Piove leggero su Cutrone, Calabria e Gattuso. A Milano l'ossimoro calcistico segna e disegna una linea Jonica che travolge il vagoncino del Crotone con la velocità di una metropolitana pesante. La solitudine del buon portiere Cordaz o il triste ritorno di Zenga a San Siro? Curva Sud rossonera che spernacchia, dileggia, cazzeggia e ride proprio alle spalle sia del vecchio che del giovin portiere, entrambi di stampo neroazzurro. L'onda milanista urla in modulazione di frequenza costante un rumore di fondo che sospinge a vento, fiato di Eolo meneghino, la squadra di casa, abbigliata in maglie nuove e assetto in campo non sempre coordinati, passi e lanci sbagliati da professionisti, con troppe sovrapposizioni errate per mancanza di precisione nel raddoppio.
Vito Barresi | Trasferta Libera
Chi è oggi il principale avversario del Crotone calcio? Ci sono molti sospetti, tante ipotesi, mille ricostruzioni. Ma al momento non c'è ancora la soluzione che possa rimettere in pista un cavallo pitagorico che non gioca più a scacchi e che non beve, rompe la corda del palio sempre e puntualmente nei primi dieci minuti del secondo tempo.
Zenga non gira attorno all'ipotenusa del rettangolo. Troppi ricordi mentre guarda la sua squadra tenere bene il primo tempo più di scaltrezza che non di sostanza.
Squadra senza stoffa ma solo tessuta al telaio grezzo, abbastanza conglemerata, bituminosa, che tenta di incatramare l'avversario e poi spingersi verso l'area piccolissima di Donnarrumma.
Che non è una pasta e nemmeno un personaggio d'assalto di un romanzo napòoletano di Ottiero Ottieri, che non era un terzino dell'Akragas ma uno scrittore sociologo partenopeo.
E nel mentre Donnarumma con il panettone è soltanto un portiere che si guarda la partita altrui abbastanza tranquillamente, lo stesso fa girare le palle davanti a Zenga anche quando gli arrivano previo richiesta di ricevimento.
Crotone che gioca con un motore a un solo cilindro. Non c'è più ne difesa nè attacco ma sopratutto non ci sono mediani, centrocampisti, attaccanti, mezzale, estremi sinistri e destri.
Rossoneri che tentano la carta dell'anticipo. Rossoblù che preferiscono la zona mista. Ne esce un pulviscolo di azioni spezzate, un incontro scontro senza grandi ragionamenti, molto segmentato, destinato a finire con un solo colpo decisivo.
A conti fatti Zenga al momento non funziona come invece accadeva con Nicola. Succede questo perchè il debito d'ossigeno della squadra invece di allungarsi si è accorciato. Prima la crisi stazionava all'81° ora appena scocca il secondo tempo è tutto una gragnuola di tiri e di goal, una caccia al bersaglio con sagoma cerchiata di Alex Cordaz.
Paperon dei Paperoni del portierato in Serie A finisce che se la gioca con il numero uno del Benevento?
La squadra di Davide Nicola è stata letteralmente distrutta, non c'è più. Ma quella di Zenga nemmeno si vede in quanto ammasso informe che vaga in uno spazio di 122 metri.
Il Crotone formato Zenga è una 'mandria' di giocatori deruolizzati che fa tristezza anche ad un raccattapalle di Sky.
Budimir è fuori ruolo, per non dire di Trotta che vaga senza bussola, Stojan che gira a vuoto a destra e manca. Tutti senza un ordine mentale ben preciso tranne i difensori che solo adesso fanno bella mostra di crescita e avanzamento.
Tutto vanificato dalle uscite inconcludenti e avventurose di un portiere che certo non può dirsi un Capitan Uncino.
Ma non vorrei sembrare un antipatizzante preconcetto del pur bravissimo Alessandro. La sua è vera solitudine del portiere. Staccato com'è dal resto della squadra e dal contesto dinamico di un campionato sempre più implacabile.