Il Muto e l’Avvocato | Venturino Lazzaro

Cari amici buona domenica. È sempre brutto, fuori. Sui giornali ancòra analisi e commenti sulla capacità, necessità, complessità della comunicazione. Vicino casa mia, una volta, viveva un uomo insòlito, ufficialmente un reduce di guerra, che forse per la guerra fatta, o forse per motivi suoi, era muto. Aveva addosso vestiti militari vecchi, sporchi di segatura (abitava in una segherìa), proprio malmessi. In pratica un classico straccione, tirato fuori da un set di Charlie Chaplin.


Venturino Lazzaro | Cambio Quotidiano Social


Era "Il Muto" (di sordità non si parlava) ed emetteva solo suoni acuti, strozzati, tecnicamente incomprensibili, ma era capace di gesti eloquenti, sembrava sempre di buon umore, salutava, e, soprattutto, sorrideva. Più sotto abitava un avvocato (o almeno tale sembrava), elegante, alto, scorbutico, e loquacissimo. Era famoso per i bottoni che attaccava con chiunque, e per le arringhe improvvisate su ogni cosa, ogni fatto, ogni persona che passava per la strada.

Stranamente, del Muto (a cui tutti volèvano un gran bene, e che ognuno aiutava a modo suo), sapevàmo tutto. Di lui si sapeva l'origine, l'età, la provenienza, e più di ogni altra cosa, si sapèvano i bisogni e, forse, anche i desideri. Dell'avvocato, invece, nonostante la favella, la logorrèa, la bulimia verbale, non sapevàmo niente.

Niente della famiglia, niente dell'età, delle origini, e niente dei suoi sogni (se ne aveva). Ma il bello era che a nessuno la cosa sembrava interessare più di tanto. Ho cominciato a capire che con gesti giusti, con un'espressione, un cenno, si può dire ogni cosa, si può comunicare ogni impressione, ogni idea, ogni emozione (la conferma l'ho avuta col mio cane).

E poi, il tempo mi ha convinto che un'occhiata, un ammiccamento, un cenno, dànno a ogni persona una qualifica, uno status, un'identità più certa di qualsiasi documento. E che a rivelare in modo infallibile, indelebile, forse irreversibile, un carattere, un'educazione, basta una smorfia, un sopracciglio.

Per indovinare un'ìndole, una stoffa, è sufficiente una risata, o un ghigno. Figuriamoci una testata in pieno naso. Oggi leggèro. Ho avuto un sabato sera impegnativo. Buon pranzo.