Piattaforme Eni e Scenari di Guerra Mediterranea. Quali piani di Difesa europea per la Calabria Jonica? | Vito Barresi

Se una notte d'inverno scoppiasse improvvisa una guerra invisibile nel Mediterraneo che fine farebbero, sotto attacco di un nemico temibile e minaccioso, le piattaforme metanifere e petrolifere che perforano il Mar Jonio, sulla riva sud del mare di Crotone? Potrebbero essere un bersaglio, un obiettivo sensibile missilistico, affondabili con pochi colpi, inabissandole nelle profondità marine? Scenari imprevedibili di guerra o prevedibile simulazione di un crisi bellica Mediterranea? La Guerra nel Mediterrano non è più il ricordo di una saga omerica, la mitologia di una battaglia voluta dagli dei e intravista dalla sommità dell'Olimpo. Ieri il Libano, poi l'Irak, l'Iran, la guerra israeliana dei Sei Giorni nel deserto del Sinai, oggi la Siria con un conflitto infinito e massacrante, il ritorno della Russia e la posizione di forza della Turchia.


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Anche le trivelle vanno in guerra. Piattaforme Eni nel Mar Jonio sotto attacco? Intese come veri e propri torrioni militari, potrebbe anche accadere se....

Se solo si analizza attentamente quanto accaduto recentemente alla nave per perforazione Saipem 12000 a Cipro, battente bandiera delle Bahamas, bloccata dalla Marina Turca, che "ha minacciato di usare la forza" nei confronti della nave Eni dopo un nuovo tentativo di raggiungere l'area prevista per le trivellazioni.

Le navi militari di Ankara hanno sorvegliato e monitorato il percorso di navigazione della piattaforma, costringendola a tornare indietro, malgrado il capitano abbia mostrato una "grande determinazione".

Racconti confermati anche da fonti di stato, dal vice-portavoce del governo, che ha parlato di 5 navi turche coinvolte. Per il ministro di Nicosia, il caso rappresenta una battuta d'arresto che tuttavia non impedirà nel futuro le perforazioni in cerca di idrocarburi da parte di Cipro.

Gli esperti in strategie militari che si interessano di energia, olio, gas e reti infrastrutturali hanno messo in evidenza che il problema esiste.

Di più sottolineano che nonostante ogni accordo internazionale non è la prima volta che forze navali intervengono per impedire trivellazioni, saltando ogni via di normale risoluzione commerciale delle controversie.

Nel settembre 1980 un sommergibile libico costrinse la Saipem 2 a cessare le prospezioni condotte per conto di Malta sul banco di Medina. Più recentemente la Turchia aveva impedito ogni attività ad un'altra nave Saipem.

Da tali episodi sorge la domanda: chi difende la Calabria se scoppia una guerra nel Mediterraneo? All'apparenza sospesa in aria, da qualche tempo naviga nelle acque di un bacino marittimo sempre più strategico nelle nuove mappe della difesa europea e di quel che resta della ormai storica Alleanza Atlantica.

Come difendere il Mediterraneo, una questione non solo tattica ma divenuta strategica e strutturale sia nell'attualità che nel futuro di un mondo in cui le connessioni geografiche tra continenti e faglie internazionali sono sempre più decisive per la pace e per la guerra, per la coesistenza e la concorrenza, per la supremazia e l'egemonia militare, economica, mercantile, mediale ed ideologica sul mondo intero.

Di fronte alla centralità mondiale del Mediterraneo, l'Unione Europea marca una forte disattenzione, un notevole ritardo politico, nonostante il protagonismo di nuove realtà post nazionali, sopratutto asiatiche, che guardano con più interesse le rotte e le mappe di questo mare antico.

D'altra parte che il Mediterraneo fosse un mare tranquillo è una fiaba smentita persino da Omero.

E poi dai Fenici, dalle Guerre Puniche, dalle guerre romane contro la pirateria, famosa Lex Gabinia detta anche Lex de piratis persequendis),

Tanto che questi decenni trascorsi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi appaiono sempre più come una splendente parentesi di tranquillità, la breve stagione della guerra fredda, da rivedere nella prospettiva di una storia di lunga, lunghissima durata, e con essa l'enorme repertorio di eventi bellici che hanno contraddistinto fin dalle più antiche civilizzazioni la vicenda del Mediterraneo. Guerre Puniche e di corsa, fino a quelle mondiali.

Esistono piani di difesa, e in grandi linee cosa si può pubblicamente conoscere di essi? In che modo oggi le popolazioni locali e le amministrazioni regionali, provinciali e comunali si possono dire ascoltate e coinvolte sui sempre più necessari bisogni di difesa anche in caso di emergenza bellica?