Al tango argentino Dorina preferisce il vino: quando la famiglia viene prima di tutto

26 aprile 2018, 13:50 Sr l'impertinente

“Non piangere per me Argentina / La verità è che non ti ho mai abbandonato / Neanche nei miei giorni più selvaggi / Nella mia folle esistenza, / Ho mantenuto la mia promessa / Non essere così distante”.


di Sr* l'impertinente

Questa una strofa del brano musicale “Don't Cry for Me, Argentina” composto nel 1975 da Andrew Lloyd Webber su testi di Tim Rice per il musical famoso in tutto il mondo: “Evita”.

Questa volta, a canticchiarlo non è stata Madonna, l'interprete originaria della commedia, ma un’altra diva e non delle scale musicali e della moda quanto invece degli scranni del Parlamento italiano, per lunghi anni (perfino troppi per taluni).

Il riferimento è a Dorina Bianchi, dallo scrivente soprannominata Kalamity Dorina per la serie infinita di gaffes che ha caratterizzato i suoi anni di onorevole prima e sottosegretario dopo (al Mibact).


“Non sarà facile, vi sembrerà strano / Che io stia cercando di spiegare cosa provo / Che ho ancora bisogno del vostro amore Dopo tutto quel che ho fatto / Non mi crederete Vedrete solo la ragazza che conoscevate/ Sebbene vestita di tutto punto/”. (Testo Don't Cry for Me, Argentina)


La nostra eroina, anzi,” Dorina”, non riesce proprio a non far parlare di se ed a tenersi fuori da storie che la possano far additare all'opinione pubblica per atteggiamenti non proprio consoni al ruolo istituzionale.

Questa volta, un blog del Fatto Quotidiano, l'ha stigmatizzata perché la nostra ha preferito andare, in qualità di sottosegretario, al Vinitaly di Verona piuttosto che in Argentina.

Qui, infatti, si è svolto il T20, che altro non è che l'annuale meeting dei 20 Paesi più industrializzati ed aderenti al G20, in cui si decidono le sorti del turismo: anche di quello italiano!


“Ho dovuto lasciare che accadesse, sono dovuta cambiare / Non potevo stare scalcagnata tutta la vita /E guardare fuori dalla finestra, lontana dal sole / Perciò ho scelto la libertà /Mi sono data da fare, / Ho provato tutto quel che era nuovo / Ma niente mi ha impressionato / E nemmeno me l'aspettavo (Testo Don't Cry for Me, Argentina)


Qualche strenuo difensore della parlamentare crotonese potrà obiettare che anche il vino è molto legato al turismo, e rappresenti anch’esso un’attrazione per visitatori di ogni parte del mondo.

Più che giusto! Ma il fatto è che la buona Dorina sia andata al Vinitaly per presenziare alla presentazione della guida dei vini edita da Repubblica, che si occupa solo delle donne che gestiscono le cantine d’Italia.

E, per pura coincidenza, e non altro - come sostengono i soliti malpensanti - tra le cantine citate dalla nuova guida guarda un po’ c’è anche quella della famiglia della Bianchi, da tempo impegnata in questo settore.


“E per quanto riguarda la celebrità e la ricchezza /Non le ho mai cercate/ Anche se al mondo è sembrato che non desiderassi altro / Sono illusioni / Non sono le soluzioni che promettono di essere / La risposta era qui, davanti a me /Vi amo e spero che voi amiate me”. (Testo Don't Cry for Me, Argentina)


Ha, dunque, unito l'utile al dilettevole Dorina, lasciando il segno anche all'annuale rassegna mondiale del vino ma lasciando tra le lacrime, appunto, gli altri rappresentanti di governo del T20 che, invece, c’erano tutti.

Eppure, di viaggi Dorina ne ha fatti, eccome, nella sua carica di sottosegretario: andando fino in Vietnam, con gli interpreti delle delegazioni in netta difficoltà nelle traduzioni dei pensieri. E non ci riferiamo, certamente, ai rappresentanti orientali.

In Argentina, summit di valenza mondiale, invece, proprio non c’è voluta andare, preferendo parlare della guida dei vini in cui c’è l’azienda di famiglia. Come darle torto: ad un buon bicchiere non si rinuncia mai.


“Non piangere per me Argentina / La verità è che non ti ho mai abbandonato/ Neanche nei miei giorni più selvaggi / Nella mia folle esistenza, /Ho mantenuto la mia promessa / Non essere così distante / Ho parlato troppo? / Non so che altro dirvi / Ma dovete solo guardarmi per capire /Che le mie parole sono vere”.


Chi, invece, in America latina è andato, e pare ci si sia trovato anche bene, è il governatore Mario Oliverio che ha partecipato recentemente (dopo aver scorrazzato pure lui al Vinitaly) alla festa dei calabresi emigrati.

A leggere le cronache apprendiamo che ad accogliere il buon Mario è stato “un vero e proprio bagno di folla, con decine di migliaia di persone”.

E visto come vanno attualmente le cose, Oliverio s’è perfino emozionato per il benvenuto, se si considera che, negli ultimi tempi, non è proprio lo stesso che trova nei suoi giri in Calabria.


“Diventai una specie di ciuchino manierato e vanitoso che ragliava con voce argentina in mezzo a una folla di adulatori sorridenti”. (Walter De La Mare)


Queste storie argentine “intrecciate” di Mario e Dorina, portano lo scrivente a fare almeno un paio di riflessioni tra il serio ed il faceto, che riguardano proprio entrambi i rappresentanti istituzionali.

Alla sottosegretaria, il consiglio che ci sentiamo di dare, finita la sua esperienza politica - almeno da parlamentare - è quello di darsi all'enologia. Quantomeno se dovesse scapparle qualche altra dichiarazione un po' sui generis potrebbe giustificarsi con un “in vino veritas”.

Per il governatore Oliverio: quando in regione è giunta l'eco della sua trionfale accoglienza in Argentina, da alcuni calabresi è giunta una voce quasi univoca: “Ma se vi piace così tanto, perché non ve lo tenete? Ve lo diamo pure gratis...”.

* Simbolo dello stronzio