto sta che il sindaco amerebbe le grandi occasioni per sottolineare i propri veri sentimenti di solidarietà. Lo scorso anno 2016 egli promosse, infatti, il 23 dicembre presso il PalaMilone, una cena solidale rivolta (chissà perchè 'rivolta') alla popolazione indigente promossa dal Comune di Crotone e dalla Croce Rossa Italiana. Il palazzo dello sport si trasformò, grazie alla collaborazione della Croce Rossa, in una grande sala per la cena di Natale dove vennero cucinati e serviti 500 pasti con prodotti locali e tipici della tradizione natalizia. A servire la cena agli ospiti furono lo stesso primo cittadino e la squadra di assessori. Si vorrebbe conoscere il resoconto conclusivo di quella encomiabile manifestazione, e cioè quanti ‘poveri’ erano presenti in tavola nonché leggere la delibera di liquidazione dell’iniziativa. Senza trasparenza non si fa solidarietà ma solo falsa carità. Al contrario niente ha fatto il Sindaco sul tema della lotta alla disoccupazione giovanile, della precarietà e del Reddito di Cittadinanza che latitante a Crotone è stato invece approvato e attuato in una capitale europea come Helsinki.
Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social
La verità prima di tutto ci interessa e ci riguarda. Una verità fatta di numeri, cioè quanti sono stati i pasti offerti (fonte ufficiale il comunicato del Comune, 500 pasti) e quanti sono stati i fruitori poveri della cena (delibera di liquidazione con voci giustificative della spesa che chiediamo venga resa nota nelle sedi dovute).
Dati questi che si potrebbero già ricostruire se a farlo, immediatamente dopo la serata, fossero stati oltre al diretto interessato Sindaco, specialmente i tanti giornalisti televisivi, radiofonici e altro che erano testimoni dell’iniziativa e che, dunque, avrebbero dovuto/potuto resocontare in cronaca il numero dei partecipanti.
Si dice quanto non per dare giudizi scontati. Ma, per come tutti si dovrebbe fare, per approfondire le questioni della vita cittadina con precisione e attenzione, magari soltanto andando a rivedere, come prova, la galleria fotografica che si trova in tal proposito sulla pagina di una nota Società di Volontariato, Assistenza e Soccorso, Croce Rossa Italiana, sede di Crotone.
Il tema, la questione della lotta alla povertà delle persone e delle famiglie, nonché quello di una grande iniziativa contro la disoccupazione giovanile e il lavoro resta il grande assente nell’azione di questa amministrazione.
Giunta che guida la città più povera d’Italia, il capoluogo di una ex provincia abbandonata, il sito post industriale più inquinato dell’intera Europa.
La questione della povertà viene ancora affrontata come nel Medioevo, senza alcun programma locale che possa portare beneficio alle quote di popolazione sempre più in sofferenza e disagiate.
Personalmente non intendo sottrarmi dall’avanzare proposte in positivo.
Anche se ciò non tocca ai cronisti, ma ai militanti della politica attiva e cittadina, chiamati a progettare in prima battuta.
Serve l’analisi sociologica, economica, storica geografica e territoriale, da cui scaturisce la valutazione che sorge poi dalla preparazione politica degli amministratori e dei vari soggetti sociali che ritengono la problematica della disoccupazione e della povertà di prioritaria importanza collettiva.
Povertà a Crotone sappiamo ancora poco cosa sia veramente, sia in termini quantitativi che qualitativi.
Tuttavia non vorremmo che certe scorciatoie da vecchi ceti nobiliari, insomma quelli dell'elemosina invece che dell'eguaglianza e della lotta alle disparità, tornassero a prendere piede in questa città malridotta dalla sua stessa classe politica locale.
La questione sociale della povertà non si affronta con l’elemosina di un pasto.
Lo stesso che non si nega a nessuno ormai, visto che a svolgere questa azione di solidarietà concreta, sono già altre realtà come la Mensa Diocesana della Caritas, il camper On the Road, la Misericordia...a meno che...
Al Sindaco e all’amministrazione comunale toccherebbe svolgere altro ruolo che non quello di distribuire 500 pasti una tantum senza neanche sapere in quanti lo hanno realmente consumato.