Gestire una città, dove nessuno si assume la responsabilità di evitare incuria, degrado e decoro della vivibilità urbana, diventa un peso enorme per chi deve governare e un disagio d’inquietudine per la collettività.
di Giuseppe Romano
Crotone città ricca di risorse, geograficamente baciata dal sole e celebre per la sua storia, offrirebbe condizioni di vita comode e piacevoli, nel suo complesso, se si vivesse nell’osservanza delle regole e nell’adempimento delle obbligazioni.
Invece regna una situazione di grande imbarazzo. Capro espiatorio, per il mancato godimento di tutti questi beni, è il Sindaco, dal quale si pretendono i relativi interventi amministrativi, per imporre doveri a sostegno dei diritti.
Quanto sia difficile gestire il patrimonio di una città, nel caso Crotone, e affrontare le esigenze della gente, lo abbiamo chiesto proprio al primo cittadino, Ugo Pugliese, da poco eletto anche presidente della Provincia (LEGGI).
“La difficoltà di gestire una città nasce, innanzi tutto, dalla macchina burocratica-amministrativa, che ha lungaggini restrittive, e qualsiasi operazione è intrapresa richiede tempi di sviluppo molto, molto lunghi.
Faccio un esempio: abbiamo recuperato le somme per chiudere l’operazione teatro e andare all’inaugurazione. Un’opera rimasta incompiuta nel centro della nostra città.
Da gennaio abbiamo le risorse, ma non ne vedremo la luca se non prima di maggio dell’anno prossimo, perché ci vogliono novanta giorni per l’avviso, altri novanta per il bando e i progetti che si mettono in campo non verranno alla luce prima di un anno dopo. Immagino di poter inaugurare il teatro per la festa della Madonna del prossimo anno.
Ecco cosa vuol dire, lungaggine. Questo per far capire ai cittadini qual è la difficoltà di un amministratore. Due anni fa, quando siamo entrati in questo Comune, luglio 2016, abbiamo trovato un ente che non aveva approvato il bilancio consuntivo e preventivo.
Abbiamo dovuto trascorrere tantissimo tempo, tre mesi, per rimettere a posto i conti. A ottobre 2016 abbiamo chiuso il bilancio con un buco di sei milioni di euro, che lo stiamo portando indietro, ripianandolo e tagliando di qua e di là anche nelle spese correnti.”
Il sogno di una città giardino,
il buco di bilancio e la farraginosa
macchina amministrativa
È una situazione di fatto che ha generato sofferenze a un’intera comunità. Come intervenire e in quali tempi, per risolvere lo stato di malessere provocato?
“È una sofferenza spalmata su tutti i settori della vita quotidiana dei cittadini: non riuscire a favorire i servizi, a non sistemare per come io e la stessa amministrazione vorremmo è un vero problema.
Tutti desideriamo una città giardino: ripianare il sistema viario, il verde pubblico come merita una bella città. Ci stiamo arrivando piano piano. Abbiamo lanciato questo nuovo slogan ‘un passo alla volta’ perché tutto insieme non è possibile”.
Qual’è la priorità delle soluzioni dei problemi che i cittadini lamentano? È stato tracciato un piano d’interventi a medio termine?
“Le iniziative riguardano: la ristrutturazione dell’impianto fognario, che riavvia un sistema fermo da anni e scaricava l’acqua a mare. Da luglio saremo con le discariche a zero. A mare non andrà più nulla, perché siamo riusciti a riavviare il vecchio depuratore cittadino e una parte della depurazione la mandiamo al depuratore del nucleo industriale.
La bonifica sta andando avanti. Si sta lavorando sulle infrastrutture: porto in prima linea. Abbiamo completato il progetto di rilancio dell'area portuale, che presenteremo a giorni, finalmente pronto.
Ci sarà un convegno su questo per dire cosa stiamo facendo. All’interno del porto abbiamo trovato una soluzione sull’odore nauseabondo, che da decenni asfissia la città. È bastato andare sul posto per trovare la soluzione. Questione solo di buona volontà.
I tecnici di Congesi, dei lavori pubblici del Comune e dell’ambiente mi hanno prospettato la soluzione. Metteremo mano, anche a questo e in tempi brevi, accelerando tutta la tempistica per sanare queste cose.
Esiste una pecca che ci deriva dall’eredità del fallimento dell’Akros, ed è la differenziata. Ora, noi stiamo raccogliendo solo il sette/otto per cento dei rifiuti. Una cosa piccolissima rispetto a quello che dovremmo fare. Mi concentrerò, specificatamente su questo settore. Vorrei che partisse la differenziata seriamente e, questa volta, definitivamente e più presto possibile”.
Una città in perenne
sete d’acqua.
Tolleranza zero!
Sarà “guerra” agli abusivi
Il problema idrico, che doveva essere per la città il fiore all’occhiello, è la maggiore sofferenza dei cittadini. Ricordo quando ci si azzuffava alla “Ferriata” per approvvigionarsi dell’acqua, erano gli anni ‘45/‘50.
“Con l’acqua abbiamo fatto grossi passi avanti. C’è stata sempre una diatriba con la Sorical e il Comune di Crotone, per l’erogazione e i mancati pagamenti. Abbiamo avviato la Congesi (Consorzio Gestione Servizio Idrico nel Crotonese, ndr.), che venerdì scorso si è allargato al dodicesimo comune, Rocca di Neto, un Comune virtuoso, e devo dire si sta facendo un buon lavoro.
Abbiamo inviato a Sorical (Società Risorse Idriche Calabresi, ndr.) anche un piano di rientro dei debiti pregressi. Nel 2020 sarà integrato il debito pregresso, oltre a non produrre più debito, che è una cosa molto importante. Significa una gestione oculata, che va a individuare i morosi e gli allacci abusivi.
Questo, lo abbiamo potuto fare grazie alle sinergie istituzionali messe in campo dall’inizio. Una su tutte, lo dico sempre, quella con la Procura della Repubblica di Crotone, col dottor Capoccia, che ha voluto e richiesto questa sinergia istituzionale per dare un segno di legalità e funzionamento.
Su questo non si faranno sconti a nessuno. È importante informare i cittadini crotonesi che è finito il tempo di prendersi in giro. L’illegalità va sempre condannata”.
“Un progetto condiviso”.
La Giunta Comunale?
“Squadra compatta e senza ruggini”
Le sue idee, sono condivise dagli altri amministratori interni e trovano soluzioni immediate?
“Abbiamo tutta la Giunta comunale compatta. Le decisioni sono sempre di gruppo. Non ragioniamo mai per compartimenti stagni. Condividiamo l’idea e si passa al progetto, che portiamo avanti, condividendoli con i consiglieri della maggioranza e con tutto il Consiglio Comunale”.
Senza ruggine?
“Assolutamente. Nessuna frizione, anzi è una squadra dinamica e responsabile che io vorrei sempre incentivare. Mi piace esplorare la città passeggiando, perché solo così si possa viverla e percepire le cose che vanno e quelle che non vanno. I correttivi si portano sempre avanti. Guai a legarsi a stereotipi o convinzioni che non sono poi quelle giuste. Questo vale anche per me”
L’ombra del “diavolo”:
“Sfrutto l’esperienza
di Enzo Sculco:
sono un cinico esasperato?”
In tanti vi è la convinzione che l’onorevole Enzo Sculco sia decisionale nelle sue scelte (LEGGI). La turba o ne resta indifferente?
“No! Assolutamente! Mi viene da ridere perché è una cosa che sento da tanto tempo. Io faccio quello che dice Sculco nel senso che Sculco condivide quello che dico io.
Devo dire la verità: in sede politica si condividono tanti passaggi e tante idee. In nessuno di noi vi è la presunzione di essere chiusi nelle proprie convinzioni ma vi sono ampi margini di apertura mentale. Entrambi siamo consapevoli che possano arrivare consigli e idee da ambo le parti e che bisogna sapere usarle con grano salis (un granello di sale).
Lo dico sempre: essere attenti, accogliere quelli che possono essere messaggi positivi e sfruttarli per il bene collettivo. Se questi messaggi partono da chi ha un passato politico importante non sono invadenti per me, anche se lo sono per gli altri.
Ripeto, io sfrutto l’esperienza di Enzo e Flora Sculco per portare acqua al mulino della mia città. Il mio è un cinismo esasperato?”.
“Sarà un paradosso, ma tanti insegnamenti per la crescita veloce nelle amministrazioni pubbliche e nella politica, lo devo grazie a qualcuno che ho avuto vicino e mi ha saputo indicare i percorsi che ho seguito. Ognuno di noi ha degli stereotipi e c’è chi definisce Sculco quasi il diavolo della situazione.
Se il diavolo e l’acqua santa convivono. Devo dire che il mio rapporto con Sculco se è - tento in modo leale - può essere solo costruttivo”.
Città sporca. Noi senza
attrezzatture e risorse
ma anche i crotonesi
sono degli “zozzoni”
Nel suo insieme c’è tanta gente che si lamenta per le cose non vanno bene. Sarà un fatto culturale o vi sono delle verità assolute. In effetti, da quello che lei ha già analizzato, esistono problemi difficili da risolvere, come la pulizia della città.
“La pulizia della città. Perché? Mi sto ammazzando per tenere la città pulita. Ma abbiamo carenze strutturali ad attrezzature non idee. Dall’altra vi è una città sporca e crotonesi che sporcano.
Sarà un fatto culturale o strutturale? L’altro giorno facevo delle considerazioni su quanto sento dire: ‘… sono stato nei paesi del nord ed è tutto pulito’. Ho fatta una valutazione visitando la Lombardia e il Trentino. Li risiedono in zone con temperature rigide e non hanno la cultura del vivere troppo all’aperto come noi, ma fuori hanno un senso civico elevato: rispetto degli spazi comuni e dell’ambiente.
Noi, invece, abbiamo la cultura di stare all’aperto, ma in questa cultura non abbiamo quella, purtroppo, di tenere la città pulita. È facile vedere buttare il pacchetto delle sigarette, il foglietto di carta e, dopo aver mangiato la pizza, lasciare lattine e bottiglie per terra, piuttosto che nei cestini.
Non va data la colpa verso una sola direzione, perché da una parte ci vorrebbero più cestini e bidoni, dall’altra, i cittadini che non la sporcano. Se riusciamo ammettere insieme queste due operazioni, può darsi che la città diventerà più pulita e ordinata, come tutti dichiariamo di volerla”.