Coriandoli di Carnevale sulla moto di Renzo Pasolini | Venturino Lazzaro

Cari amici, buona domenica. Sembra bello, oggi, per la gioia dei piccoli travestiti, e delle mascherine. Non ho mai amato il carnevale (senza odiarlo), non sono mai stato in sintonia con quella voglia di cambiamento temporaneo, quel travestimento occasionale, quella finta evasione autorizzata. Io, da piccolo, a carnevale, mi travestivo (lo sto capendo adesso) da figure secondarie, da comparse della Storia, da personaggi romantici (a volte anche eroici), ma poi invariabilmente vinti, sconfitti, perdenti.


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Ed ecco le fotografie vestito da indiano, da pirata, da bandito. Lo stesso succedeva (e mi succede ancora adesso) con lo sport e il tifo. Tifavo per Adorni (quando vinceva sempre Gimondi) o Baronchelli, per Watson (avrà concluso tre gare in vita sua), per il Bologna e il Perù, ma forse quello che mi ha rubato più bile, sudore e imprecazioni è stato Pasolini.

Non P.P., il regista, ma Renzo, il motociclista. Renzo Pasolini ("Paso") mio idolo sacro e insuperato, era veloce, bravo, audacissimo, e aveva quelle rare e sconosciute doti che gli hanno fatto guadagnare, tra i pochissimi, un posto-poster nella mia stanza di ragazzo.

Ma non vinceva. L'aspetto era insolito, non da divo, e alla fine si è schiantato, come ogni eroe sa fare, lasciando tracce sbiadite, ricordi vaghi, rimpianti, e quattro segni di nastro adesivo incrostato sul muro della mia stanza di ragazzo.

E poi c'è una foto, invece, che mi riporta a quell'anno fantastico in cui non so quale estro, quale fantasia, quale ispirazione suggerì a i miei genitori di vestirmi da cuoco. Un'immagine bellissima, in cui con càmice e grambiale, con un cappello classico e fantastico, e una cucchiara in mano (come uno scettro) sono in posa senza riuscire a nascondere un'espressione di trònfio trionfo, di soddisfazione, di piacere, insomma di felicità.

Non saprei dire se il cuoco appartiene alla categoria dei dominanti, dei vincenti, o invece a quella dei vinti, dei secondi, dei perdenti. Non saprei, ma forse comincio a pensare che il vero appagamento, il traguardo, sta lì, proprio nel mezzo, a metà strada, dove non lo vedi, in quella zona grigia dove non te lo aspetti. Oggi vado con un arrosto di maiale, e delle patate speciali, biologiche...ma fritte, grosse, alla silana. Buon pranzo,