Tim Telecom sulla costa jonica calabrese? Il messaggio potrebbe essere surreale ma comunque verosimile: “il cliente non è raggiungibile. Provi più tardi. Stiamo cercando di riallacciare i cavi che sono stati tagliati in frazione di Papanice, comune di Crotone”. Altro che fake news. Ditelo pure al signor Ministro degli Interni, il calabrese Marco Minniti, che lui non essendo oriundo oltre che a Budrio e a Ostia, dovrebbe anche far intervenire qualcuno su piazza a Papanice, popolosa frazione agro-industriale e non solo, in Comune di Crotone, dove non una ma più volte una criminalità non meglio identificata, taglia in barba a ogni legge e controllo del territorio, la fibra ottica e i cavi di una delle più importanti e prestigiose multinazionali italiane, TIM Telecom Italia, il principale Gruppo italiano di ICT e partner digitale del Paese, anche all'estero dove è uno dei più importanti player nel mercato brasiliano, attivo anche nel resto dell’Europa, in America, Africa e Asia attraverso Sparkle, operatore leader a livello globale, che fornisce servizi di telecomunicazione IP, Dati, Cloud, Data Center, Mobili e Voce a Carrier fissi e mobili, ISP, OTTS, Content Provider, Operatori Multimedia, Application Service Provider e Clienti Multinazionali.
Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social
Se non avete ancora la macchina del tempo venite a Papanice in Comune di Crotone. Sarà come ritornare, al 1993, quando la Telecom si chiamava Sip e un simpatico Massimo Lopez nei panni di un povero e accaldato condannato a morte, declamava il suo ultimo desiderio al plotone di esecuzione, parlando al telefono con il suo amico Mario, con la musica che da cupa e terrorizzante cambiava in una gioiosa e scoppiettante tarantella.
E fu per sempre che “una telefonata allunga la vita” divenne battuta di fine celebrità, frase di culto coniata dai copy dell'Armando Testa, tanto che oggi è ancora ripetuta in molteplici occasioni e all'occorrenza.
Cliccate lo spot su youtube e vi sembrerà di stare sulla piazza di una Papanice molto somigliante a quel fortino da legione straniera dove venne girato lo spot, una specie di death town del West, un sobborgo di città morta che non risponde ai telefoni fissi e nemmeno a quelli mobili di Crotone e dell'Italia intera.
Può forse non importare al Ministro Minniti il fatto che la criminalità, in costante azione in varie lande desolate della sua regione, in questi ultimi mesi soprattutto nella ex provincia di Crotone, dove non sono state soppresse né la Prefettura né la Questura, imperversi con crimini più mirati e perversi ai danni di alcuni dei più importanti marchi industriali italiani ed esteri?
O sarà forse che il taglio dei cavi Telecom, che impedisce agli utenti le comunicazioni in rete e telefoniche e alle pubbliche amministrazione di svolgere il proprio servizio ai cittadini, è più leggero, meno allarmante, insignificante o ininfluente rispetto alle lettere minatorie che un tempo e ancora giungono ai politici calabresi?
Il quesito ci sta tutto e non per fare polverone o fake news ma perché si è di fronte a un sempre più allarmante deterioramento dell'ordine pubblico, un abbassamento dei livelli di sicurezza collettiva sotto la soglia minima di tollerabilità civile.
Criminalità all'attacco delle imprese straniere e multinazionali che operano in Calabria e nel crotonese?
Già perché quando i numeri si sommano e si ripetono diventano un fatto, una serie statistica, un problema connesso e causale, che ha che fare con qualche deleterio fenomeno criminale.
Per quanto clamorosa è praticamente passata quasi sotto silenzio la catena di furti avvenuti sull'hub portuale più grande e importante di tutto il Sud peninsulare per quel che riguarda l'industria elettrica eolica.
Proprio qui, ormai da decenni punto di sbarco delle navi che portano pali e pale gigantesche per la rete eolica europea, cioè quei veri e propri colossi di Gulliver che sono stati innalzati talvolta in spregio ai quadri paesistici territoriali nei paesini lillipuziani, si movimentano con trasporti speciali, le infrastrutture dei parchi eolici sulle stradine di campagna delle colline argillose della Calabria.
E' toccato alla multinazionale olandese “Finsus f3 BV” subire un maxi furto di cavi elettrici che si trovavano all'interno di varie pale eoliche, episodio che ha costretto i responsabili ad abbandonare il porto pitagorico e dirottare le navi su quello di Corigliano Calabro, a ragione del patto che “i contratti con l'Autorità portuale di Gioia Tauro prevedevano che le operazioni si svolgessero in una zona illuminata e telesorvegliata».
Intanto a Papanice sono giunti gli addetti alla rete della grande multinazionale TIM Telecom Italia. Solerti come sempre, lavorano sul posto dove sono stati tranciati i cavi di netto, con il loro pulmino rosso da telelavoro, per ripristinare al più presto il servizio agli utenti e i collegamenti alle pubbliche amministrazioni.