Berlusconi e il doppio brodo della gallina vecchia dalle uova d’oro

Berlusconi si ripresenta sulla scena politica dopo aver rifatto il lifting al suo volto e al 'sacro' corpo del suo potere. Berlusconi conosce le regole del loro e del suo gioco. Non bene quelle degli altri. Berlusconi è uno che parla di nuovo successo dopo aver ceduto il Milan ai cinesi. Cosa costa di più oggi a Milano: una grande squadra di calcio di livello mondiale oppure un politico che deve riconquistare il governo del Paese? Domande che molti si pongono mentre si chiedono se la gallina vecchia fa ancora buon brodo? E se la vecchia gallina una volta tornata sull'aia elettorale, sarà come ai tempi di Dash lava più bianco, il Mulino Bianco, la Balena Bianca, la figlia o la nipotina quasi maggiorenne nata dalla stessa gallina dalle uova d'oro?


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social


Le cose probabilmente non stanno come le vorrebbero fare immaginare allo stesso Berlusconi. Un Silvio foreverma ormai poco evergreen che pure, come anziano one show man continua a presentarsi sulla scena politica italiana auto convincendosi come un narciso appassito sulla base di qualche nuova valutazione demoscopica e statisticheggiante che su questa nuova mappa della vita ci si può ancora giocare, farsi largo, trovare la strada giusta di un altro 'insensato' successo.

E' vero, lo scrisse già negli anni Novanta, lo storico e sociologo inglese Peter Laslett, che la piramide generazionale in Europa e in Italia è profondamente mutata rispetto al passato, tanto da incidere sempre di più nei flussi elettorali, nella selezione del ceto dirigente, che ha assunto una forte connotazione anziana e gerontocratica, se si pensa all'eta di Trump, Napolitano, Hillary Clinton, Geremy Corbyn e altri.

La lettura del senior boom italiano avvenuto nel corso del primo ventennio del 2000, la comprensione di tale capovolgimento, davvero impressionante rispetto ai secoli precedenti, della struttura umana e della base sociale ed economica delle nostre società, lascia pensare che la tendenza e la caratterizzazione del voto saranno contrassegnate da una base ampia di anziani e da un vertice stretto, ma questa volta rivolto in basso, delle nascite zero, entrambi fattori che pongono problemi nuovi e articolati, non solo dal punto di vista pensionistico ma anche relazionale, gestionale, amministrativo e conflittuale al governo del Paese.

Anche a titolo di questa mutata realtà il messaggio politico di Berlusconi appare più vischioso, prende il carattere della saponetta, anzi meglio di una ennesima e invasiva 'soap opera', dal punto di vista comunicativo più strumentale e sofisticato, perchè no, a suo modo più subdolamente suadente e accattivante.

Il raffronto, la comparazione è sui diversi livelli di linguaggio, e con essi sei bisogni socialmente espressi e richiesti dai vari strati della società italiana, sui cui si sparge il condizionamento mediatico, la televisione contro il web, la lettura del programma elettorale che punta ai dentisti oppure quello che spinge perchè sia introdotto al più presto il reddito di cittadinanza per gli esclusi dal mercato del lavoro e le fasce più povere e deboli della popolazione.

Ma se la platea del Movimento 5 Stelle è quella delle giovani generazioni, tagliate fuori dalla carriera, dalla famiglia e dalla sicurezza sociale, insomma una buona fetta dei cosiddetti NEET, "not (engaged) in education, employment or training", il pubblico cui si rivolge Berlusconi è invece quella dei pensionati che vogliono cure adeguate, in linea con l'allungamento della propria esperienza di vita.

Un profondo cambiamento estetico, sanitario e persino morale che scuote nel profondo gli antichi cardini culturali di una società tradizionalmente strutturata tra ceti attivi e fasce inattive tagliate fuori, in quiescenza, rispetto alla decisionalità politica e collettiva.

Sta di fatto però che a dettare l'agenda politica resta il numero ovvero la quantità di chi vota, il quoziente al contempo determinante e marginale.

Questa bilancia pende sempre più nettamente dalla parte della terza e della quarta età, le stesse che sono cresciute fino a diventare l'intervallo elettorale più ampio nel nostro Paese.