Una barriera per Cordaz? Dite a Zenga che c’è da spostare un portiere...

28 gennaio 2018, 20:49 Trasferta Libera

Il modo migliore per pareggiare una partita? Il modo migliore per farsi del male? Ditelo a Zenga che lo aveva presagito in 'confidenza' stampa che forse questo suo Crotone, abbastanza macchinoso, abbastanza incoerente tra uno spazio e l'altro dei tre comparti, sarebbe caduto come una foglia morta su una palla inattiva. Un colpo secco sparato dritto in porta, allo scadere del 51* minuto del primo tempo. Sesto di recupero, dopo aver assistito ai più svariati siparietti messi in onda dall'arbitro Tagliavento, una giacchetta gialla tutto monitor, cuffie, microfonini, quasi sopraffatta da tanto carico high teach, ecco Cigalini piazzare un proiettile in carabina, cliccare sul grilletto come un killer scaltro e cinico che ghiacciava Zenga e con lui migliaia allo Stadio, sbalorditi e sgomenti di fronte al sonnambulo Capitan Cordaz, portiere d'aperitivo che accompagnava in livrea con placido sguardo l'atterraggio in rete di una saettante sfera.


Vito Barresi | Trasferta Libera

Si dica quel che si vuole ma la saponetta su cui è scivolato Walter Zenga e il suo nuovo Crotone ancora informe, purtroppo, è marca Cordaz. Sarà pure profumata di pareggio, ma la doccia fredda della mancata vittoria, con un Cagliari in dieci uomini, ha il retrogusto beffardo delle mandorle amare.

Dall'altra parte della panchina, quella degli avversari venuti allo Scida non per fare scena ma dare battaglia, il tecnico sardo Diego Luis Lopez se l'è giocata tutta dentro e in campo, la partita del suo Cagliari. Sapeva di dover fermare l'abbrivio veronese dei pitagorici.

E per farlo ha cercato di spegnere subito la turbina di Benali, poi di offuscare la visuale di Barberis, fino addirittura a vedersi avvantaggiato dall'imprevisto infortunio che ha messo in out, costringendo Zenga al cambio, l'apprezzata mezzala Stoian, un calciatore che lui stesso ammira e che avrebbe voluto volentieri tra i suoi, ai tempi del Bologna, qualche anno fa.

Il Cagliari di Lopez fa quasi per intero la posta in palio. Perchè, in sostanza, un pareggio agguantato come è stato questo, già nel primo tempo, tanto vale quanto pesa, tenuto conto di essere stato dapprima, diciamo, 'penalizzato' da un rigore e poi scombussolato da un'esplusione che certo avrà fatto molto rumore e tanto riflettere nel chiuso degli spogliatoi.

Luogo al vapore acqueo e sulfureo di docce dove la terna arbitrale è tornata a resettare le idee e far riassunti degli episodi, a riguardare con calma e distacco i vari rewind e i preview in bassa frequenza delle principali fasi del primo tempo.

E qui gira nell'aria, in onda nel web, il ritornello di Walter Zenga che recita un “non vorrei che il condizionamento che può arrivare da episodi precedenti possa influire su episodi successivi...”

Nel senso che se la grande prestazione non c'è stata nel gioco, almeno è valsa la forza 'etnica' più che tecnica del Cagliari che si è vista nell'insieme e sul piano dell'autorevolezza e della saldezza dei nervi, proprio e anche quando il 'tagliavento' per loro non girava più dal verso giusto. Cioè per dire che se di Carnevale un giocatore 'mascherato' alla Faragò tocca il ginocchio dell'avversario... poi magari...

Una partita convulsa quella giocata e battagliata dal Crotone contro il Cagliari. Due tempi entrambi estremizzati fino al limite dei 51 minuti, costantemente interpretati in funzione classifica, cimentandosi in un confronto spesso esacerbato, psicologicamente molto duro, uno scontro diretto per la salvezza, che ha visto ancora una volta uscire indenne e parzialmente vincente Lopez su Zenga.

Il Crotone di Walter resta ancora una squadra che non mette in mostra un grande gioco. Perchè nonostante i suoi distinguo, la difesa dei suoi uomini, la pesatura positiva delle azioni e del volume di gioco, qualcosa non quadra.

Zenga comprende fin troppo bene che ad essere calato in un ambiente già preconfezionato è prima di ogni altro proprio lui.

Per questo i nuovi innesti si manifestano in quanto giocatori entrati bene nella logica del Crotone di Zenga ma che tuttavia ancora non hanno aperto varchi di novità. L'amalgama ancora non è avvenuto.

Benali è tosto ma è stato messo fuori giri per i primi trenta minuti da una buona marcatura scelta da Lopez.

Zenga non disarma, anzi. Con grande sensibilità e capacità ha messo in mostra più volontà che strategia, più caparbietà che soluzioni. Il suo impianto è ancora alla ricerca di un qualcosa che manca.

Ma guai a rimanere sulla linea delle seconde palle che non dell'azione diretta. Altrimenti i rimpalli e i rimpianti potrebbero essere fatali.