L’Antica Kroton e quella firma zompata: Mario gode ma Dorina non viene

17 dicembre 2017, 10:38 Sr l'impertinente

“Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare i girotondi e io sto buttato in un angolo, no? Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”


di Sr* l’impertinente

Ve lo ricordate il dialogo al telefono di Michele, nel film “Ecce bombo” di Nanni Moretti? L’impressione è che lo stesso copione possa aver ripetuto - parlando con un qualcuno - la sottosegretaria al Mibact, la sempreverde Dorina Bianchi, grande assente della manifestazione “Cantiere Crotone, rapporto alla città” andata in scena mercoledì scorso al museo Pitagora.

E dire che la Bianchi era stata ascritta in scaletta per la kermesse in rappresentanza del Ministero dei Beni Culturali e Turismo, per presenziare alla storica firma del “protocollo d’intesa” sull’Antica Kroton, che doveva dare il via alle attività del progetto.

Una presenza, però, inizialmente non prevista, come dimostra la prima stesura della locandina, poi rifatta ed aggiornata in tutta fretta con quella che è stata annunciata come “un’altra importante adesione alla manifestazione”.


Come sosteneva Margaret Maron “ogni volta che iniziamo a pensare di essere il centro dell’universo, l’universo si gira e dice con un’aria leggermente distratta: Mi dispiace. Può ripetermi di nuovo il suo nome?”.


Non tutti, però, la pensano così. Tanto che sembra che la sottosegretaria abbia fatto al Mibact fuochi e fiamme per far saltare la principale portata della cerimonia - l'Antica Kroton appunto - per non lasciare tutto il merito al ritrovato duo Sculco-Oliverio.

D’altro canto, con le elezioni politiche ormai alle porte e con una candidatura da conquistare, lasciare il palco ad una diretta concorrente (leggasi Flora Sculco) sarebbe stato a dir poco masochistico.

Stessa cosa potrebbero aver pensato i promotori dell’iniziativa “Cantiere Crotone” nella scelta iniziale di non invitare la sottosegretaria, considerato che, dal 2001, il modo di farsi rieleggere l’ha sempre trovato.


“Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi e agli esibizionisti. Dove sono i santi? Dovremo accontentarci di morire in odore di pubblicità” sosteneva quel geniaccio di Ennio Flaiano.


Negli ultimi 15 anni la Bianchi di Santi in paradiso ha dimostrato di averne davvero tanti, così da ritrovarcela quasi miracolosamente (tanto per restare in tema) sempre sugli scranni di Camera e Senato. E perfino al Quirinale.

Tornando all’antica Kroton: si tratta di un progetto che è legato a doppio filo alla stessa vice ministro, visto che è stato presentato per la prima volta proprio in occasione della sua candidatura a sindaco della città.

Considerato poi com’è andata innanzitutto la sua candidatura e poi come sono stati falcidiati i fondi originari - passati da 100 milioni agli attuali 61 – si potrebbe cominciare a temere che sia un progetto che non porti molto bene.


“La sua rabbia cominciò a sfumare a misura che egli esagerava e allargava il suo disprezzo e il suo dispetto in maniera così generale e ingiusta che egli stesso non poteva più crederci. Se questo è vero per che cosa diavolo sei qui? Non è vero che tu lo sai”, scriveva Ernest Hemingway


La rabbia di Dorina, invece, e per il fatto di non essere stata invitata inizialmente alla festa, sembra però non essere ancora svanita e la conseguenza è stata quella di far saltare il tavolo già apparecchiato.

Il giorno di Santa Lucia, in realtà, la Bianchi non ha dato buca solo alla Prossima Crotone ma anche all’inaugurazione della mostra sul viaggio di Annibale nel museo di Capo Colonna; almeno lì, però, ha mandato un messaggio augurale.

E se nell’evento crotonese, che ha evidentemente sancito la pax tra governatore, parte del Pd e area Sculco, lo stesso Oliverio ha vestito i panni di Babbo Natale, annunciando una pioggia di milioni con fondi per 181 milioni; Dorina, per l’Antica Kroton, vestirà forse quelli della Befana portando in dono alla città quell’agognata firma.


"Se penso anche a tanti fedeli delle nostre messe domenicali, che fanno a gara per fare atto di presenza ai riti e alle iniziative parrocchiali solo per ‘farsi vedere’, per puro gusto dell’affermazione di sé o per esercizio di un potere che non sono riusciti a ottenere da nessun’altra parte” diceva don Andrea Gallo.


Chi ha criticato l’assenza della Bianchi a Crotone, però, non ha valutato un altro fatto non di poco conto: il suo partito, quell’Ap corto di nome e di fatto, che ha subito una scissione con parte che andrà a destra e l’altra in direzione opposta.

Lei, ancora, non ha deciso che parte seguire, e ci deve ancora pensare. Una sola cosa appare certa: che non seguirà l’esempio di quello che era il suo leader, Angelino Alfano, che invece ha deciso di non candidarsi.

La Dorina, infatti, di abbandonare la poltrona pare proprio non averne alcuna intenzione. Ne possono star certi i cittadini crotonesi: troverà, di riffa o di raffa, il modo per restare a Roma.

Con quale schieramento? Che importa! Per chi ha girato la bellezza di 7 partiti in 15 anni - di destra, di sinistra e di centro - uno in più che differenza fa?

* Simbolo dello stronzio