La Lista di Nozze fatta al Brico | Venturino Lazzaro
Cari amici, buona domenica. Il cielo è incerto. L'umore stenta. Leggendo il giornale, infatti, sono smarrito nel vedere alcune delle facce che tra poco popoleranno il Parlamento. Ma tant'è.
Un buon amico mi ha detto, incontrandoci tra gli scaffali del Brico, "la vozza te la devi fare con la creta che c'hai, non con quella che ti piacerebbe". La logica stringente, la saggia fermezza dell'assunto, la pulizia del pensiero, sul momento mi ha colpito.
Forse, incontrandoci tra le vetrine di Tiffany, mi avrebbe detto "la collana te le devi fare con le perle che hai, non con quelle che vorresti"... (l'effetto sarebbe stato uguale), ma restando sulle "vozze", ripensandoci, al di là del romantico (e disarmante) realismo, mi sono chiesto se sia davvero il caso di rinunciare del tutto a quella quota di creta ideale, ipotetica, immaginaria, che è la "creta che vorrei".
Forse no. Certo, da qui può nascere l'imperfezione nel risultato finale, va bene, ma anche la conseguente unicità, la pregevole originalità. Se tornassi indietro nel tempo, al momento di sposarmi, la lista di nozze la farei da Brico.
Sono affascinato dagli utensili, gli attrezzi, e dall'idea del manufatto, sempre indeciso tra una perfezione ordinaria, e una splendida, preziosa irregolarità.
Per pranzo vorrei fare cannelloni, ma mi accorgo di avere poca besciamella (la creta è questa, oggi). Dovrei rifarla, o virare a tagliatelle alla bolognese (comunque niente male). Buon appetito.