Caporetto di Davide Nicola. Udinese con tre cannonate stende il Crotone

4 dicembre 2017, 22:35 Trasferta Libera

Odio i Lunedì. Specie quando si ferma la trottola della salvezza e a travolgere l’orgoglio rossoblù ci capita un plotone d’esecuzione con la maglia dell’Udinese venuta apposta dall’estremo nord vestita di giallo per intonare un samba brasiliano sotto la Curva Sud. Al suono di trombe e tamburi un esercito tatticamente ben addestrato dal suo generale Oddo, le suona di santa ragione al Crotone al ritmo marziale di una marcia che va a passo da bersaglieri tanto da far sfollare in parapiglia gli spalti di furia e di fretta di fronte al desolante spettacolo della disfatta pitagorica. Un fuggi fuggi collettivo per non soccombere più di tanto al rimpianto di tre punti buttati in tramontana e all’onta di una sconfitta che ha il senso di una grande debacle sul fronte della Guerra di trincea per la salvezza della patria locale e dei colori calabresi.


Vito Barresi | Trasferta Libera

Davide Nicola, come al solito, non sappiamo davanti ai microfoni del dopo partita cosa abbia detto di variopinto e fantasioso. Sicuro è che appena dopo i primi dieci minuti del secondo tempo aveva già il volto di un reduce, la statua di campo di un Cadorna desolato che ha assistito dal quartiere generale della panchina alla disfatta del proprio esercito.

Di divisione in divisione, centimetro per centimetro, il perimetro del suo personalissimo trattato di arte miliare veniva clamorosamente raccorciato, stracciato e smentito da un’armata poderosa che spezzava le velleità di un Crotone in rotta fin dagli spogliatoi dove ancora rimbobavano gli inutili proclami dello stato maggiore: "a Genova abbiamo avuto tante situazioni buone, non mi preoccupa che non segniamo, i gol arriveranno: ci dobbiamo costruire i numeri. Con l'Udinese giochiamo la prima di una serie di tre gare nelle quali si può fare qualcosa di importante. Noi stiamo lavorando su situazioni nuove per esprimere meglio le nostre qualità. A me non interessa come giocherà il nostro avversario, interessa fare quello che abbiamo preparato sempre con maggiore precisione e coraggio".

Parole ferite dal dubbio si spera soltanto non siano lacrime camuffate sotto la pioggia. Più realisticamente la sensazione è che qualcosa si sia rotto, almeno tra Natale e la Befana, nella 'gioiosa' roccaforte della salvezza dove sventolava la bandiera del Crotone, tra Nicola e il resto dell’ambiente.

Sconfitta rotonda, 3 a 0, che accende tutte insieme le spie dell’attenzione e del pericolo per una compagine sportiva che lotta comunque per salvare il salvabile ed evitare un possibile ritorno in B.

Nicola svogliato e assente sbaglia clamorosamente il primo tempo impostando un rondò veneziano sulle fasce inconcludente fino al punto da lasciare avanzare a piccoli passi l’Udinese come un carro armato.

Squadra che da a capire sorniona di non voler aggredire ma soltanto col recondito obiettivo di stritolare gli avversari alla prima e semplice occasione.

E lo fa sfruttando la serata speciale del suo settebello per due, un’ala targata 14 in grande spolvero che risponde al nome di Jankto, pronto e astuto a battere Cordaz per ben due volte, al 41° e poi al 53° ben servito da Maxi Lopez sulla destra. La storia finisce al 66° dopo il dialogo Perica e Barak che smarca Lasagna e frizza il risultato sul 3-0.

Cordaz sotto voto spinto. Meriterebbe zero ma il numero è tutto esplicito nel pesante risultato.