Cari amici, buona domenica. L'invito del FAI mi ha condotto, in questo fine settimana, su strade e tra case, cose e persone che ricordo con piacere, con cui non ho, in sostanza, alcuna contiguità, ma che non mancano, ogni volta, di dare un morso vigoroso alle carne viva della mia memoria. È una sensazione speciale quella di sentirsi a casa propria tra gente sconosciuta, tra persone della cui vita non so nulla, e che forse non rivedrò, tra case che ho conosciute sane e oggi sono decrepite, al suono di un accento familiare, ascoltando il quale torno ogni volta dove la storia (intima, familiare) sfiora la memoria, e il ricordo (non so più di cosa) si confonde con la nostalgia (non so più di quando, nė il perchè).
Venturino Lazzaro | Cambio Quotidiano Social
Tornando a casa, nel pomeriggio, i miei vestiti avevano quell'odore antico, di bracère e focolaio, dal quale da piccolo riconoscevo (infallibilmente) chi veniva dal paese.
Oggi entra l'ora legale. Avanti di un'ora, per guadagnare un pò di luce. E sembra innaturale, a distanza di un giorno, andare indietro nel tempo (col FAI) e poi spostare l'orologio avanti, quasi a prendere le distanze da un passato che è passato, per concentrarsi sul presente e su un futuro forse problematico.
Se potessi manovrare il calendario (senza esagerare), un passo indietro nel tempo lo farei, non troppo, ma quanto basta per tornare a quando qualche sbaglio è stato fatto, dove è cominciata la frittata. Chissà se, ascoltando invece di gridare, custodendo invece di abbandonare, prevenendo invece che cercare di curare, le cose sarebbero andate un pò diversamente.
Chissà se scelte diverse, meno interessate, un pò più ragionate, avrebbero potuto regalarci un futuro migliore, e un presente forse più lento, ma più equilibrato. Chissà. Oggi forse ci riconosceremmo dall'odore di bracère e focolaio, ma saremmo più sereni, meno aggressivi, più accoglienti. E forse più sorridenti. Oggi pasta col salmone (...affumicato). Buon pranzo.
