Cari amici, buona domenica. Sembra bello, oggi, ma chissà se tiene. In tempi di democrazia diretta, non mi dispiacerebbe potermi scegliere il tempo che fa, almeno nelle feste. Con le "Parlamentàrie" si è cercato di modificare un poco il panorama delle scelte, di condividerle, rifiutando quelle preconfezionate, quelle imposte. Resta sempre qualche neo, qualche retropensiero, ma poi una volta fatto il passo, vale la pena di allargare il raggio, di approfittare del vento, e di cercare di incidere anche su altri campi, altri àmbiti della vita quotidiana.
Venturino Lazzaro | Cambio Quotidiano Social
Sono vessàto da un negoziante al quale mi rivolgo quando non ho voglia di andare al supermercato (e anche per non penalizzare troppo la vendita al dettaglio). Spesso, però, mi rifíla pane vecchio, e credo (credo) che mi faccia spesso la cresta con il resto (sa che non mi fermo a controllare).
Ecco, vorrei potermi eleggere il droghiere che mi garba (istituirei le "Alimentàrie"), e mandare al diavolo chi truffa. Vorrei anche potermi scegliere l'edicolante (potremmo fare le "Giornalàrie") sennò sarò costretto a tenermi Paolo che da anni sceglie per me le mie letture (non saprei dire cosa combìna con il resto), e mi impone riviste e opuscoli-regalo che non riesco a rifiutare.
Sono stanco anche del barista sotto casa. D'ufficio mi zùcchera il caffè (che mi piacerebbe bere amaro) e d'estate non c'è volta che si possa avere un gelato o un tartufo dopo cena ("l'ho appena finiti!"...). Lo casserei con le "Dolciàrie".
Certo, il problema sarebbe sempre l'affluenza al voto. Se è scarsa finisce per favorire sempre (e solo) chi si è organizzato, o chi è più agguerrito, e si rischia di ritrovarsi peggio di come si è partiti. Oggi sono indeciso sul da farsi. Ho dei carciofi bellissimi, e non so se farli alla romana o con la pasta (mi vengono buonissimi). Non mi resta che indìre la "Carciofàrie". Buon pranzo.