Provincia di Crotone? Una bella Gatta da pelare per il Sindaco...A meno che... | Vito Barresi

26 marzo 2018, 15:38 Politica.24

A meno che, analizzando in profondità il nuovo clima politico venutosi a determinare nel Paese con il voto del 4 marzo, non si voglia concretamente e progettualmente aprire una nuova stagione di creatività istituzionale. Quella che purtroppo almeno fin qui è completamente mancata. Ciò per dire che si può sempre Osare l'Impossibile, come si diceva nel lontano 1968, ossia rimettere mano con un progetto nuovo a più cose che abbiano riguardo dell'ormai pressante richiesta da parte di tutti i cittadini crotonesi, da Savelli fino al centro Cara di S.Anna, di fatto per numero di ospiti il 28esimo comune della provincia, di riappropriarsi sia del territorio, sia del futuro sempre più incerto delle comunità locali e delle loro prerogative storiche, economiche e identitarie.


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Ma per far questo, anche dopo la devastante inchiesta della magistratura antimafia che ha spezzato i legami tra malaffare e pubblica amministrazione, non basta solo la buona volontà ma la certificata formazione e l'esperienza commisurata a un impegnativo progetto di riposizionamento e di rilancio di tutto il Crotonese.

Un territorio che si va sempre più riducendo a una sorta di mappa dei fallimenti e dell'abbandono, della fuga e della disperazione.

Una vera e propria geografia scomparsa che non meriterebbe affatto tale triste destino anche in considerazione delle sue immense ed inespresse potenzialità in termini di risorse naturali e di genialità in fatto di risorse umane.

Proprio e affinché prevalga il genio del bene e non più quello del male occorre saper pensare diversamente e positivamente, tentare di raddrizzare una barca che sta colando a picco con la sua economia e con i suoi non più solidi legami sociali.

Aiutare per intero tutti i cittadini crotonesi, significa prima di tutto dar prova di tanta umiltà, nessuna arroganza, saper fare autocritica per gli errori politici commessi in passato ma anche riprendere un ragionamento e un discorso operoso che faccia leva sulla straordinaria accumulazione di esperienze, una dotazione di spunti e prassi progettuali spesso uniche e d'avanguardia a livello nazionale ed europeo, alcune persino sperimentali e ideal-tipiche, come pure sulle numerose buone prassi procedurali che si sono realizzate nella scomparsa Provincia di Crotone.

Tante sono state le esperienze, le sperimentazioni di alta valenza in termini di coesione sociale, che vanno dal settore economico, infrastrutturale, culturale, produttivo, ecc., già nelle prime giunte Talarico-Sculco, poi in quelle Iritale-Sculco, fino al tempo della rottura del centro sinistra, tutte dense e comunque produttrici di modelli realizzati in piccola dimensione e poi esportati in proporzioni organizzative di scala.

Non li cito tutti ma faccio qui riferimento a una significativa intervista del Prefetto Musolino, prima in esercizio a Crotone e poi a Napoli, dove qui si fece fautore dell'iniziativa di istituire una Stazione Unica Appaltante, insieme all'allora Presidente della Provincia, poi riprodotta in Campania, dove è divenuta perno della lotta contro l'inquinamento e l'infiltrazione camorristica, e da noi invece caduta in più bassa fortuna.

Sta di fatto che la SUA, tanto apprezzata in Italia dall'anti corruzione, venne fabbricata proprio nella dissolta Provincia di Crotone.

Non elenco le numerose iniziative e realizzazioni per non dilungarmi ma solo per rimarcare ancora l'immensa mole di tante esperienze in tema di autonomia provinciale che, al netto dei problemi giudiziari che hanno sfortunatamente coinvolto alcuni amministratori di punta, non possono farci dimenticare per correttezza l'insieme delle cose fatte e poi improvvisamente cancellate da una ancora discussa e controversa legge di riforma Del Rio.

Riscoprire l'orgoglio di quella esperienza è particolarmente utile per ripartire.

Da qui la percorribilità di un programma che tenga conto delle certezza delle risorse dello stato, di un diverso posizionamento geografico del territorio in sede regionale e jonica, che potrebbe essere quello che si riallaccia anche alle esperienze europee e globali delle cosiddette smartcity, un'area omogenea e coesa, in questo caso una land-city, che punta proprio alla determinazione di un nuovo assetto relazionale, non meramente chiuso nel rapporto popolazione e risorse spettanti, ma in quello qualitativo e relazionale di prossimità di “cittadino-territorio-istituzione”.

Una provincia marca territoriale, a misura di coesione sociale, marketing e promozione territoriale delle qualità ambientali e accoglienza.