Le Lacrime di Zenga e la Fibra del Crotone. Piccola Cronaca di una Serata a San Siro

4 febbraio 2018, 10:31 Trasferta Libera

Piccole squadre crescono. Il Crotone di Zenga pareggia a S.Siro affrontando un Inter che non riesce a venir fuori da una vera e propria crisi d'assetto che coinvolge il collettivo in campo e i tifosi disperati tra spalti e tribune. Mentre Spalletti nicchia perché non ci si fa, il Meazza fa Punto Zenga in un vero e proprio Night Tribute milanese per Walter. Mancava solo la standing ovation al Blue Note. Onore e vanto per una vita passata nella fede mitologica dei colori dell'Internazionale.


Vito Barresi | Trasferta Libera

Applausi a scena aperta che fanno un pò rinculare e rinchiudere in difensiva il permaloso toscano Spalletti. Anche se tra le panchine e le interviste, tra le emozioni e gli album sociali, insomma tra Spalletti e Zenga non c'è gioco sui ricordi con 473 partite disputate nella squadra del cuore. Zenga torna sull'erba di casa sua per raccogliere stima e simpatia di ogni tipo di curva nerazzurra. Al netto dei rimpianti interisti pronti a riconoscere il buon lavoro di un mister che fa bene anche nel profondo meridiano del campionato.

Vietato leggere niente di più, nessun messaggio laterale. Mancava la stella Icardi con la luna in declino per Spalletti.

Eder sostituisce il titolare con un colpo di testa che va in rete sulle 23, minuto del vantaggio in un momento topico di calo.

Goal che arriva con una certa semplicità di schema, calcio d'angolo e colpo di testa, complice un rimpallo su Martella.

Debolezza stagionale di un'Inter a cui non basta un gesto, un episodio ma servirebbe la continuità perduta.

Tanto che se la Filarmonica non c'è, l'orchestra meneghina non suona a ritmo né con sinfonia, alla Scala del calcio neanche Verdi acciufferebbe consensi.

Finito il primo tempo Zenga ha ripassato e riguardato non il goal subito alla moviola ma i preziosi appunti scritti su bloc notes.

Fogli volanti che confermano in diretta le impressioni in pay per view. Trattasi del non allegro rullino di marcia dei campionissimi nell'ultimo scorcio di stagione, quello in cui i milanesi hanno smantellato il sentiment di stemma e di marchio, giocando svogliatamente, puntando al semplice particolare personale, insomma facendo mostra di solo calcio mercato. Con perfetta mentalità interista torna in campo per ripartire alacremente da questo dato acquisito, una lettura decisiva che trapiante e innesta sull'albero dei suoi progetti.

La novità evolutiva da Nicola a Zenga è che il Crotone continua a giocare con un suo specifico differenziale psicologico, un motore tripolare di punti, istinto e sentimento sempre tarato sul filo dell'emergenza, sulla linea di fuoco della minacciosa retrocessione.

Una fibra motivazionale da cui scocca una scossa d'energia che diventa persino la cifra originale di una nuova tecnica di autodifesa calcistica.Uno stimolo-risposta sempre accesso, che porta i rossoblù a non darsi mai per vinti.Anche quando si è improvvisamente messi fuori gioco da team di spessore più colossale e impressionanti.

Il peso calcistico di questo istinto di sopravvivenza è apparso nitidamente nell'ultima fase della gara quando un'Inter mediocre si crogiolava a sbagliare tiri in porta.

La specificità del bellissimo goal di Barberis, quello con cui il Crotone raggiungeva il pareggio, consiste oltre la banalità dei commenti, nella verifica di uno schema strategico, un pressing psicofisico inteso, sperimentato e giocato come fatto sportivo totale, gesto unico e irripetibile, che personalizza ogni incontro, a tal punto da renderlo unico, quasi leggendario, ogni partita una pagina di storia, filosofia e stile che sta portando scompiglio tra le grandi squadre che affrontano il Crotone.

Per gli Squali quanto basta è solo la giusta razione che soddisfa i bisogni necessari per continuare ad affrontare la sempre più dura lotta per la vita.

La bella prova di Trotta e Barberis è la conferma atletica che il calciatore dal volto umano è ancora un traguardo possibile per chi crede in un calcio più evoluto.

Tanto che sarebbe troppo semplice concludere che quel che desta scalpore sia soltanto l'emozione e le lacrime di Zenga quando il titolo è la ragionata scelta di promuovere il desiderio e la voglia di conquistare il successo, divertendosi con grinta, responsabilità e felicità.