Benali capitano e gli implacabili minuti guasti di Walter Zenga

19 febbraio 2018, 08:28 Trasferta Libera

Mai far dire a Walter Zenga che con i piedi dei suoi calciatori e la palla a terra si resta in Serie A. Bisogna forse continuare a restare con la testa tra le nuvole? Campionato scozzese per un Crotone che finisce sotto la doccia fredda a Benevento, in una giornata d'inverno lastricata di buone intenzioni. Dice il mister che si è trattato di una partita di spessore. Forse sì, se si considera il volume di punti lasciati sul campo in cinque gare.


Vito Barresi | Trasferta Libera

Diario degli errori di una partita in cui il Benevento, ultima in classifica, ricomincia a vincere proprio con il Crotone. Avversario identificato dai campani come ottimo pretesto motivazionale per tornare a credere nella propria salvezza.

Pitagorici al goal con Crociata, pronto a sfruttare una giocata stramba di Nalini, infilandola in rete. Ma di seguito immediato il Benevento pareggia e lo fa con Sandro che comprende la gradazione di un angolo di Viola risolvendo il problema nel modo più efficace di testa, con Cordaz lento, deconcentrato, ancora una volta colto nell'attimo sbagliato.

Secondo tempo con squadre che si fronteggiano come in una giostra medievale. Benevento spinge avanti il proprio gonfalone, con slancio, testardo, alla pari, fino a quando non raggiunge la meta del vantaggio con il suo centrocampista Viola, autore di un tiro astuto che prima lambisce un difensore birillo e poi si innalza di quel tanto necessario per superare uno stupito Cordaz.

Altro che maglia rosa, l'estremo del Crotone sta sulla vetta del peggior rendimento e del maggior numero di goal incassati, ci sarebbe da rivedere schemi su palle inattive, le vere killer dei rossoblù.

Elogio del piccolo Benali, un professionista che si distingue per continuità, impegno e attaccamento. Al momento è l'unico che non perde mai l'orientamento durante quel mucchio bastardo di minuti di guasto che affliggono implacabilmente l'impianto di Zenga.

Benali mette in evidenza, suo malgrado e con dispiacere, che Budimir non funziona ancora al meglio. Per questo potrebbe essere lui quel capitano coraggioso che serve intelligentemente a Zenga a trovare quella formazione più elastica, variabile e meno rigida, nonostante i cambi, capace di far rientrare al più presto la nave nel porto, quando verso la notte qualche elica in mare finisce in avaria. E' lui infatti che in area sa bene mirare di testa e battere Puggioni, bloccato sul proprio palo.

Benevento che centra la vittoria sul finale con Diabatè svelto a siglare al suo debutto. L’attaccante intercetta in area una palla a satellite accompagnandola nella traettoria di una rete cosmica che fa sussultare di entusiasmo lo stadio Vigorito.

Zenga ha il colore di un Rossoblù di Prussia. In conferenza va a giustificarsi alla meglio affermando che la prestazione c'è stata. Innegabile. Ma visto ormai quanto manca alla fine del torneo, nei suoi obiettivi adesso non può esserci altro che un 13, uguale a quante sono le partire che gli restano da giocare.

Si tratta di vedere come lo farà. Se, tra quali rischi e opportunità, il mister vorrà prima disegnare in teoria e poi tinteggiare in pratica il percorso della sua molto, molto difficile road map.