Omicidio Parretta. La preghiera della mamma: a Crotone si disegni un futuro con i giusti colori

26 febbraio 2018, 09:04 Il Fatto

Una lettera accorata, scritta a distanza di oltre un mese da quella tragica sera. Alcune righe, vergate di pugno da Caterina Villirillo, la mamma del giovanissimo Giuseppe Parretta, appena 18 anni, assassinato nella sua casa nel centro storico di Crotone.

Un fatto di sangue che ha sconvolto un’intera comunità, raccogliendo intorno alla famiglia del ragazzo la solidarietà e la vicinanza di tutta la città.

A quaranta giorni dall’assassinio di Giuseppe, Caterina dunque si rivolge a quella comunità, in particolare ai giovani, con un invito tanto semplice quanto indispensabile: “la violenza e la criminalità vanno affrontati, combattuti e sconfitti”.

Poi la speranza per un futuro che venga riscritto e “disegnato con i colori giusti”, cioè quelli “della pace, dell'amore, della fratellanza e della collaborazione”.

Una mamma che ha visto strapparsi barbaramente l’affetto del figlio ma che ancora crede nella speranza che Crotone possa e debba rinascere.

LA LETTERA DI CATERINA

“Ogni mattina mi sveglio con splendidi ed incoraggianti messaggi di buongiorno e la sera, che è per me il momento più triste e difficile delle mie giornate senza Giuseppe, mi addormento con l'affettuosa buonanotte di tantissime persone buone che mi aiutano e mi sostengono da quando mio figlio è stato barbaramente cancellato dalla mia vita e da quella dei suoi fratelli.

È cambiata radicalmente la mia vita. Altroché se è cambiata. Niente è come prima, anche i colori mi sembrano diversi, più cupi, più grigi, senza sfumature, e l'orologio ormai, non lo guardo quasi più.

Si è fermato a quella tragica e maledetta sera. Proprio come me.

E chi se lo sarebbe mai immaginato che il mio angelo, il mio ragazzo, animo buono e gentile, amabile e responsabile, terminasse precocemente i suoi giovani anni in quel modo?

Morto ammazzato, sotto il nostro sguardo terrorizzato, attonito ed impotente.

E io lì, con la morte negli occhi e fra le braccia, a piangere disperata. Tu, amore mio, non c'eri già più. Eri volato via. Con gli angeli, fra gli angeli amore mio. Non può che essere così.

Lo desidero con tutto il mio cuore. Non è una consolazione, ma una forte e necessaria speranza. Perché il tuo grande sacrificio, angelo mio, non debba essere soltanto una tragica fatalità, un atroce scherzo del destino, ma una sorta di sacrificio che possa servire ed insegnarci che la violenza e la criminalità vanno affrontati, combattuti e sconfitti.

Una città cresce anche e soprattutto quando l'onestà, la legalità, il rispetto per il prossimo, la coscienza civica e la civiltà, costituiscono il positivo segno distintivo di una comunità.

Insieme ai sani valori, ai sentimenti veri, all'amore sincero e incondizionato. Al grande cuore che Crotone ha già ampiamente dimostrato di possedere.

In questi 40 giorni di immenso dolore ed indescrivibile sofferenza ho infatti scoperto, con gioia e positivo stupore, che i crotonesi sono un popolo speciale, unicamente amorevole e solidale.

Mi hanno regalato, e continuano a regalarmi ogni giorno, emozioni, amore, affetto, partecipazione e sincera vicinanza.

Modi di fare, di darsi e sentimenti che disconoscevo, che mi hanno aiutato tantissimo. Non avrei potuto fare senza.

Ecco perché sento il dovere ed il bisogno di ringraziare tutti. Indistintamente.

Grazie di vero cuore al sindaco ed al Comune di Crotone, a tutte le associazioni cittadine, ai commercianti che hanno inteso sostenermi ed aiutarmi, a tutti i miei concittadini, meravigliosi ed impagabili, ma soprattutto ai giovani.

Ai tantissimi giovani crotonesi che si sono sentiti toccati e violentati nell'intimo, con violenza ed odio, e a casa loro. Hanno capito e sentito di aver perso un pezzo di loro, un amico, un fratello.

Hanno percepito la paura, e forte preoccupazione, una reale minaccia per la loro incolumità, per la loro sicurezza, per il loro futuro.

Ed è ora che questo futuro, soprattutto grazie ai nostri figli, si cominci a disegnare con i colori giusti: quelli della pace, dell'amore, della fratellanza e della collaborazione. Giuseppe è morto, ma Crotone c'è, può e deve rinascere.

Vi abbraccio tutti."

Caterina Villirillo