Il prof. Franco Federico ci ha fatto pervenire un altro bellissimo articolo sulla politica attuale. Ecco alcuni stralci:
“Quella dei politici si può considerare una carriera a sé, nel senso che l’esperienza politica, a prescindere dalla sua durata, agisce profondamente nel modo di essere della persona, a tal punto che questa, pur dopo la cessazione dell’impegno attivo, si sente dentro un politico a vita … Prova ne è il fatto che pochissimi l’abbandonano spontaneamente … Quando non si ricopre più alcuna carica, si fa comunque parte di qualche Assemblea”.
E subito dopo puntualizza:
“Un altro importante aspetto del politico è costituito dalla presunzione di superiorità … non importa quanto supportata o meno dai risultati … Il politico si percepisce come un essere superiore … Qualità piuttosto rare nella categoria risultano, dunque, quelle della modestia e dell’umiltà. Al contrario, i più si ritengono insostituibili ed indispensabili; atteggiamento questo che è orami trasversale agli esponenti di tutte le forze politiche … Però, nella politica sguazzano sempre più nullafacenti, gente cioè priva di mestiere che non ha mai nella vita propria svolto alcun lavoro”.
Cosa aggiungere di fronte ad un quadro così desolante offertoci dal prof. Federico? Oggi giorno, purtroppo, più di qualcuno asserisce che non esistono più i politici del passato, appunto perché si rivelano impreparati e superficiali.
Del resto, non vi sono più le “scuole” nell’ambito dei vari partiti, le sezioni appaiono sempre chiuse, rispetto al passato, perché non vengono più frequentate da eventuali simpatizzanti. Quindi gli aspiranti in politica si catapultano in un settore sconosciuto, mai frequentato.
L’attuale classe politica non è stata mai tanto ignorante: ministri senza laurea che commettono grossolani errori di grammatica; aspiranti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri senza il possesso di un semplice diploma.
La loro ignoranza è diventata proverbiale, tanto da divenire un tema da spot e da imitazioni da parte del comico Crozza. A tal punto ci chiediamo: la democrazia può funzionare se affidata a persone tutt’altro che preparate?
In astratto, forse sì, dato che la democrazia è il “regime che non ha capi”. Soltanto, però, se si ha l’umiltà di essere consapevoli della loro “inesperienza”.
Rodolfo Bava