Cari amici, buona domenica. È proprio chiuso oggi, e piove. Mercoledì scorso, in sede, un incontro prezioso, davvero interessante. Ascoltare una testimonianza diretta (di qualunque esperienza) è sempre emozionante. Anche quando si tratta (almeno in apparenza) di una esperienza "normale". A me piacciono i superlativi, e a volte sono funzionali, ma mi accorgo che la pura, liscia, solida normalità, spesso mi sorprende e mi appaga di più.
Venturino Lazzaro | Cambio Quotidiano Social
Una risposta a tono, una reazione commisurata allo stimolo e all'occasione, sono cose rare. Come la leggerezza. Quasi che un equilibrio tra intelletto, emozione e carattere, per ognuno, sia impossibile, e che il deficit di una di quelle componenti, debba essere per forza compensato da un eccesso di una delle altre. Ed ecco che torna il concetto (ovvio ma negletto) della doppia chiave, entrambe buone, entrambe funzionanti, ma utilizzabili solo contemporaneamente, per aprire.
Non basta avere ragione, se non sai come dirlo. Non basta parlar bene, se non hai ragione.
E la mancanza di una delle chiavi non sarà mai compensata da un uso virtuoso o forzato dell'altra. Il risultato di questo equilibrio, non può che essere una granitica levità (non c'è bisogno d'altro), un'incorruttibile leggerezza. Che non è superficialità, non è scarso interesse, è invece la strada maestra verso l'obiettivo, il cavallo di Troia contro ogni diffidenza, contro l'indifferenza.
Una pasta 'aglio e oglio' di domenica pare poca cosa. Pare una mancata celebrazione della festa. Pare disinteresse verso una settimana di fatica e quasi uno schiaffo alla sacralità di una ricorrenza. Ma non è detto. Se la fate classica, ma poi ci spolverate sopra il crudo d'aglio, prezzemolo e peperoncino prima d'inforchettare, sarà una festa grande per palàto e per narìci. Un pò meno per chi vi passerà vicino, fino a sera. Buon pranzo.